Curiosità n° 30 – Loghi e dintorni

a cura di Pamela Mazzoni

Logo Loghi

Cari lettori, bentrovati in Curiosando in punta di libri. Forse non tutti sanno che risale al 1868 la prima legge che in Italia regolamentava i primitivi “marchi di fabbrica” sui prodotti in generale; ma già diversi secoli prima l’antesignano di quello che è l’odierno logoera già in uso presso gli stampatori, che apponevano un personale simbolo su ogni volume da loro prodotto: era la cosiddetta Marca Tipografica. Oggi più che mai il marchio scelto ha un’importanza strategica: è unico, ti rappresenta e basta un colpo d’occhio per associarlo all’azienda a cui appartiene. Proprio per questo negli anni anche le case editrici hanno scelto con estrema cura il proprio nome (anche se diverse hanno optato per quello del loro fondatore) ed il logo che ne permettono la diretta individuazione: due simboli della loro identità, di ciò che sono e di tutto quello che desiderano trasmettere ai loro lettori. Vediamone insieme qualcuno:

Les Flâneurs Edizioni nasce nel 2015 da una brillante idea di Alessio Rega e Bianca Cataldi. Il nome scelto è un omaggio al poeta Charles Baudelaire ed alla figura da lui coniata riferendosi al pittore parigino Guys, quella appunto del flâneur: l’intellettuale, in bombetta e bastone (entrambi riportati anche sul logo), che cammina liberamente e senza meta per la città osservando con sguardo acuto ed incuriosito ciò che lo circonda, pronto a discutere di letteratura e filosofia. L’obiettivo della casa editrice infatti è proprio questo: diffondere la letteratura in ogni sua forma con la massima libertà di pensiero.


Il logo della casa editrice Adelphi rappresenta l’antico pittogramma cinese della “luna nuova”, simbolo della continua morte seguita dalla rinascita. Nel 1961, infatti, l’allora segretario editoriale della Einaudi, Luciano Foà, si dimise perché la casa editrice si rifiutò di pubblicare l’opera completa di Nietzsche. Fu così che nel 1962 vide la luce la Adelphi, chiamata così perché questa parola greca significa fratelli, quindi simboleggia la comunione d’intenti dei soci fondatori, lo stesso Foà e Roberto Olivetti. Uno dei primi obiettivi raggiunti? La pubblicazione dell’intero catalogo di Nietzsche.


TEA è l’acronimo di Tascabili degli Editori Associati, casa editrice fondata a Milano nel 1987 sulla scia di un modello europeo già rodato che prevedeva come scopo la pubblicazione, in edizione tascabile, di libri di altre case editrici. Successivamente si è aggiunta la pubblicazione di opere prime. Il nome TEA indica però anche una varietà di rosa, che è infatti proprio il simbolo riportato nel logo.



La minimum fax nasce a Roma nel 1994 ed il suo nome gioca con l’appellativo dato ad una discussa tassa introdotta dal Governo Amato negli anni 90, appunto la cosiddetta minimum tax, usando però il sostantivo fax perché era proprio tramite questo apparecchio che quella che inizialmente era nata come rivista dedicata alla scrittura era diffusa negli uffici, nelle scuole e nei circoli. Infatti è per tutto ciò che il logo rappresenta la lettera emme che termina con un pennino.



Questa casa editrice, fondata a Roma nel 1979, sia nel nome scelto che nel logo ha messo tutta se stessa: l’intento dei fondatori era infatti quello di abbattere le frontiere e creare dei ponti che unissero culture diverse. Da qui la e/o  del nome, inteso come est/ovest ma anche e/oppure, e la scelta della cicogna come simbolo, dato che è l’uccello migratore per eccellenza. Una letteratura senza confini la loro, che negli anni ha spaziato da autori russi, cechi, americani, canadesi, cubani; sempre coerenti con l’iniziale pensiero.




Era il 1929 quando Valentino Bompiani fondò in quel di Milano l’omonima casa editrice e come logo fu scelta la lettera  B del cognome disegnata su un libro aperto.  Recentemente però lo stesso è stato rivisitato: è rimasta la lettera B, ma al posto del libro ora ci sono i petali di un fiore di loto, simbolo di conoscenza e saggezza. 




Anche per oggi la nostra rubrica è giunta al termine, anche se più avanti riprenderemo questo argomento: sono ancora tante le case editrici i cui nomi e loghi meritano uno sguardo più attento. Nel frattempo, le vostre Penne Irriverenti vi augurano buona giornata!