AMI

di Edoardo Erba

a cura di Elide

Ami di Edoardo Erba
Genere: Narrativa italiana
Editore: Mondadori
Pagine: 231
Edizione: settembre 2019

Cari amici lettori, oggi vi parliamo di “Ami” romanzo d’esordio di Edoardo Erba, un elaborato molto forte che tocca tematiche attualissime che vanno dall’integrazione, alla discriminazione uomo-donna, alla discriminazione religiosa e molto altro ancora. Un libro forte, coraggioso, intenso.
Buona lettura!

Sinossi

Marocco, 1984.
Ami ha solo quattordici anni quando s’innamora e decide di scappare di casa con un ragazzo bello e ricco di cui non conosce neppure il nome. Lui ha una macchina elegante, e lei pensa che stiano andando a sposarsi, o su per giù. Che quello sia un viaggio di nozze, o su per giù. Ma è un inganno, e Ami, incinta, si ritrova da sola, persa fra le stradine di Tinghir. La sua ingenuità ha una forza dirompente. Sa poco della vita ma si fida di quello che succede. E non si accorge di superare difficoltà che abbatterebbero chiunque. Partorisce il figlio Majid sulle montagne dell’Atlante, sotto la tenda di due pastori. È entraîneuse a Casablanca, contrabbandiera a Melilla, bevitrice e clandestina per le strade polverose del Marocco. Finché non spende tutti i soldi guadagnati per un posto su uno yoct, come lo chiama lei, e avventurosamente raggiunge l’Europa alla ricerca di un futuro migliore per sé e per il piccolo. Cambierà lingua e abitudini, affronterà nuove e imprevedibili difficoltà. Instancabile come un’eroina settecentesca, di nuovo cadrà, si rialzerà e ricomincerà più forte di prima, conservando la spontaneità, la fiducia negli altri e l’amore per il figlio Majid. Un figlio che la porterà a fare i conti col suo passato. Un ragazzo dal destino molto speciale.
Edoardo Erba, al suo primo romanzo, racconta con originalità e leggerezza una vicenda attualissima, di grande coraggio e umanità, che diverte, avvince, commuove e, spazzando ogni pregiudizio, arriva diretta al cuore.

Recensione

Amina, detta Ami, ha soltanto quattordici anni quando s’innamora di lui. Lui che ha la macchina con i sedili belli, lui che è un ragazzo ricco e piacente, lui che le fa le carezze e le dice che ha delle belle guance rosse, lui di cui non conosce mai il nome. È sicura del suo amore, già vede davanti a sé un roseo futuro. E così decide di scappare, in una notte come tante ma come mai nessun’altra.
La conduce in un casotto dove la prende e riprende, dove la lascia e dove lei viene accudita da un altro uomo con un dente solo che non manca di richiuderla a chiave nelle sue stanze quando il ventunenne, appagato nei suoi bisogni fisici, se ne va.
Ma poi lei scopre di essere incinta. E cosa te ne fai di una zania (prostituta) che ha fatto ighalta (un figlio fuori dal matrimonio)? Non è altro che una macchia per la famiglia e per la reputazione, te ne devi liberare, sbarazzare. Ed è questo che il ragazzo fa. Con la falsa scusa di sposarla la conduce a Tinghir, luogo per le cui stradine si ritroverà da sola.
È giovane, Ami. È ingenua, è un fiore che sta sbocciando e di cui la vita si è già approfittata. Nasce tra le montagne, Majid, sotto la tenda di due pastori ai quali la nostra giovane protagonista è stata venduta.
Ami torna poi in città per ripartire ancora e riscoprirsi entraîneuse a Casablanca, contrabbandiera a Melilla, bevitrice nonché clandestina per le strade polverose del Marocco. Riesce anche a raggiungere l’Europa la nostra Ami.
Ma a quale prezzo? Riesce ad arrivare in Italia dove nuovamente cade, dove nuovamente si rialza.
Tra le tante prove che Ami deve affrontare c’è anche quella che vede suo figlio ripercorre le sue stesse orme, come lei, infatti scappa causandole un profondo dolore.

«I mesi che sono venuti dopo che Majid è scappato sono stati i più brutti. Passavo le notti a piangere. Pensavo alla mia mamma, a quando ero scappata io. E certe notti mi sembrava di essere lei che piangeva per me e non io che piangevo per Majid. Non dormivo. Cioè dormivo, ma poco e continuando a pensare anche quando sognavo. Mi svegliavo spaventata, con la paura di una brutta notizia. Invece non succedeva niente.»

Completamente narrato in prima persona, con una prosa fluida e uno stile narrativo che si immedesima perfettamente nei panni della protagonista, Edoardo Erba ci presenta una eroina forte e fragile al contempo, una donna che non si arrende, che si fa coraggio, che si rialza anche nei momenti più bui.
Pagina dopo pagina Ami cresce in perfetta linearità con le vicende proposte. Ad una trama già forte si sommano molteplici tematiche che vanno dall’immigrazione, alla discriminazione tra sessi, alla religione, alla paura del diverso, alla maturazione, alla speranza, alla possibilità di un riscatto. Conosciamo una giovane ragazza, la riscopriamo una donna matura e forte. Una donna che supera i confini e crede nel domani.

«E io ho pensato che forse quando c’era la storia, quando arriva la storia, tutti si volevano più bene. Ma non perché si innamoravano o cose del genere. Era solo perché la storia quando arriva è come un mostro e fa paura.»




Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5