Curiosità n°12 – Pillole di curiosità sui libri (seconda parte)

a cura di Pamela Mazzoni

Pillole di curiosità sui libri

Ben trovati al nostro consueto appuntamento quindicinale con la rubrica Curiosando in punta di Libri. Oggi proseguiamo lo zigzagare, iniziato la scorsa volta, tra una curiosità e l’altra, su vari argomenti inerenti, come sempre, il meraviglioso mondo dei libri e della letteratura in generale. Un mondo magico che non finisce mai di stupirci, fonte inesauribile di scoperte. Ed allora iniziamo!

  • Nell’era del digitale il libro cartaceo non perde il suo fascino: come sostituire le sensazioni sensoriali che ci solletica? Il frusciare delle pagine, il colore giallastro che acquistano le pagine invecchiando ( causa il processo di idrolisi), e poi l’odore, quell’odore inebriante ed inconfondibile che nei vecchi libri viene rilasciato dalla carta, di origine vegetale, che contiene grosse quantità di lignina, una sostanza simile alla vanillina: da qui il caratteristico odore per molti di noi irresistibile. Quasi una mania quella di annusare i libri, per lasciarsi inebriare dal profumo che sprigionano: sapete che tutto questo ha uno specifico nome? Ebbene sì, la nostra sana e positiva “malattia” viene chiamata bibliosmia. Tanto è diffusa tra i lettori che qualche anno fa alcune aziende profumiere hanno pensato bene di imbottigliare questo particolare odore, creando delle quantomeno originali fragranze: possiamo scegliere se spruzzarci un po’ di Profumo al libro antico, oppure usare qualche goccia di Essenza al libro appena stampato, o ancora spargere per casa questi stessi odori sotto forma però di deodoranti per ambienti.
  • Hermann Melville, indimenticato autore di “Moby Dick, per la balena bianca si ispirò alla vicenda di Mocha Dick, un gigantesco capodoglio albino che all’inizio dell’Ottocento viveva nell’Oceano Pacifico. Sembra che il cetaceo sia sopravvissuto ad oltre cento scontri con le baleniere, prima purtroppo di rimanere ucciso                                                                                                                                     
  • Ci sono libri per tutte le tasche: dalle edizioni economiche, a quelle rare, a quelle pregiate. Ma sapete qual è il libro più costoso? Il podio lo merita sicuramente quello acquistato da Bill Gates nel 1994, durante un’asta di Christie. Sono stati infatti 30,8 milioni di dollari quelli pagati dal magnate americano per appropriarsi de “Il Codice Leicester” di Leonardo da Vinci: trattasi di un manoscritto di genere scientifico, composto da 72 pagine contenenti teorie e riflessioni su diversi argomenti, con un occhio di riguardo verso gli studi di idraulica, vergato dall’italico Genio tra il 1504 ed il 1508.Un’altra particolarità di questo pregiato volume sta nel nome, sempre legato ai collezionisti che lo hanno via via posseduto: infatti il libro fu acquistato una prima volta nel 1717 dal Conte di Leicester, ed è così che il tomo divenne quindi  “Il Codice Leicester”. Nel 1980, però, il nuovo proprietario, Armand Hammer, lo rinominò “Codice Hammer”, altro nome con cui è conosciuto; fino ad arrivare a Bill Gates, che ha preferito soprassedere su questa tradizione ed ha invece fortunatamente optato per il titolo datogli la prima volta.                                                                                            
codice leicester
  • Sempre parlando dei libri più costosi, la medaglia d’argento se l’aggiudica una delle 17 copie dell’originale del documento noto come La Magna Carta, acquistato nel 2007 da un miliardario americano che, per impossessarsene, ha sborsato l’astronomica cifra di 20,1 milioni di euro. Questo basilare documento storico, scritto in latino, gettò le fondamenta del moderno stato di diritto, e quindi della democrazia: il 15 giugno 1215 un gruppo di baroni inglesi costrinse il re d’Inghilterra Giovanni Senzaterra a redigere questa carta, con la quale venivano riconosciuti tutta una serie di privilegi e libertà nei confronti dei feudatari, della Chiesa, delle città inglesi e degli “uomini liberi”, con l’esclusione quindi dei servi della gleba e degli appartenenti ai ceti inferiori, limitando così di molto il libero arbitrio del re.
  • Forse non tutti sanno che sir Winston Churchill, politico di primo piano nella storia del ‘900, Primo Ministro del Regno Unito durante la Seconda Guerra Mondiale e noto anche come oratore sopraffino, è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1953. Proprio i suoi discorsi dallo stile impeccabile e le sue opere di storia, tra le quali ricordiamo “La seconda guerra mondiale”, gli valsero l’ambito riconoscimento. Sembra però che quell’anno i giurati della Reale Accademia di Svezia, che assegna il Nobel, fossero molto indecisi su chi premiare, vista la scarsità di spessore dei partecipanti.  Alla fine, gli accademici preferirono assegnare il riconoscimento a Churchill piuttosto che non assegnarlo per nulla: non fu un premio al migliore del palmares, piuttosto al meno peggio
Churcill

Anche per quest’oggi siamo giunti al termine e vi diamo quindi appuntamento al prossimo articolo di Curiosando in punta di Libri, sempre con la speranza di avervi piacevolmente intrattenuto con le nostre curiosità. Le Penne Irriverenti vi augurano buon proseguimento di giornata!