CIELO ROSSO

di Anna Siliberto

Cielo Rosso di Anna Siliberto
Editore: ‎ Leonida
Genere: Narrativa contemporanea – Saga familiare
Pagine: 128
Data di uscita: 1 settembre 2022

“Cielo Rosso” di Anna Siliberto ci racconta la storia di due sorelle, Rosa e Dalia, e di come le loro vite, pur prendendo strade diverse, restano comunque legate a doppio filo.
Un romanzo familiare, una storia che ci parla della meravigliosa Taranto, città fatta di luci e ombre, amore e gioia, ma anche sofferenza, paura e malattia, una città nella quale il lavoro da una parte ti dà la possibilità di crearti una famiglia ma dall’altra mette te e i tuoi cari in pericolo.
Vi assicuro che questo è un romanzo che non riuscirete a dimenticare!
Buona lettura!

a cura di Manuela Morana

Sinossi di CIELO ROSSO

Dalia è una donna affermata, docente universitaria e famosa scrittrice di manuali di economia. Vive a New York con Paul, suo compagno di vita, ma proprio quando tutto sembra aver preso una precisa direzione, una telefonata dall’Italia della sorella gemella Rosa rimescola le carte, e tutti i pezzi della sua esistenza si slegano come tanti granelli di sabbia. Un tuffo nel passato, nella sua infanzia, un ritorno alle origini e sullo sfondo uno dei quartieri più inquinati d’Europa, in una Taranto dal mare cristallino e dalle dune di spiaggia bianca, tenuta sotto scacco da un Mostro d’Acciaio, dalle ciminiere e dalla polvere, rossa, che si appiccica ovunque come la sabbia fine di quei luoghi. Cielo rosso è una storia di fatica e impegno premiati, di resilienza, riscatto familiare e soprattutto personale.

Recensione

“Cielo rosso” è una storia potente, evocativa e fortissima. Contiene tantissimi spunti di riflessione e il lettore non può fare a meno di venire risucchiato completamente dall’atmosfera che si respira.
Personalmente mi ha proprio conquistata, forse proprio perché è una storia estremamente realistica, forse perché in alcune cose io sono molto simile a Dalia e alcuni tratti di quella realtà che queste ragazzine vivono li ho vissuti tra le vie di Librino che tanto mi ricordando i vicoli del Rione Tamburi, forse perché quando nasci in un “quartiere difficile” la voglia di riscatto e di emancipazione è tanta o più probabilmente perché questo romanzo è scritto veramente benissimo e non si può fare a meno di amarlo. Qualunque sia la motivazione non posso che consigliarvi di dedicare qualche ora del vostro tempo a questa lettura che vi aprirà cuore e mente.

Le giornate per la famiglia di Dalia e Rosa sono sempre abbastanza uguali, Nella, la loro mamma fa del suo meglio per mettere a tavola pranzo e cena e far quadrare il bilancio familiare non senza grossi sacrifici e fatiche, Franco, il padre lavora nella fabbrica, il Forno, così la chiama lui perché le temperature lì dentro sono veramente insostenibili.
A nessuno piace davvero la fabbrica, con la sua polvere che si deposita ovunque e che fa ammalare le persone, ma d’altra parte è quella una delle pochissime fonti di lavoro sicuro sul quale possono contare gli abitanti di Taranto in quegli anni.

Nel Rione Tamburi la polvere è ovunque: sui balconi, sui davanzali delle finestre, sulle strade, sulle macchine, sugli alberi, sulla frutta e sul cibo in vendita nelle bancarelle. Essa entra anche dentro i palazzi, nelle scuole, nelle case, fa parte della città la respiri ogni giorno, come l’aria.
La mattina, le macchine si muovono tutte nella direzione della fabbrica.
Tra queste c’è anche la Fiat Uno blu di Franco Basile, che dopo una colazione frugale è lì a percorrere il Vialone alberato, quel vialone che porta al Forno, come lo chiama lui.
[…]
La temperatura esterna è già soffocante, più ci si avvicina più sale, ma è nulla in confronto al calore che c’è all’interno della fabbrica.
A breve, gli uomini di un intero quartiere saranno chiusi lì dentro.

Nemmeno all’esterno della fabbrica le cose vanno meglio, il Rione è un luogo pericoloso, un luogo nel quale nonostante i bambini si riuniscano a giocare per strada bisogna stare sempre attenti perché non sai mai cosa può capitare.

Sembra una sera come tutte le altre, ma non lo è.
Un tonfo fortissimo, come uno sparo, arriva dall’ esterno e poi urla e grida di disperazione.
Franco si precipita alla finestra.
Nella corre in stanza dalle bambine e prova a fare in modo che i loro occhi non vedano cosa è successo fuori.
«Inda a stanz avit a sta!» ordina loro.
Ma Rosa e Dalia, curiose, velocemente si affacciano e i loro occhi si riempiono di scene di disperazione. Le urla della gente, persone ferme a osservare e poi un telo bianco disposto sopra un corpo per coprirlo e il sangue a terra piano piano assorbito dal lenzuolo che presto si tinge di rosso.
Rosa corre ad abbracciare la madre e si calma quasi subito. Dalia, invece, resta in disparte, è impaurita, sente la sofferenza degli altri e lo smarrimento dei suoi genitori.
Si chiude in sé stessa e per allontanare tutti i pensieri negativi dalla sua testa se ne va sul suo letto e riprende a leggere.

Dalia e Rosa sono gemelle ma Rosa da sempre protegge Dalia, le fa da scudo, è la più coraggiosa, quella con la risposta sempre pronta, è una ragazza intraprendente e capace di difendersi e di difendere la sua più timida e composta gemella.
Ma persino Rosa non esce totalmente incolume da quella realtà, perché a volte il Rione diventa pericoloso per chiunque, anche per un gruppetto di ragazzini non più bambini ma non ancora uomini e donne che stanno semplicemente chiacchierando e giocando insieme.
Anche per questo sua sorella Dalia capisce che quella vita le va stretta, lei vuole di più, vuole scappare, vuole una vita migliore, senza paura, senza malattie, senza fame e miseria.

Dalia intuisce subito che leggere e imparare cose nuove la può aiutare a capire meglio il mondo, la può aiutare ad emanciparsi e ad andarsene via dal Rione, le può garantire una vita migliore, un ambiente più sicuro e una stabilità economica impossibili da raggiungere restando lì.
È per questo che nonostante il bene profondissimo che nutre per sua sorella Rosa decide di intraprendere una strada diversa.
Durante l’ultimo anno delle superiori infatti Rosa conosce Angelo, si innamora e poco dopo tutta la sua vita cambia radicalmente.
Questo allontana Dalia da sua sorella, per la prima volta si rende conto che può andare a scuola anche da sola, che può affrontare il mondo anche senza nascondersi dietro sua sorella. E cresce ancora di più la consapevolezza del fatto che lei vuole altro nella vita, vuole studiare, ama farlo e le riesce benissimo.
È anche per questo che trova il coraggio di dire ai suoi genitori che lei vuole iscriversi all’università. La nostra giovane protagonista sa che in casa i soldi non potrebbero mai bastare per permetterglielo ma si è informata e ha scoperto che danno delle borse di studio per gli studenti meritevoli che non possono permettersi di pagare la retta.
Dalia sa di essere brava, sa di potercela fare e non chiede di meglio, per questo quando lascia la famiglia per andare a studiare a Lecce da una parte ha paura e, com’è ovvio che sia sente forte la loro mancanza, ma dall’altra è euforica, immensamente felice e soddisfatta della scelta fatta.

Dalia fiorisce, cambia, matura, diventa lei la sorella forte, quella capace di risolvere ogni problema, di combattere le avversità. E dopo la laurea capisce che non ha ancora finito, che non può ancora fermarsi, così chiede il permesso di andare a studiare in America, un master importante in una facoltà prestigiosa l’attende e con esso tanti altri traguardi che la porteranno a diventare una donna in carriera.
La sua mamma non sembra capire le sue motivazioni, Rosa ancora meno, entrambe non capiscono perché Dalia sente il bisogno di andare tanto lontano, di arrivare fino in America per sentirsi felice e realizzata ma Franco è così fiero della sua bambina, della donna che è diventata, di ciò che sta dimostrando a tutti.

“Cielo rosso” procede raccontandoci le avventure di questa famiglia, le difficilissime e dolorosissime prove che deve affrontare, le malattie che improvvisamente gettano nella disperazione e nello sconforto tutti, gli immensi sacrifici per provare a salvare i propri cari ma soprattutto ci racconta di come inseguire i propri sogni sia importante, di come i legami non si spezzano mai nonostante le enormi distanze, di come la famiglia sia sempre un porto sicuro dove rifugiarsi durante le tempeste.

La gentilissima Anna Siliberto, che dopo il nostro primo contatto ho avuto il piacere di conoscere un po’ meglio e alla quale mi sono sinceramente affezionata per la bontà d’animo, la sensibilità, la comprensione e l’empatia che ha sempre dimostrato in ogni nostra interazione ha scritto una storia capace di scaldare i cuori, di farci riflettere, di farci viaggiare per cercare di sognare un futuro migliore ma anche capace di darci la forza di tornare e cercare di fare del nostro meglio per cambiare le cose, almeno per i nostri cari, almeno per quel poco che possiamo fare.
Il suo stile è sublime, coinvolgente, emozionante, avvolgente. La sua penna tratta temi difficili con una delicatezza e una maestria senza eguali.
Le sarò sempre grata per avermi dato l’opportunità di far entrare nella mia vita la storia di Dalia e Rosa. Sono state per me compagne di viaggio preziose e le porterò sempre nel mio cuore.

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5



Si ringrazia l’autrice per averci cortesemente fornito il materiale.