È PRIMAVERA

di Giuseppe Villaroèl

Benvenuti al nostro appuntamento con la poesia.
Oggi proponiamo il commento della poesia È primavera di Giuseppe Villaroèl
Buona Lettura!



a cura di Elisa Mazza

È primavera

Il sole batte, con le dita d’oro,
alle finestre. Uno squittìo sottile
è sui tetti. Nell’orto la fontana
ricomincia a cantare. È primavera.
La chiesa, in alto, con le croci accese
i monti immensi con le cime rosa,
le strade bianche con gli sfondi blù.
È primavera. È primavera. Il cielo
spiega gli arazzi delle nubi al vento.
L’albero gemma. Verzica la terra.
Nel cortile la pergola è fiorita.
Ai balconi: le donne in vesti chiare.
È primavera. È primavera. Il mare
ha un riso azzurro e un brivido di seta.

Parafrasi della poesia: È primavera

Il sole batte, con i suoi raggi dorati,alle finestre. Uno squittìo sottile, è sui tetti. Nell’orto la fontana ricomincia a gocciolare. È primavera.
La chiesa, in alto, con le croci accese, i monti immensi con le cime colorate, le strade bianche con sopra l’aria tersa e blu. È primavera.
È primavera.
Il cielo inizia a riempirsi di leggere nuvole al vento. L’albero gemma, la terra verdeggia.
Nel cortile la pergola è fiorita e sui balconi: le donne sfoggiano vesti chiare. È primavera.
È primavera.
Il mare ha una stesa azzurra, morbida si apre come di seta.

Commento della poesia: È primavera

Amici della Poesia, oggi la mia scelta è caduta su È primavera perché la trovo calzante e squisitamente celebrativa. Diciamolo: l’inverno, la pandemia (e ora anche il terribile spettro della guerra) hanno rotto! Abbiamo bisogno di allegria, una sferzata di vita, nuove vesti per questo mondo diventato un po’ troppo bigio, pesante, cattivo.
E questa lirica, ha tutto quello che serve: impeto, vitalità, dolcezza e meraviglia.
Evocativa, ricca di immagini che si susseguono agili, un crescendo colorato e dalla voce musicale, squillante.
Giuseppe Villaroèl non sembra molto conosciuto come poeta e forse ha un impostazione vecchio stile, ma ha saputo rinfrancare il mio spirito con la sua solarità cortese.
Così le nubi diventano pizzo, il mare seta, il blu i rosa e il bianco sono festoni che contornano un’atmosfera che sa di feste di compleanno, gite del weekend, pic-nic sull’erba. È primavera, è rinascita.
La bellezza riempie gli occhi con un nuovo senso di serenità, pace; si realizza che essere qui e ora, è un dono, e non bisognerebbe cedere alla spinta di anelare ad un “sempre di più”.
Questo infine è il motivo per cui mi sono fatta abbracciare da questa scelta, vivere il momento che germoglia, la natura che si colora, il cuore che si scalda di luce nuova.
Nuove possibilità.
Nuova vita.

Giuseppe Villaroèl

(Catania 1889 – Roma 1968) scrittore italiano. Autore di saggi (Divagazioni letterarie, 1920; Il secolo dei panni al sole, 1959) e romanzi (Giufà, 1934; La donna e il vortice, 1945), va ricordato per le sue raccolte di poesie, dapprima di gusto dannunziano, poi d’ispirazione religiosa (La bellezza intravista, 1923; Ingresso nella notte, 1943; L’uomo e Dio, 1951; Quasi vento d’aprile, 1956).