ELBRUS

di Giuseppe Di Clemente e Marco Capocasa

Elbrus di Giuseppe Di Clemente e Marco Capocasa
Genere:Fantascienza
Editore: Curcio
Pagine: 313
Edizione: 15 Ottobre 2020


Bentrovati cari lettori,
oggi vogliamo puntare la vostra attenzione su Elbrus di Giuseppe Di Clemente e Marco Capocasa, un libro di fantascienza che grazie alle proprie caratteristiche ben si adatta ai gusti dei neofiti del genere ma anche di coloro che non si ritengono tali.
Buona lettura!

a cura di Rosa Zenone


Sinossi

Anno Domini 2113. La Terra è al collasso. I cambiamenti climatici prodotti dal riscaldamento globale hanno determinato nuovi equilibri geopolitici. Il sovrappopolamento e le migrazioni di massa verso i paesi “non più freddi” sono parte di un problema più esteso: l’imminente scarsità di risorse che permettano il sostentamento del genere umano nel prossimo futuro. L’esplorazione spaziale ha fallito nel suo obiettivo fondamentale, la fondazione di colonie autosufficienti dove l’Uomo del futuro potesse emanciparsi. Gli ostacoli non sono quelli dovuti alle tecnologie disponibili, ma alla natura stessa della specie umana. Ma la soluzione è dietro l’angolo e viene da un altro sistema solare, dalle cui profondità siderali, decine di anni più tardi, un messaggio risveglierà il Viaggiatore e con lui tutti i suoi simili.

Recensione

Siamo nel XXII secolo, in un clima quasi apocalittico, le conseguenze del riscaldamento globale portate a estreme conseguenze stanno mettendo a dura prova la Terra. Elbrus infatti, pur parlando di un futuro prossimo e collocandosi nell’ambito fantascientifico, ha il grande merito di partire da uno sguardo attento puntato al presente e ricondurre sullo stesso una lunga serie di riflessioni.

Tale caratteristica si evidenzia anche in quei passi prettamente “scientifici”, essi infatti rimandano a studi contemporanei e risultano approfonditi con estrema perizia e tecnica, senza mai cedere alla facilità dell’ approssimazione; ciò si manifesta soprattutto per quanto concerne la genetica, ambito affascinante e centrale nel romanzo. Ma altrettanta cura è impiegata anche nel delineare dispositivi tecnologici d’uso quotidiano che ci proiettano in una “modernità” lontana dalla nostra, basata su un uso massiccio di androidi, che delineano perfettamente quell’atmosfera fantascientifica che ci si aspetta, esaltata da meticolose e nitide descrizioni.

Nonostante il livello evolutivo raggiunto però, il pianeta Terra, a causa delle sue condizioni critiche, sta divenendo un luogo inospitale e privo di risorse per il sostentamento del genere umano. Da qui la nascita di un progetto molto ambizioso che mira a trasferire gli uomini altrove nell’Universo assicurandone l’adattamento all’ambiente attraverso studi genotipici.

“Ebbene, l’idea sarebbe quella di sviluppare questa tecnica di correzioni delle varianti deleterie sugli esseri viventi in vita, in modo da poterne fare uso nel corso di future missioni nello spazio finalizzate alla colonizzazione del Sistema Solare. Lo scopo è quello di rendere gli equipaggi di queste navi maggiormente resistenti (…)”

L’impresa di proporzioni macroscopiche includerà il confronto con gli altri spazi del Sistema e soprattutto con la popolazione aliena e le sue caratteristiche ben delineate. Tutto ciò, così distante da noi e parte del nostro immaginario, suscita un interesse spasmodico.

Ma Elbrus si muove su diversi piani temporali e spaziali, in una narrazione frammentata che contribuirà poi a un ampio mosaico di forte presa.

Diversi personaggi con svariate storie partecipano alla trama, ciò infonde nel carattere fantascientifico un altro afferente in parte alla narrativa, rendendo dunque il libro alquanto variegato e alla portata dei più svariati lettori.

“La Dama ha parlato, è pronta, il passaggio sta per avvenire, e lei tornerà a far parte del tutto.”

Queste sono alcune delle frasi sconclusionate pronunciate da Andrus Solokov, un noto stilista salito su un palazzo con l’intenzione di suicidarsi, un soggetto a cui è stato diagnosticato un disturbo schizofrenico. Ma le sue enigmatiche citazioni, affollano anche gli incubi insensati di un altro uomo, Lubomir, una coincidenza troppo strana per esserlo, che condurrà a un’incessante ricerca di verità che mantiene col fiato sospeso.

Mille domande affollano la mente del lettore, il disorientamento del primo momento incita a voler rimettere assieme i tasselli del puzzle e a saperne di più su tutti i numerosi personaggi.

Al centro della trama vi è un focus di particolare importanza: l’aspetto etico della scienza, che porta a chiedersi fino a che punto il progresso possa dirsi tale e se vi sia un punto da non dover mai oltrepassare. Un tema di interesse attuale e su cui molto spesso non ci si sofferma abbastanza, offuscato dall’esultanza per le nuove conquiste e scoperte.

“Non si può eludere la propria coscienza. È lì che ti attende, cinica e spietata. Ti leva il sonno e tormenta la veglia e, senza sosta, ti spappola dentro.”

Elbrus è dotato di un intreccio tanto complesso quanto trainante, in grado di maneggiare la suspence in un crescendo che si mantiene inalterato fino alla fine. La sua prosa è equilibrata nei ritmi, a parti narrative spedite infatti si affiancano altre che si soffermano maggiormente sui diversi dettagli scientifici che assurgono a marchio identificativo del libro.

Elbrus è un libro che sorprende, riesce a sintetizzare perfettamente una trama accattivante e piacevole con un contesto fantascientifico e con meditazioni di un’attualità allarmante, conquistando così l’attenzione del lettore e la partecipazione della sua sfera emotiva.

Il nostro giudizio:

TramaVoto 4,5/5

StileVoto 4,5/5

PiacevolezzaVoto 4,5/5

CopertinaVoto 4,5/5

Voto finaleVoto 4,5/5

giuseppe di clemente

Giuseppe Di Clemente nasce a Roma nel 1976. Appassionato fin da ragazzo di astronomia e fantascienza, la necessità di comprendere talune dinamiche della nostra esistenza lo porta a conseguire la laurea in economia, il che dà un’ulteriore impronta alla sua personalità, contribuendo a una visione complessa e contraddittoria del mondo. Nasce così il suo primo romanzo Oltre il Domani (L’Erudita – Giulio Perrone Editore, 2019), un racconto trasversale, dove la fantascienza è genere e pretesto per interrogarsi sul futuro degli uomini.

Marco CAPOCASA

Marco Capocasa, antropologo molecolare, deve la sua passione per la fantascienza alle letture dei classici di questo genere. Laureato in Scienze Biologiche e in Antropologia Culturale, successivamente ha conseguito un dottorato di ricerca in Antropologia Molecolare. Autore di decine di articoli su riviste scientifiche internazionali, insieme a Giovanni Destro Bisol ha recentemente pubblicato due libri di divulgazione scientifica: Italiani. Come il DNA ci aiuta a capire chi siamo (Carocci, 2016) e Intervista impossibile al DNA. Storie di scienza e umanità (il Mulino, 2018). Elbrus è il suo esordio nella narrativa del fantastico.

Si ringraziano gli autori per aver cortesemente fornito il materiale