Curiosità n°14 – Charles Bukowski, una vita di eccessi (seconda parte)

a cura di Pamela Mazzoni

“Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l’anima in fiamme.”

(Charles Bukowski)

Buongiorno a tutti i nostri lettori e ben ritrovati alla seconda ed ultima parte delle nostre curiosità (qua la prima) dedicate a Charles Bukowski. Lo scrittore, che per i suoi lettori non conosce mezze misure, o lo ami o lo detesti, è uno di quelli che ben si presta alla nostra rubrica di Curiosando in punta di libri: la sua vita, vissuta al limite, caratterizzata da ogni tipo di eccessi, è ricca di stranezze ed aneddoti che lo riguardano, e noi in queste due parti che gli abbiamo dedicato ve ne abbiamo mostrati alcuni.Un modo per conoscere meglio un uomo che ha avuto, nella sua travagliata vita, la fortuna di fare quello che più amava, e lo ha fatto anche bene: scrivere.

John Martin è stato l’editore di Bukowski per quasi tutta la sua carriera, ed è grazie al suo intuito che lo scrittore è diventato quello che conosciamo oggi.
All’epoca Martin aveva un altro lavoro, ma leggendo gli scritti di Bukowski su alcune riviste underground, capì di dover fare qualcosa: quei libriccini di 10/12 pagine nascondevano un talento fuori dall’ordinario.
Fu così che Martin fondò la Black Sparrow Edition, solo per pubblicare i libri di Bukowski: era il 1965, ed il compenso pattuito per lo scrittore fu di 100 dollari al mese per tutta la vita: cifra che Buk accettò di buon grado, dato che così poteva lasciare il lavoro alle Poste e fare ciò per cui era nato, cioè scrivere.
Oltretutto 100 dollari erano più che sufficienti a coprire le spese per gli alimenti della ex moglie e per mantenere i suoi immancabili vizi.
Logicamente, dopo il successo ottenuto, al compenso iniziale furono aggiunti alcuni zeri….
Quando arrivò il successo, per Bukowski arrivarono i feroci detrattori ma anche gli appassionati fans: tra questi Bono Vox, voce degli U2, a cui lo scrittore fu presentato da Sean Penn.
In occasione di un concerto della band al Dodger Stadium di Los Angeles, il 30 ottobre 1992, Bono invitò a parteciparvi Bukowski e la moglie Linda Lee, grande fan degli U2: al momento di cantare Dirty day, la dedicò alla coppia, e per il pubblico fu delirio.
Tra l’altro, l’ultima frase di questa canzone è proprio una citazione del titolo di una raccolta di poesie di Buk.
Charles Bukowski, spesso sotto i fumi dell’alcol, aveva reazioni a volte esagerate.
Un giorno andò a trovare il regista Les Blank, suo grande ammiratore, e tra un bicchiere di vino e l’altro il regista chiese a Bukowski un autografo e gli porse una penna ed una copia di Taccuino di un vecchio sporcaccione: per tutta risposta, lo scrittore ci sputò dentro, lo richiuse e glielo restituì.
Non pago, Bukowski scatenò una rissa, insultando e cercando di prendere a pugni il regista.
Chissà se Blank lo avrà invitato di nuovo…
Bukowski amava scrivere tra le dieci e le due di notte, due o tre volte a settimana.
I suoi compagni? La macchina da scrivere, i fogli, birra o vino, sottofondo di musica classica: e la magia si compiva.
Charles Bukowski morì il 9 marzo 1994, non per una scontata e prevedibile cirrosi epatica, ma per una leucemia fulminante.
Il funerale si svolse con rito buddista, religione a cui lo scrittore si era avvicinato negli ultimi anni della sua vita.
È sepolto al Green Hills Memorial Park in California e, come possiamo vedere dalla foto, sulla sua lapide è raffigurato un pugile con la guardia alzata, pronto a colpire, e si può leggere l’epitaffio Don’t try, “Non provare”.
Questa frase è presente in una delle sue poesie ed è così che la spiega lo stesso Bukowski in una lettera del 1963:

«Qualcuno in uno di questi posti… mi chiese: “Cosa fai? Come scrivi, come crei?” Non lo fai, gli dissi. Non provi. È molto importante: non provare, né per le Cadillac, né per la creazione o per l’immortalità. Aspetti, e se non succede niente, aspetti ancora un po’. È come un insetto in cima al muro. Aspetti che venga verso di te. Quando si avvicina abbastanza, lo raggiungi, lo schiacci e lo uccidi. O se ti piace il suo aspetto ne fai un animale domestico.»

Sempre nella speranza di aver solleticato il vostro interesse ed il vostro lato più curioso, le Penne Irriverenti vi salutano e vi danno appuntamento al prossimo articolo della rubrica Curiosando in punta di libri.
A presto!