Dal Libro al Film: IL COLORE VIOLA

Dal libro al film Il colore viola

a cura di Rosa Zenone

Bentrovati nel nuovo appuntamento della nostra rubrica Dal Libro al Film! Quest’oggi parleremo di un film tratto da un grande e famoso romanzo, di cui trovate la recensione sul nostro blog, Il colore viola di Alice Walker, pubblicato nel 1982 e vincitore del premio Pulitzer nel 1983. A pochi anni di distanza, precisamente nel 1985, esce l’omonima trasposizione cinematografica, diretta da un regista di grande calibro: nientedimeno che dal celebre Steven Spielberg.

Ma non è l’unico nome illustre che compare nella locandina, ritroviamo un cast d’eccezione che non delude le aspettative. Il ruolo di Celie spetta a Whoopi Goldberg, interpretazione che la porta sul grande schermo e le assicura la nomination all’Oscar come miglior attrice protagonista e la vincita di un Golden Globe; tale set è anche la scena dello spettacolare debutto di Oprah Winfrey nei panni di Sofia, che ottiene una nomination all’Oscar come attrice non protagonista al pari di Margaret Avery nella parte di Shug Avery.  Tra gli altri vi sono rispettivamente nei ruoli di Mr/Albert, Nettie e Harpo, Danny Glover, Akosua Busia, Willard Pugh.

Seppure non conquistò alcuna statuetta, Il colore viola, oltre a quelle delle tre attrici su citate, ebbe numerose nomination: miglior film, sceneggiatura non originale, fotografia, scenografia, costumi, canzone, colonna sonora.

Il trasferimento dalla carta allo schermo, appare molto fedele: possiamo cogliere molte battute pressappoco immutate, e anche gli attori rispecchiano appieno le descrizioni del libro incarnando a perfezioni i propri personaggi. Ma possibile che sia davvero identico? In realtà se ci soffermiamo possiamo cogliere diverse differenze che intercorrono tra le due opere, tra modifiche, tagli e aggiunte, e spostamenti cronologici.

La prima e inevitabile modifica, dato il diverso formato, è che nel film Celie narra di tanto in tanto rivolgendosi a Dio, mentre nel libro ella gli indirizza delle vere e proprie epistole; quindi se sullo schermo vediamo Celie che apprende a scrivere da Nettie, nell’opera letteraria è perfettamente in grado di farlo e si limita a ricevere lezioni di ortografia e di altre materie. Allo stesso tempo non leggiamo, nonostante ne riconosca l’importanza e abbia l’intento di servirsene, di una Celie tanto bramosa di libri come quella interpretata dalla Goldberg.

Lo spazio dedicato al rapporto tra le due sorelle, Celie e Nettie, è di gran lunga più esteso nella versione cinematografica e produce ex novo le famose scene in cui le due sorelle battono tra loro le mani canticchiando una filastrocca, così come vi introduce quale sfondo il simbolico elemento di fiori di colore viola estendendone la menzione. Anche la scena strappalacrime in cui Nettie viene trascinata via da Mister risulta modificata e resa maggiormente tragica, poiché nel libro è Celie a comunicare alla sorella l’intenzione del marito di mandarla via.  Inoltre nella versione della Walker è la protagonista stessa a consigliare a Nettie di recarsi dal reverendo Samuel e dalla moglie Corinne, genitori adottivi dei suoi figli Adam e Olivia, in più quest’ultima viene rivista dalla madre naturale quando ha sette anni e non quando è in età di indossare ancora pannolini.

Ma vi sono ancora altri aspetti che sono mutati nel passaggio su pellicola, ve ne faremo presenti alcuni.  Celie vede la foto di Shug durante il primo rapporto sessuale con Mister e quindi non prima del matrimonio, grazie alla propria matrigna che ha avuto cura di raccoglierla dopo che l’uomo l’ha persa. Inoltre viene nominato il cognome di quest’ultimo, Johnson va a sostituire lo spazio vuoto lasciato dai puntini sospensivi. Il pugno che Squeak riceve da Sofia non le fa saltare due denti bensì cadere in una botola.

Anche la scoperta delle lettere di Nettie nascoste da Mister avviene in modo diverso, seppure sempre da parte di Shug: invece di notare i francobolli stranieri in mano all’uomo e sottrargliela, ella la trova aprendo la cassetta della posta.  Cambia anche il luogo in cui Mister le conserva, non più nel baule chiuso a chiave ma sotto una mattonella.

Se nel libro Celie rivede il patrigno vivo e viene avvisata dalla nuova moglie della sua morte, nel film invece vi si reca al funerale, esequie che sostituiscono quelle della madre di Sofia. Persino la redenzione di Albert si manifesta in altro modo, sul set egli si interessa di far rientrare Nettie e vi contribuisce economicamente, ma nel finale rimane un personaggio lontano di sfondo; mentre nel testo avviene attraverso la restituzione delle lettere a Celie e arriva a stringervi amicizia a tal punto da comparire più volte in primo piano con lei, è presente perfino a casa di quella all’arrivo di Nettie.

Il film ci riserva però anche l’introduzione di nuove scene, alcune delle quali particolarmente suggestive e inerenti personaggi maggiori. Di questo tipo sono quelle che coinvolgono Shug e suo padre: come i pianti nella vasca ripensando allo stesso e i vari tentativi di riavvicinamento. La stessa identificazione del padre con la figura del reverendo è una novità, ergo risulta tale anche quella bellissima scena in cui la donna canta partendo dal bar fino a giungere in chiesa.

Ulteriori introduzioni cinematografiche sono la colazione spiattellata sul muro dalla cantante, la sua corsa per evitare che Celie uccida Mister, lo svenimento della protagonista alla partenza della di Shug, ma anche l’aiuto che Celie presta a Sofia nel fare la spesa con Miss Millie.

Comprensibilmente, vi sono numerosi dettagli omessi, tra cui quelli inerenti gli stupri subiti da Celie da parte del patrigno e quelli riguardo la morte del padre naturale. Ulteriori tagli anche sulla relazione tra Celie e Shug maggiormente approfondita nel testo, la stessa infatuazione della cantante per Germaine, che la conduce ad abbandonare momentaneamente Celie, non è minimamente accennata nella produzione cinematografica. Uguale sorte spetta anche ad alcuni avvenimenti inerenti la vita di Nettie e i suoi racconti dell’Africa, come i suoi litigi con Corinne, il suo matrimonio con Samuel e alcune tradizioni e avvenimenti degli Oinka.

Vi sono però anche altri avvenimenti rinvenibili nel libro ma non durante la visione. Tra questi la prima volta che Celie confeziona dei pantaloni, l’ingrassare di Harpo in seguito ai litigi con Sofia, come assente è anche la tenera scena durante la quale saluta la più piccola delle sue figlie in procinto di andar via con la moglie e gli altri bambini.

 Ritoccati risultano essere anche i ruoli di alcuni personaggi, notevolmente ridotte le vicende inerenti Squeak e Grady, nessuna menzione alla loro relazione, così come il loro uso di marijuana, sostanza non mostrata mai. Ugualmente tagliata anche la storia alle spalle di Squeak e la sua visita al direttore carcerario per ottenere la libertà di Sofia. Nessun accenno compare neanche a Suzie Q, figlia di Squeak, e alla piccola Henrietta, figlia di Sofia, e alla sua malattia. Molto più limitati anche i ruoli di Odessa e Jack, sorella e cognato di Sofia, così come anche lo spazio dedicato a Annie Julia, prima moglie di Albert. D’altra parte però è molto più presente il vecchio Mister, padre di Mister.

Mentre diversi personaggi, seppur secondari, risultano eliminati: Miss Beasley, insegnante di Nettie e Celie; Eleanor Jane, figlia di Miss Millie, assieme al fratello, al marito e al figlio; James, figlio di Shug; il già citato Germaine; le aiutanti sartoriali di Celie, Jerene e Darlene; il direttore del carcere; le sorelle e il fratello di Albert.

C’è da evidenziare come anche sul piano temporale sono stati effettuati dei piccoli spostamenti, ad esempio il bacio tra Shug e Celie è precedente al matrimonio della prima con Grady.

Ma d’altronde si sa che il cinema richiede una compressione e delle selezioni per ovvi motivi di spazio, azioni che naturalmente richiedono abilità e saggezza. Allo stesso modo, come tutte le forme d’arte, ammette anche una certa libertà artistica, che deve concorrere però ad aggiungere quel quid in più. Ebbene, nonostante le variazioni indicate, e qualche altra sottigliezza che abbiamo tralasciato, la pellicola non si distacca in modo incoerente dall’opera, mantenendone invariata la trama ma soprattutto lo spirito; laddove rinnova non stravolge e ci consegna delle nuove scene che rimangono indimenticabili. Infatti le scelte effettuate si rivelano felici e ci regalano un film emozionante e intenso, unendo a una storia sensazionale delle immagini di grande pathos e impatto visivo.

Dunque, questa volta, consideriamo sia il film che il libro di Il Colore Viola due opere di grande pregio, motivo per cui:

FILM e LIBRO ottengono un EQUO PAREGGIO

Pareggio libro e film Il colore viola