di Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli
Acqua in Bocca di Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli
Editore: MINIMUM FAX
Genere: Giallo
Pagine: 92
Edizione: Giugno 2010
a cura di Pamela Mazzoni
Ben ritrovati cari lettori,
Cosa può succedere se due dei nostri scrittori di gialli e noir più talentuosi ed amati, Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli, a seguito di un incontro per registrare un documentario incentrato su di loro, decidono di unire le forze?
Il risultato è Acqua in bocca, un libro accattivante e particolare la cui trama è basata su di una pericolosa indagine, rigorosamente svolta in via ufficiosa.
Perciò mi raccomando, Acqua in bocca…
Vi ricordiamo che il mese di settembre è interamente dedicato ad Andrea Camilleri!
Sinossi di Acqua in bocca
Un romanzo dalla struttura insolita e non convenzionale: un collage di lettere, biglietti, ritagli di giornale, rapporti e verbali, “pizzini” che fanno rocambolescamente la spola fra i due detective, stimolando e accompagnando il lettore nella ricostruzione dell’indagine, che si conclude con un finale mozzafiato. Una jam session fra due narratori geniali che si divertono a far interagire il loro immaginario e il loro stile, una lettura unica per gli amanti del poliziesco e del noir. Gli autori hanno scelto di devolvere i proventi derivati dai diritti d’autore per sostenere progetti di beneficenza.
Recensione
“QUESTURA DI BOLOGNA
SQUADRA MOBILE
DA: isp. Capo GRAZIA NEGRO
A: dott. SALVO MONTALBANO c/o
COMMISSARIATO DI VIGATA
OGGETTO: richiesta di informazioni su OMICIDIO DEI PESCIOLINI ROSSI
Caro collega,
ti scrivo di mia iniziativa personale e senza che lo sappiano né il dirigente del mio ufficio né il questore, che, ti dico subito, non approverebbero, avendo un’ipotesi investigativa del tutto diversa sul caso in oggetto. Anzi, devo farti presente che le indagini che sto conducendo non solo non sono autorizzate, ma mi sono state espressamente vietate dai miei superiori. Quindi, se vorrai rispondermi negativamente, capirò e non ti disturberò oltre. Ti chiedo solo di tenere questa cosa per te e non farne parola con nessuno.
Se invece vorrai darmi una mano te ne sarò grata.”
I protagonisti di Acqua in bocca sono entrambi accomunati dal ricorrere, ove necessario, a metodi poco ortodossi nella ricerca della verità e dal fatto di andare sempre oltre le apparenze, affrontano questa indagine congiunta ed a distanza, tra Bologna e Vigàta, con ben due stimolanti motivazioni a non demordere: non sono assolutamente autorizzati dai piani alti e, soprattutto, esistono concreti e malcelati tentativi di insabbiamento dell’intera faccenda.
In un appartamento di Bologna viene scoperto il cadavere di tale Arturo Magnifico: originario di Vigàta, l’uomo è ritrovato con la testa infilata in un sacchetto, la camicia bagnata, senza una scarpa e con vicino due pesciolini rossi morti.
Da questi strani indizi prende l’avvio una storia che diventa sempre più intricata e pericolosa, dato che i nostri eroi vanno a rimestare in acque torbide, visto il coinvolgimento della parte più oscura dei servizi segreti.
Tra un fitto scambio di email, verbali, documenti, lettere non di rado criptiche e sibilline e fatte recapitare nei modi più pittoreschi, tra tortellini e cannoli, forzati sotterfugi e manovre da provette spie, i nostri due protagonisti metteranno in serio pericolo le loro vite, riuscendo a dipanare questa ingarbugliata matassa in un inaspettato epilogo.
Gli autori, come avrete capito, non hanno utilizzato la consueta struttura narrativa, causa la loro impossibilità a lavorare gomito a gomito per gli impegni di entrambi, optando invece per una più consona forma epistolare.
La particolarità non è tanto nella scelta di questo tipo di narrazione, se consideriamo anche il fatto che Camilleri se ne era già servito in precedenti romanzi, ma più che altro perché risulta chiaro nel corso della lettura che questa sorta di esperimento è diventato un divertissement tra i due autori: una sfida giocosa che, durante i botta e risposta nella stesura del romanzo, li ha visti protagonisti di cambi di rotta improvvisi nella costruzione della trama, beffardamente consapevoli di mettere in difficoltà l’altro.
Ne è così scaturito un libro breve ma godibilissimo, a tratti anche piuttosto divertente e di piacevole lettura: molto spassosa la scena di Catarella che, nell’abituale agitazione derivata nell’eseguire un ordine impartito dal suo adorato superiore, fa un assurdo viaggio in treno verso Bologna, ritrovandosi inconcepibilmente a Reggio Calabria. In Acqua in bocca gli autori, maestri in questo genere ma con due stili diversi, riescono a viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda, confermandosi due penne ironiche e talentuose; i loro protagonisti, la Negro e Montalbano, mantengono qui le loro caratteristiche, la loro identità, anche se il commissario abbandona il suo peculiare dialetto in favore dell’italiano.
Ci sono però anche delle comparsate illustri: Camilleri infatti, oltre a Catarella, inserisce in una fugace apparizione anche Mimì Augello ed Ingrid; Lucarelli, dal canto suo, schiera l’imbranato ispettore Coliandro, che anche in questo contesto non si smentisce e ne combina una delle sua. Un paio di curiosità: Camilleri nel libro, per la foto della carta d’identità di Montalbano, utilizza il volto del suo interprete televisivo, Luca Zingaretti, costringendosi in questo modo ad utilizzare più volte il termine “calvo” nella descrizione fisica del commissario, stravolgendo così una caratteristica del personaggio letterario, che i capelli ce li ha, eccome; inoltre, sempre dallo stesso documento, scopriamo la data di nascita di Montalbano, nato sì nel 1950 (e questo lo sapevamo), ma il 6 settembre, lo stesso giorno cioè di Camilleri.
Il nostro giudizio:
Trama
Stile
Piacevolezza
Copertina
Voto finale
Andrea Camilleri
Premio Campiello 2011 alla Carriera, Premio Chandler 2011 alla Carriera, Premio Fregene Letteratura – Opera Complessiva 2013, Premio Pepe Carvalho 2014, Premio Gogol’ 2015.
Carlo Lucarelli
Ha collaborato con Dario Argento alla sceneggiatura del film “Non ho sonno” nel 2001. Scrive anche per diversi quotidiani (Il Manifesto, L’Europeo, Il Messaggero, L’Unità) e ha vinto numerosi premi letterari. Dal 1999 conduce su Raitre “Blu Notte misteri italiani” che analizza fatti di cronaca e delitti della storia italiana.
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