AUTUNNO

di Louis MacNiece

Cari amici lettori, benvenuti al nostro appuntamento con la poesia.
Oggi abbiamo scelto di parlavi di “Autunno” di Louis McNiece.
Buona lettura!

a cura di Elisa Mazza

Autunno

È suo il settembre che viene,
di lei che in autunno si sveglia vitale,
la cui natura appartiene
ad alberi spogli e a fuochi invernali.

Le dò questo mese e il seguente
sebbene il mio anno per intero sia suo,
di lei che i miei giorni turba sovente
ma ancor più sovente li rende felici.

Di lei che mi ha di profumo sfiorato, le pareti
in danza la sua ombra ha mutato,
i suoi capelli nelle mie cascate intrecciati.
E per Londra son sparsi i ricordi di baci.

Parafrasi di Autunno

È a lei che dedico il settembre venturo, per lei che in autunno si accende di vitalità e che sembra appartenere alla natura che cambia, come gli alberi spogli e i fuochi invernali. Le dedico questo mese e il seguente sebbene tutto il mio anno, per intero, sia suo; lei che rende i miei giorni pieni di sentimenti, turbati sovente ma ancor più spesso sa renderli felici. Di lei, che col suo profumo mi ha inebriato, e il suo spirito ha reso le pareti di casa vive, come in una danza, la sua ombra le ha trasformate; i suoi capelli nelle mie mani, come cascate intrecciati. E per Londra son sparsi i ricordi di baci.

Commento alla poesia Autunno

Ho letto la prima volta Autunno da ragazza, era citata nei “I Cercatori di Conchiglie” di Rosamunde Pilcher, un romanzo che stava leggendo mia madre e che le rubai curiosa, perché mi attirò il titolo interessante e la copertina molto sfiziosa. Mi tolse il respiro e automaticamente riempì gli occhi di lacrime: forse perché perfettamente collocata nella trama del libro, le sue parole mi riempirono dentro con una risonanza armonica, pulsante. Ferocemente bella, ecco cosa pensai. Delicata, traboccante di ardore e devozione Louis MacNiece ha saputo con grazia e carezzevole semplicità dare un senso all’amore, alla più pura dedica appassionata. La sensazione di risveglio e cambiamento data dall’Autunno imminente (la mia stagione preferita assieme all’Inverno) così ricco di calore e colore, ma anche leggermente malinconico mi ha riscaldata, accesa. La sensazione delle farfalle nello stomaco, dei citati turbamenti, e di promettenti giorni felici che riempiono il tempo, trasmettono benessere, tenerezza. Le mura casalinghe colorate dall’ombra di lei che danza, il profumo, le carezze nei capelli intrecciati alle dita e persino i ricordi condivisi sono immagini acute e sentimentali, commoventi: forse potrebbero passare per banali, parte del quotidiano e un invadente sguardo privato all’intimità di questa coppia, eppure sono per certo sensazioni universali, anzi essenza stessa del significato della vita. Vivere con ciò che ci incanta e riscalda il cuore. Autunno di MacNiece è parte di una raccolta inglese del 1939, Autumn Journal: un diario, o una sorta di lettera personale dove scrive ciò che sente in momento per momento, sia di vita privata che della incombente guerra spagnola; il poeta sottolineò infatti che erano tutti poemi dettati dalle sue reazioni e scevri di giudizio o finalità. Queste poesie dovevano essere solo un flusso di coscienza né definitiva né equilibrata. Successivamente, dopo questa dichiarazione, ho pensato che in Autunno parlasse non più di una Lei specifica, ma anche solo di uno stato emotivo di felicità e nostalgia: il risultato è in ogni caso che l’anima di MacNiece si è rivelata generosamente e con il suo calore amorevole mi ha affascinata e catturata per sempre.

Louis MacNiece

MacNeice ‹mëknìis›, Louis. – Poeta irlandese (Belfast 1907 – Londra 1963). Formatosi sui classici, inizialmente influenzato da W.H. Auden, usò un linguaggio ironico e talvolta colloquiale per esprimere contenuti di critica sociale e questioni problematiche della realtà del suo tempo. Tra le opere: i 34 canti di Autumn journal (1939), rievocazione della guerra civile spagnola combattuta tra le schiere dei repubblicani. Laureatosi a Oxford, vi subì, in parte, l’influenza di W. H. Auden che ebbe compagno di studi. Fu poi lecturer di lingue classiche all’università di Bimingham (1930-36) e in seguito di greco al Bedford College for Women (1936-40); dal 1941 fu scrittore e regista di trasmissioni per la radio inglese. Condivise gli orientamenti letterari e politici di poeti come C. Day Lewis e S. Spender; di quel periodo sono: Blind fireworks (1929), poems/”>Poems (1935), The earth compels (1938) e, in prosa, Letters from Iceland (1937), in collab. con Auden) e I crossed the Minch (1938). Poeta prezioso, formatosi sulla lettura dei classici (è da ricordare una sua pregevole traduzione dell’Agamennone di Eschilo (1937), M. usò in modo ironico il linguaggio tradizionale per esprimere nuovi contenuti problematici e polemici, e anche nella foga della passione non tradì mai la scrupolosa attenzione per gli aspetti formali e stilistici. Tra le sue opere poetiche, oltre al già citato Autumn journal , si ricordano: The last ditch (1940); Plant and phantom (1941); Springboard (1944, ispirato dalla guerra); Collected poems (1949); Visitations (1957); Solstices (1961); The burning perch (1963). Incontrarono successo di critica e di pubblico alcuni drammi radiofonici: Out of the picture (1937); Christopher Columbus (1944); The dark tower (1947); The administrator (1961); sono anche da ricordare una versione ridotta del Faust di Goethe (1951) e due libri di critica letteraria: Modern poetry (1938) e The poetry of W. B. Yeats (1941). Postume sono state pubblicate due opere drammatiche (The mad islands, 1964; One for the grave, (1968) e l’autobiografia The strings are false (1965).

Biografia tratta dall’Enciclopedia Teccani