Blu

di Giorgia Tribuiani

Blu

Blu di Giorgia Tribuiani
Genere:Narrativa
Editore: Fazi
Pagine: 220
Edizione:25 Marzo 2021


a cura di Rosa Zenone


Eccoci con un’odierna novità libresca, Blu di Giorgia Tribuiani, un romanzo che stenterete a dimenticare e che, attraverso l’introspezione dell’omonima protagonista, saprà scuotervi davvero fin nelle viscere… Un’opera che vi consigliamo vivamente e vi invitiamo calorosamente a conoscerla meglio con noi, buona lettura!

Sinossi

Ginevra, per tutti Blu fin da bambina, ha diciassette anni, frequenta il liceo artistico ed è una ragazza solitaria intrappolata in un mondo tutto suo fatto di rituali ossessivi e gesti scaramantici. I suoi genitori sono divorziati e Blu vive con la madre, una donna che lavora molto ed è spesso fuori casa. Blu ha un fidanzato, che non riesce a lasciare perché divorata dai sensi di colpa, un ragazzo che vorrebbe amare e di cui, invece, sopporta appena la presenza. L’unica cosa che ama davvero è l’arte, e disegnare risulta un’attività in cui dimostra di avere talento. Così, quando durante una gita scolastica assiste a un’esibizione di performance art, resta folgorata da quel modo di esprimere l’atto creativo e dall’artista stessa, fino a sviluppare per lei una vera e propria ossessione. A questo punto, i pensieri maniacali si fanno via via più opprimenti, finché la sua determinazione a essere una brava ragazza la porta a vivere uno sdoppiamento della personalità subdolo e pericoloso. Un romanzo forte e diverso che ci trascina nella mente claustrofobica di un’adolescente, prigioniera di azioni morbose e incomprensibili manie, sino a svelarne il delirante meccanismo. Il ritmo serrato, imprevedibile, e la densità della scrittura rendono in modo perfetto il tormento psicologico della protagonista e l’incessante lotta interiore per sconfiggere il suo doppio. Un libro che conferma il grande talento di Giorgia Tribuiani, autrice nuova e originale, capace di immedesimarsi e rendere appieno l’essenza e il tormento dei suoi personaggi.

Recensione

“Chiudili. Aprili e chiudili: tre. Aprili e chiudili: quattro. Aprili e chiudili, cinque. Non vorrai che accada qualcosa di brutto – aprili e chiudili, sei – a tua madre; nom vorrai che tua madre – aprili (…)”

Protagonista dell’opera è Ginevra, detta Blu, una diciassettenne di Bologna alquanto problematica, la cui mente è composta da contorti ingranaggi. Ella è inquadrata nella sua natura ossessiva, che si esplica in numerose manie che si susseguono con una disarmante ritualità alla quale non può sottrarsi.

L’intero romanzo è filtrato dalla sua mente, la narrazione è infatti condotta da una sorta di voce interna alla ragazza, che la guida e le si rivolge alla seconda persona manifestandone la psiche non propriamente lineare. Il modo in cui è giostrato il linguaggio è profondamente originale e adempiente al proprio fine, una narrazione scarna di punteggiatura che sembra non prender mai fiato; tale escamotage ci trasferisce pienamente il senso di angoscia e di panico che dominano Blu, il senso di annegamento in cui annaspa quotidianamente.

La voce narra gli eventi che avvengono, ma soprattutto ne richiama, con una certa ricorsività e in modo alquanto pindarico, alcuni appartenenti al passato e sui quali la protagonista rimurgina in continuazione, alimentando sempre più i sensi di colpa che risultano quasi innati alla stessa più che legati da un principio logico- consequenziale.

Blu è un’adolescente ingabbiata in una relazione che le risulta intollerabile e dalla quale non riesce a uscire, ma soprattutto è ingabbiata nella morsa letale della sua mente e in un labirinto oscuro di incomprensione e solitudine nel quale nessuno riesce a scrutare.

“(…) ma la verità, Blu, è che ti brucia forte che nessuno dei tuoi compagni abbia mai guardato la tua, di anima, è così?”

Le persone a lei vicino, ragazzo, genitori, matrigna, sorellastra e qualche compagna, affollano la sua testa e le visioni che ne derivano non fanno che conficcarvisi come pungenti spilli generatori di un dolore immenso, mai sopito e che trabocca in continuazione immergendola in una spirale di oblio incessante e lacerante, in un loop di brucianti rimorsi e di reiterazione dei suoi goffi tentativi di partecipazione alla vita.

“(…) ma sai che la solitudine ti infetta il sangue, e che hai bisogno di (feritoie) ferite per entrare nel cuore degli altri come una malattia.”

Ma in tutto questo buio si erge una luce, quella dell’arte, verso la quale la protagonista dimostra una particolare attitudine e inclinazione. La descrizione dei suoi momenti creativi è travolgente, ispirazione e ossessioni vi convivono in una simbiosi delicata, vivida, corredata di una sensibilità poco ordinaria. A rompere questo delicato equilibrio, e ad esasperarlo, interviene il primo contatto con il mondo della performance art, un mondo che immediatamente affascina la ragazza e la folgora attraverso la figura della sua esecutrice, la bellissima Dora.

“Vorresti dirle che bella è bella, anzi bellissima, stupenda, sublime come umana e come sirena e anche come donnavasca, e vorresti dirle poi che le sue performance ti hanno segnato come neanche l’amore ha saputo fare.”

Da qui quella che dovrebbe essere una sana passione acquisisce i caratteri insani e patologici. Dora comincia a monopolizzare completamente i pensieri di Blu, divenendone fonte, fulcro e destinataria: una vera e propria fissazione, una visione onnipresente che annulla completamente tutto il resto del mondo circostante, destinato a infrangervisi contro. Dora diventa l’elemento da cui scaturisce il moto, l’ideale verso il quale propendere, l’oggetto di desiderio in grado di infondere all’esistenza quel senso ultimo di cui è carente, la strada per una realizzazione di sé che però presuppone l’altro.

Blu è un unicum, sconvolgente, straziante, attanaglia completamente il lettore gettandolo senza alcun indugio in uno spazio asfissiante. Interamente costruito su suggestioni e sensazioni di uno spessore così fitto da risultare vivibile, perché Blu non è soltanto una lettura ma una vera e propria esperienza da sperimentare in prima persona attraverso una vasta miriade di sentimenti.

Giorgia Tribuiani ha creato un dedalo di specchi deformanti privo di scappatoie, dove Blu si riflette in noi e noi in lei.

“Eppure vibri forte, Blu, e ogni tratto sembra quello dell’eyeliner sulle palpebre al mattino, che non riesci mai a domare.”

Il nostro giudizio :

TramaVoto 5/5

StileVoto 5/5

PiacevolezzaVoto 5/5

CopertinaVoto 5/5

Voto finaleVoto 5/5

Giorgia tribuiani

Giorgia Tribuiani è nata ad Alba Adriatica ma vive a Bologna. Dopo la laurea in Editoria e giornalismo e un master in Marketing e comunicazione, ha collaborato con testate giornalistiche e agenzie di stampa e curato la comunicazione online per alcune multinazionali. Attualmente lavora come docente di Scrittura creativa presso la Bottega di narrazione, il Penelope Story Lab e la Side Academy. Ha esordito nel 2018 con il romanzo Guasti, edito da Voland.