ASPETTAMI

di Paolo Cuciniello

Benvenuti al nostro appuntamento con la poesia.
Oggi proponiamo il commento di questa affascinante raccolta poetica: Aspettami ” di Paolo Cuciniello

Buona Lettura!



a cura di Elisa Mazza

Sinossi

aspettare: essere con la mente e con l’animo rivolti a qualcuno che deve arrivare o a qualcosa che deve accadere.


Aspettami” è un grido che riecheggia nel deserto e sibila nel vento; una voce da cogliere, ascoltare e alla quale affidarsi per lasciarsi trasportare tra i versi di queste “poesie dell’anima”.
Con lo stile delicato ma allo stesso tempo diretto che lo contraddistingue, Paolo Cuciniello dà così vita ai suoi sogni, alle sue ferite e alla sua verità attraverso una penna.


“Ti ho vista l’altra notte, sai? […] Io ti sento e se chiudo gli occhi anche ti vedo […]
Svuotami.
Aspettami”.

Recensione

“[…] Non so se sai
che il male esiste perché
altrimenti
non ci sarebbe altro modo di capire il bene.
Ma se non lo vuoi
un giorno porterò indietro il tempo e ripercorrendo
la stessa strada
coglierò ogni lacrima che hai versato.
Un oceano. […]”


Cit. II




Aspettami è un canto triste, appassionato, inebria di petricore e lacrime lentamente scese, risuona di perdita, di nido vuoto.
Percepisco aleggiare il ricordo, anzi, lo sento con tutto il corpo, un sonoro “mai più” ed è terribile, toccante, un lento disgregarsi nel passato, nella nebbia dell’oblio.



“[…] Pa…
Come te lo dico che ti voglio bene
io che sono muto?
Come ti faccio a stringer forte
io che son così lontano?
Come ti guardo negli occhi
io che son così tanto più piccolo?”


Cit. IX




Sono versi liberi, dalle immagini delicate e talvolta flebili, eppure, come un lume di candela che rischiara una stanza scura, apparentemente abbandonata, quella luce appare viva e vibrante nell’oscurità.
Sotto i versi, i palpiti del poeta ci avvolgono in una coltre sentimentale: Paolo Cuciniello ci dona la sua chiave d’inchiostro per entrare in una dimensione poetica privata, profonda.
Sono poche pagine, ma pregne di emozioni cardiache, cerebrali e fibre umane: c’è tutto sé stesso, c’è dolore diffuso, ricerca, anelito, battito.
Ne sento il grido: Aspettami!


“ […] Fossi pioggia
non so se resterei in ciel per guardarti a vita
o se cadrei,
scendendo ogni singolo giorno
morendo nel toccarti.”


Cit. XXII




Questa lettura, tra dolore, ricerca e accettazione, ha una liquidità che dilaga. L’acqua, principio di tutto come diceva Talete, ha una caratteristica straordinaria: è pura vita.
In questa raccolta, così sensoriale, l’acqua richiama l’inizio, ma abbraccia cullando anche la fine: che scorra o sia pioggia che cade, mi affascina, mi fa sentire una perla di rugiada che rotola sull’erba, una corrente furiosa che sbriciola levigando la roccia; mi riempie di amore, nostalgia e di quell’insondabile mutevole creatura che è l’anima.





Si ringrazia l’autore per averci cortesemente fornito il materiale.