AUGUSTUS

di John Williams

Augustus di John Williams
Genere:Romanzo storico
Editore:Fazi
Pagine:409
Edizione:10 Giugno 2021


a cura di Rosa Zenone


Salve amici lettori,
ci ritroviamo con una novità libresca odierna, Augustus di John Williams, un romanzo che ci trasporta a in uno dei periodi più maestosi e affascinanti, attraverso un intreccio di storia e fiction preparatevi a conoscere Ottaviano Augusto e la sua compagnia. Buona lettura!

Sinossi

Sono le Idi di marzo del 44 a.C quando Ottaviano, diciottenne gracile e malaticcio ma intelligente e ambizioso quanto basta, viene a sapere che suo zio, Giulio Cesare, è stato assassinato. Il ragazzo, che da poco è stato adottato dal dittatore, è quindi l’erede designato, ma la sua scalata al potere sarà tutt’altro che lineare. John Williams ci racconta il principato di Ottaviano Augusto e i fasti e le ambizioni dell’antica Roma attraverso un abile intreccio di epistole, documenti, diari e invenzioni letterarie da cui si scorgono i profili interiori dei tanti attori dell’epoca, i loro dissidi, le loro debolezze: l’opportunismo di Cicerone, la libertà e l’ironia di Orazio, la saggezza di Marco Agrippa, la raffinata intelligenza di Mecenate, ma soprattutto l’inquietudine di Giulia, una donna profonda e moderna, che cede alla lussuria quanto alla grazia. In Augustus, che valse all’autore il National Book Award nel 1973, protagonista è la lingua meravigliosa di Williams che ci restituisce a pieno lo spirito della Roma augustea. Un capolavoro della narrativa americana che, fra ricostruzione storica, finzione e perfezione stilistica, non manca mai di dialogare con il presente, e in cui la grande storia è lo spunto per riflettere sulla condizione umana, sulle lusinghe del potere e sulla solitudine di chi lo esercita.

Recensione

Ottaviano Augusto, uno di quei personaggi storici in grado di farci sgranare gli occhi e di esercitare un’attrazione impareggiabile, la sua è stata un’esistenza dove è difficile discernerne il mito che diviene parte fondante della storia stessa. Non sorprende la vasta produzione dunque incentrata sullo stesso, con esiti più e meno felici. Maneggiare tale materia è come giocare col fuoco, nonostante l’affascinante richiamo si rischia di rimaner scottati.

Ma tra tanti che vi arrischiano, poi capita un qualche autore in grado di usare la materia e forgiarla abilmente come un moderno Efesto, di fruirne lasciandosi trasportare aggiungendovi, senza forzature, il proprio tocco distintivo: è ciò che avviene a John Williams con Augustus. Egli infatti intreccia realtà storica e fiction donandoci un’opera di verosimiglianza, senza stravolgere in modo colossale si cala e ci cala in quell’epoca attraverso una lettura inedita e umana dei vari eventi.

“(..) quel tempo in cui Ottaviano trovò Roma sanguinante e tra le fauci delle avverse fazioni, e uccise la bestia ribelle cavandole di bocca il corpo quasi esanime della città, e ne sanò le ferite e lo rimise insieme, perché marciasse con vigore sui confini del mondo.”

Augustus è la narrazione della parabola ascendente di Ottaviano, di come quel giovane seppe dimostrare le proprie doti fuori dal comune divenendo il primo imperatore romano, l’uomo più potente della propria epoca. La sua epopea prende avvio dalla morte di Cesare, l’evento destinato a cambiare per sempre la sua vita e a consegnargli un’eredità tanto immensa quanto gravosa e ingombrante.

“Non avevamo che un nome e la forza della nostra determinazione.”

La caratteristica principale del romanzo, elemento di gran pregio che ne conferisce uno spessore unico, è il complesso intreccio attraverso il quale si snoda. L’epopea di Augusto infatti è narrata negli anni dal levarsi di diverse voci, spesso tra loro dissonanti; epistole, scritti, diari dei diversi personaggi che hanno popolato quel periodo e circondato Augusto. Nemici, come lo storico rivale Marco Antonio, amici quali gli inseparabili Agrippa e Mecenate, ma anche nomi letterari altisonanti di quegli anni, Cicerone, Orazio, Ovidio, Nicola di Damasco ecc…

Ma non sono tutte voci maschili, al contrario largo spazio e rilievo hanno quelle femminili, della moglie Livia, dell’amante Terenzia, ma soprattutto della figlia Giulia, quest’ultima spicca in modo particolare ma soprattutto in un modo totalmente nuovo che tende a infonderle una maggiore dignità che la riabilita ai nostri occhi e fa sì che le si riservi umana comprensione.

I vari punti di vista si susseguono e sovrappongono, in un’alternanza che passa attraverso il tempo ma che lo percorre anche a ritroso attraverso la tecnica del flashback. Incastonandosi tra loro, man mano prende vita e si arricchisce di particolari la vita di Augusto, a mo’ di un arazzo filato da diverse dita per contribuire al disegno finale.

Tratto distintivo di Augustus è l’introspezione che coinvolge e caratterizza ogni singolo personaggio, ognuno di loro si lascia conoscere mentre fa conoscere Augusto, protagonista indiscusso dall’inizio alla fine, ma che lascia desiderare a lungo la propria diretta entrata in scena. Egli è sempre presente pur quando non lo è, la sua aura così potente si ravvisa anche nella sua assenza e raggiunge il culmine quando si manifesterà nella sua interezza, solo allora il palco sarà pronto a ospitarlo nel suo fulgido splendore.

“Fu il destino ad afferrarmi (…) e io scelsi di non sottrarmi al suo abbraccio. Forse fu più l’istinto che la consapevolezza, tuttavia a suggerirmi che se il destino di un uomo è quello di cambiare il mondo, egli deve innanzitutto cambiare se stesso. Se vuole obbedire al suo destino, deve trovare o creare nel suo cuore un luogo segreto, che sia indifferente a lui stesso, agli altri, e perfino al mondo che dovrà rimodellare – non in base ai suoi desideri, ma secondo un ordine che comprenderà lungo il cammino.”

Ma l’Augusto di John Williams non è un Augusto dai tratti soprannaturali bensì estremamente umano, colto in una dimensione intimistica in contrasto con il pesante fardello del potere sotto al quale tutto il resto è destinato a soccombere, come lasciano ben intendere le sue parole connotate da un forte lirismo e riflessioni. L’aver umanizzato Augustus nulla toglie alla sua grandezza, anzi la amplifica offrendocene un ritratto indimenticabile e incisivo in una luce inconsueta quanto riuscita e apprezzabile.

“Il mio destino, come ho detto, era quello di cambiare il mondo. Forse avrei dovuto dire che il mondo fu la mia poesia, che mi assunsi il compito di disporne le parti in un tutto, subordinando una fazione all’altra, e impreziosendolo come meritava. E tuttavia, se è un poema quello che ho creato, non è di quelli che sopravvivono a lungo.”

L’immagine della stessa Roma è rappresentata in chiaroscuro, fasto, potenza e cultura dell’età augustea si affiancano a corruzione, interessi personali e avide lotte per il potere dilaganti e subdole. Roma e Augusto sono ambedue esaltati nel proprio bagliore, un bagliore terreno che nella propria finitezza trova l’immortalità del mito che continua ad intrigarci tutt’oggi e che il libro, nell’evidenziarne i limiti, ci restituisce in una nuova veste estremamente evocativa.

Per definire lo stile di Augustus si potrebbe usare un’unica parola reiterata: curato, curato e ancora curato, in tutte le sue pagine e in tutte le sue righe, assolutamente impeccabile! Una scrittura che è manifestazione di acume e sensibilità, in grado di raccontare un’epoca passata in un’ottica conscia della natura umana e della sua immutabilità.

Augustus è il romanzo storico in cui tutti ci auguriamo di incappare, quel libro facile da terminare ma difficile da lasciare andare, impossibile non esserne conquistati.

Il nostro giudizio

TramaVoto 5/5

StileVoto 5/5

Piacevolezza Voto 5/5

CopertinaVoto 5/5

Voto finaleVoto 5/5

John EdWard Williams

Nato nel 1922 in una famiglia di modeste condizioni economiche del Texas, si iscrisse all’Università di Denver solo dopo la fine della seconda guerra mondiale, durante la quale fu di stanza in India e in Birmania dal 1942 al 1945. Rimase a Denver per tutta la vita, dove insegnò Letteratura inglese presso l’Università del Missouri e dove morì nel 1994. Poeta e narratore, John Williams è stato finalmente riscoperto negli ultimi anni, diventando un vero e proprio fenomeno di culto a livello internazionale. Oltre ad Augustus, Fazi Editore ha pubblicato Stoner (2012), Butcher’s Crossing (2013) e Nulla, solo la notte (2014).


Si ringrazia la casa editrice per aver cortesemente fornito il materiale