BUIO

di Dacia Maraini

Buio di Dacia Maraini 
Genere:Narrativa 
Editore: Bur. Biblioteca universale Rizzoli 
Pagine:220
Edizione:7 Giugno 2000


Cari amici lettori, 
oggetto della recensione odierna è Buio di Dacia Maraini, con cui ha vinto il Premio Strega nel 1999; una raccolta di racconti incentrati sulla brutale violenza, non solo quella sulle donne fil rouge della produzione della scrittrice, ma anche quella ancor più ripugnante che si riversa sui bambini. Buona lettura!

a cura di Rosa Zenone


Sinossi

Premio Strega 1999. Cos’è il buio per un bambino se non l’immagine dell’altro che si insinua nel suo sguardo infantile quando la fiducia si trasforma drammaticamente in timore e paura? Cos’è il buio se non l’afasia di un corpo ancora non sviluppato nel momento in cui esso incontra quel qualcosa di incomprensibile e misterioso che costituisce il comportamento sessuale dell’adulto? E’ possibile cancellare questo buio senza uccidere il bambino che è in ciascuno di noi? Dodici storie che raccontano della violenza sull’infanzia e sull’adolescenza

Recensione

Buio, è una raccolta di racconti sviluppati attorno a una tematica comune, la violenza, declinata nelle sue diverse forme.

Ogni racconto ha una propria indipendenza, ma anche un filo conduttore, ognuno è infatti un caso della commissaria Adele Sòfia, presente già in Voci del 1994.

“A volte si illudeva di potere leggere sui visi che si trovava davanti il carattere, le abitudini, l’attitudine alla sincerità o alla menzogna. Ma spesso aveva dovuto ricredersi. Il volto umano parla, ma dice altre cose da quelle che si vorrebbero conoscere. I tratti, come anche il linguaggio, possono essere espliciti nel rivelare la cultura, l’origine sociale, le abitudini professionali; (…) Ma tutto questo non serviva assolutamente a stabilire la verità.”

Pur essendo il personaggio cardine, Adele Sòfia, è approfondita minimamente nei propri tratti, ella rappresenta semplicemente il cardine che unisce le varie narrazioni. Ma, nonostante sia abbozzata rapidamente, tende ad acquisire sempre più spessore, non solo per il suo acume e la sua umana comprensione, ma soprattutto perché è la luce della giustizia che si irradia nel buio circostante.

Un buio imbastito dai diversi casi di omicidi e stupri, tanto più cupo poiché coinvolge l’infanzia indifesa e innocente, completamente impreparata alle raccapriccianti soverchierie degli adulti.

“Apre un momento gli occhi e lo vede sopra di sé, la testa all’indietro in cima alle braccia tese che si appoggiano al letto sopra la sua testa. Dal petto nudo colano gocce di un sudore che sa di cane bagnato. Forse è un cane trasformato in uomo. Viollca prova a guardargli i piedi per vedere se hanno la forma delle zampe. E vede qualcosa di scuro e di peloso. «Ti ho fatto male?» dice lui ansimandole sulla bocca. Lei non riesce a spiccicare parola. Il dolore è forte, acuto, come uno strappo dall’interno delle viscere. Il cane ha morso, il cane ha morso. Se smettesse almeno di gocciolare. Ora ha freddo alle gambe che sente gelate e immobili sul lenzuolo. Il ventre pure è gelato e di sasso.”

Numerose storie riguardano gli abusi perpetrati su bambini, una fiducia ingenua la loro tradita molto spesso proprio da chi avrebbe dovuto proteggerli, ma anche dall’”altro”, del quale candidamente non si è dubitato.

“Da lontano il grigio della giacca luccica come fosse di piume iridescenti. Le scarpe gialle, poi, assomigliano a delle zampe di uccello. Che sia un piccione gigante?”

Individui non ancora adulti ma costretti a subire le brutture del mondo, di un mondo che ai loro occhi sarebbe dovuto apparire solo sfaccettato di mille colori, e che, invece, li ha fagocitati nel proprio buio.

Tali narrazioni indubbiamente sono le più agghiaccianti, seppure di rado totalmente esplicite, riescono a suscitare orrore anche nel non detto e nell’implicito. Suscitano rabbia, tristezza e frustrazione, ma soprattutto incapacità di comprendere determinate mostruosità.

Non vi sono però solo storie di pedofilia, ma anche di brutalità ai danni di adolescenti, donne e perfino di un uomo. Buio insomma ingloba e illustra diverse tipologie di violenza denunciandone l’atrocità.

Abbiamo accennato già al ridotto spazio della commissaria, una trovata che consente di porre in primo piano non la stessa bensì le vittime e le loro vicende. Ognuna di loro infatti è maggiormente caratterizzata ed è piena protagonista della propria storia, il che consente indubbiamente una piena partecipazione del lettore alla stessa. Ad avere infatti un forte impatto sono proprio i singoli particolari delle situazioni che rimangono impressi a fuoco nella nostra memoria.

Buio è un libro che si legge velocemente data la fluidità della scrittura, tuttavia data la materia trattata e il modo di affrontarla, non è certo una lettura frivola, bensì in grado di farci riflettere, ma anche di coinvolgerci e sconvolgerci con la sua attualità.

“Siamo vili questo è proprio vero, come dice la commissaria Adele Sòfia: ognuno per sé e male per tutti.”


Il nostro giudizio:

Trama Voto 4,5/5


Stile Voto 4,5/5


PiacevolezzaVoto 4,5/5

CopertinaVoto 5/5


Voto finaleVoto 4,5/5

dacia maraini

Dacia Maraini è autrice di numerosi romanzi, di testi teatrali e di poesie. Ella nasce a Fiesole nel 1936. Ha passato parte della sua infanzia in Giappone, dove ha subito la traumatica esperienza dell’internamento in un campo di concentramento assieme alla propria famiglia. Rientrata in Italia ha vissuto prima a Bagheria in Sicilia e poi a Roma, città nella quale ha conosciuto Alberto Moravia, di cui è stata la compagna. Dei suoi libri, ricordiamo Memorie di una ladra (1972), La vacanza(1962), L’età del Malessere (1963), La lunga vita di Marianna Ucría (1990), Bagheria (1993), Donne mie (1974), Donna in guerra (1980), La nave per Kobe (2003), La bambina e il sognatore(2015), Tre Donne (2017), Corpo felice. Storia di donne, rivoluzioni e un figlio che se ne va (2018), Trio. storia di due amiche, un uomo e la peste a Messina (2020), La scuola ci salverà (2021) e Una rivoluzione gentile (2021).