CURIOSITÀ NATALIZIE – Natale, nel cuore e nei libri

Natale, nel cuore e nei libri

Cari lettori,
eccoci arrivati al periodo più magico dell’anno.
Il Natale porta con sé speranza e Dio solo sa quanto è necessaria, in questo momento più che mai.
Oggi ci dedicheremo ad alcune curiosità su scrittori e opere strettamente legati al periodo natalizio.

Natale, nel cuore e nei libri di:

CHARLES DICKENS

Come non iniziare proprio da lui?
Dickens è sicuramente l’autore che più di altri ha saputo rappresentare al meglio il vero spirito natalizio e tutta la magia di questa festività.
E lo ha fatto nell’indimenticabile, meraviglioso e iconico capolavoro che è A Christmas Carol, o Canto di Natale, forse l’unico libro a vantare più di 20 trasposizioni cinematografiche.
Ma ecco che qui subentrano le Penne Irriverenti, con alcune curiosità su questo racconto che forse non tutti conoscono.
Dickens scrisse Canto di Natale in un tempo record, appena 6 settimane, da ottobre a dicembre 1843.
Appena uscito ebbe un immediato successo: vendette infatti oltre 6000 copie, tantissime per quegli anni.
foto da internet
Il tirchio e insopportabile protagonista del racconto, Ebenezer Scrooge, ha ispirato molti autori per la creazione dei loro personaggi: uno per tutti Carl Barks, il grande fumettista della Disney, per l’altrettanto avaro ma sicuramente più simpatico Zio Paperone, il cui nome originale era appunto Scrooge Mc Duck.

Non solo nella letteratura però Scrooge è stato fonte di ispirazione, ma anche nella musica: è del 1982 il brano del cantante rock Alice Cooper, intitolato appunto Make That Money (Scrooge’s Song).
Lo scrittore leggeva spessissimo in pubblico brani tratti dal suo “Canto di Natale” mentre sorseggiava rum con panna, entusiasmando il pubblico che lo seguiva rapito.
Proprio riguardo ai partecipanti a queste performance, un critico ebbe modo di dire che “erano caduti in una specie di trance, dal momento che un sentimento universale di gioia sembrava invadere l’intero pubblico”.

Nel marzo del 1870, durante una di queste letture, Dickens si accomiatò dal suo appassionato uditorio in un modo che, col senno di poi, risultò una inquietante preveggenza.
Queste le sue parole: “Da queste luci sgargianti io scompaio ora per sempre, con un addio accorato, grato, rispettoso e affettuoso”.

A tre mesi di distanza, il 9 giugno 1870, Charles Dickens infatti morì per una emorragia cerebrale.

J.R.R. TOLKIEN

Il geniale autore de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit, tanto per citarne qualcuno, è stato un maestro del genere fantastico, capace com’era di portarci in mondi paralleli, tra creature incredibili e lingue sconosciute.
Ma non era solo questo: lui era anche, e soprattutto, un padre molto amorevole per i suoi 4 figli.
Tanto che, forte di una fervida immaginazione e di un talento naturale per le illustrazioni, decise di ideare per loro una fantastica sorpresa: dal dicembre del 1920 fino al 1943, ogni anno, fece pervenire una busta bianca con francobollo del Polo Nord, che conteneva una lettera che sembrava provenisse proprio da Babbo Natale in persona.
foto da internet
Forse pensate inizialmente come brevi biglietti per allietare i figli, con gli anni le lettere divennero sempre più lunghe e particolareggiate nel raccontare un immaginifico universo abitato non solo da Babbo Natale ma anche da una variegata e particolare serie di personaggi: gli elfi, i pestiferi Goblin, gli gnomi, i Bimbi-neve e il tenero e pasticcione Orso Bianco del Nord.
Il tutto curato sin nei minimi dettagli, dallo stile di scrittura in base al mittente, ai francobolli ideati da Tolkien e che cambiavano ogni volta, ai coloratissimi disegni, fino alla strana lingua del Polo Nord, logicamente inventata dallo scrittore.
 Un esempio delle illustrazioni contenute nelle lettere – foto da internet
Le lettere, i cui originali sono custoditi presso la biblioteca Bodleiana di Oxford, dove Tolkien insegnava, sono state raccolte in un libro intitolato Letters From Father Christmas, o Lettere da Babbo Natale.

JEAN-PAUL SARTRE

Sartre scrisse la sua prima opera durante la Seconda Guerra Mondiale, nel periodo della sua prigionia: era un testo teatrale dal titolo Bariona, o il Figlio del Tuono e narrava della nascita di Gesù.
Sartre si occupò della messa in scena e dei costumi, scelse gli attori e si ritagliò una parte, vestendo i panni del Re Magio Baldassarre.
Fu rappresentata il 24 dicembre 1940 ed ebbe un tale successo tra i tedeschi che leggenda vuole che Sartre ottenesse in cambio la libertà.

Nel salutarvi, cogliamo l’occasione per augurare un sereno Natale a tutti voi e alle vostre famiglie.

“Che cos’è il Natale? È tenerezza per il passato, coraggio per il presente, speranza per il futuro. È il fervido auspicio che ogni tazza possa trasbordare di benedizioni eterne, e che ogni strada possa portare alla pace.”