REVIEW PARTY: ONOREVOLE ASSASSINO

di Anthony Ragman

Onorevole Assassino di Anthony Ragman
Editore: Saga edizioni
Genere: Thriller
Pagine: 144
Edizione: 18 giugno 2021




a cura di Elisa Mazza

Amici Lettori,
Onorevole Assassino è il nuovo romanzo noir di Anthony Ragman arrivato per spaccare senza remore ogni atmosfera tranquilla! Spudorato, con la sua anima corrotta e maligna, vi manderà letteralmente fuori di testa.
A volte è dura sopportare la realtà…

Buona Lettura!

Sinossi

Cosa fa dell’uomo, un uomo? E cosa dell’assassino, un assassino? Sono domande alle quali il protagonista cerca risposte, per sé, prima di chiunque altro. Si racconta senza veli, crudo e violento, inchiodato dall’ultima e definitiva domanda. Chi, o cosa, sono? Tornare indietro non sarà possibile e nemmeno lo interessa, calato in un buco profondo della mente in attesa della terra che spenga la luce. Una seconda possibilità non sarà concessa, tantomeno agli onorevoli.

Recensione

“Immortalare quelle figure martoriate prima di farle sparire e ripulire tutto mi dava gusto, un capriccio macabro, lo ammetto, ne avevo scattate almeno tre o quattrocento.”

Turpe. Crudele. Un abisso di agghiacciante lucida follia. Onorevole Assassino indirizza il lettore direttamente al reparto psichiatrico per quanto sia smodatamente menefreghista, una vera bandiera della disumanità… o una semplice sfaccettatura?
Mi ha appassionato un sacco questa lettura, una carambola di sensazioni: ho toccato dal cinico realismo al disgusto per l’aver condiviso con l’autore una realtà assolutamente inaccettabile, eppur resa perfetta dall’introspezione infetta e dissociativa, dal suo essere in ogni caso plausibile. Facendomi sentire melensamente buona perché nel romanzo non c’è spazio per la positività e ancor meno per il senso di colpa. Non esiste la paura di un karma avverso mentre a paragone io sono più un “My Little Pony” che sparge arcobaleni e cuoricini in abbondanza.
Può far sorridere ma il divario abissale mi ha quantomeno stregato e paralizzato. Un po’ come stare davanti alle mascelle di un grande squalo bianco (e qui Spielberg insegna): nonostante si provi un terrore puro ci si sente soggiogati, eccitati, se ne subisce inevitabilmente il fascino dell’orrore. Quella bocca infernale, sardonica, gli occhi neri senza vita che ti fissano e le fila di denti acuminati tra cui sporgono brandelli di carne e sangue…


Il Sangue. Anthony Ragman sa il fatto suo a descrizioni, a creare quel particolare che ti stringe lo stomaco. Tra sesso, droga e deliri, il sangue ricopre il ruolo di nutrimento del Male, un manto regale, velluto rosso e purpureo.

“Mi aveva drogato per giorni e tenuto alla sua mercé, soggiogato, umiliato, scopato, magari deriso e chissà cos’altro. No, non me lo spiego nemmeno ora a distanza di anni, o forse sì: quei giorni sognai altre coppe d’argento che erano diventate la mia vera droga, e l’amai. Amai il suo essere vero, la sua mente implacabile, sublime e complicata, la sua complicità e il felino che le abitava dentro: dai graffi decisi, profondi e spietati. Davano un significato alla mia vita. È così difficile da capire? Non dico che sia giusto o sbagliato, non cerco giustificazioni e neppure comprensione: chi se ne frega, davvero, faccio quello che voglio, quando voglio e come voglio.”

Onorevole Assassino non è solo un noir: lo definirei un testo chimico, corrosivo come l’acido, dove avverti chiaramente lo stritolamento delle sinapsi: va da se che all’interno troveremo personaggi distorti, corrotti, dai legami malati agli amori tossici. È curioso notare che anche nel rapporto tra “bastardi” esista comunque una pseudo galanteria, un codice comportamentale di rispetto. Onestamente, ci si può perdere in alcuni gap tra trama e intreccio, ma il testo rimane perfettamente in linea con quello che ci si aspetta dal genere letterario e le reazioni scioccanti dei protagonisti spesso inghiottiti dal tunnel degli stupefacenti. Identica sorte, e avverto i lettori più delicati che dovrebbero affrontare questa lettura con il giusto spirito, si troverà in alcuni paragrafi, dove non manca nulla, proprio nulla! La parola d’ordine è audacia: Ragman non ci risparmia della sfacciata componente splatter fino alla blasfemia. Vorrei potermi esporre di più sul filo conduttore della storia, ma mi gusta l’idea di farvi cadere nella “trappola” dell’incognito, come ci sono caduta io, del resto.
Ma in tutto questo il protagonista è riuscito a vedere il suo io?
Ha capito cosa è l’essere umano e che le azioni hanno delle conseguenze e influenzano il proprio destino?


“Vedevo di nuovo e non era certo un bello spettacolo. Pentito? […] ”

Il nostro giudizio:


TramaVoto 4,5


StileVoto 4


PiacevolezzaVoto 4,5


CopertinaVoto 4


Voto finaleVoto 4,5

Si ringrazia la casa editrice per averci cortesemente fornito il materiale.