GUERRA DI INFANZIA E DI SPAGNA

di Fabrizia Ramondino

“Guerra di infanzia e di Spagna” di Fabrizia Ramondino
Editore: Fazi
Genere: Narrativa
Pagine: 504
Data di pubblicazione: 20/01/2022

Cari lettori, oggi vogliamo proporvi un altro affascinante ed appassionante libro della Fazi, “Guerra di infanzia e di Spagna” della talentuosa Fabrizia Ramondino.
Attraverso la vita, le nuove esperienze e i pensieri della giovanissima protagonista, vivremo momenti di spensieratezza, di gioia, di paura e di pura sorpresa.
Buona lettura!

a cura di Rossana Bizzarro

Sinossi di GUERRA DI INFANZIA E DI SPAGNA

Titita è una bambina curiosa e vivace che, a causa degli impegni diplomatici del padre, si trova a trascorrere i primi anni della sua infanzia sull’isola di Maiorca. È il 1937, in Spagna infuria la guerra civile e di lì a poco scoppierà un conflitto mondiale senza precedenti. Ma in quella bolla colorata e piena di sole che è Maiorca, Titita passa le sue giornate persa in una sua personalissima battaglia, un continuo incontrarsi e scontrarsi con tutto ciò che la circonda, a cominciare da se stessa. Le esplorazioni nel lussureggiante giardino della villa in cui abita con la famiglia, i giochi e i travestimenti in compagnia del fratello maggiore Carlito, i rimproveri e gli insegnamenti dell’amata balia Dida; e poi i momenti di tenerezza con il padre, i ricevimenti formali organizzati dalla madre, i racconti sognanti della nonna in visita da Napoli: ogni giorno la piccola Titita scopre un pezzetto di mondo, trovando sempre più difficile conciliare, dentro di sé, il senso di libertà che percepisce nella natura con l’incomprensibile severità dell’universo adulto. In questo confronto, tuttavia, la sfida più grande sarà fare i conti con quel microcosmo segreto e sempre cangiante che è la propria individualità: gli impulsi, i capricci, i desideri, gli affetti, le paure che formeranno la sua persona.
Con una prosa ipnotica che mescola finzione a verità, sullo sfondo di un’isola che è prima di tutto luogo dell’anima, Fabrizia Ramondino compie un viaggio meraviglioso nell’interiorità di Titita, ripercorrendo le tappe e le contraddizioni di un’infanzia speciale. Guerra di infanzia e di Spagna è un classico della narrativa contemporanea, dalle cui pagine trapelano tutta l’originalità e lo straordinario talento di un’autrice che è riuscita a conquistarsi un posto di primo piano nel panorama letterario dell’ultimo Novecento.

Recensione

Maiorca, come chiusa in una bolla di sapone, si trovava ormai fuori dalla guerra. Si trovava fuori dal tempo. La guerra di Maiorca era finita. Ma la nostra famiglia poteva in ogni momento essere costretta a trasferirsi dove la guerra c’era. Fu allora che capii cosa significavano espressioni come «la nostra patria» e «la nostra famiglia».
Pensai: “Che fortuna! Dio si è dimenticato di noi, e ci ha lasciati qui!”.


“Guerra di infanzia e di Spagna”: ed è proprio una guerra interiore quella che si scatena in Titita, mentre in Spagna è in corso una guerra civile che poi si trasformerà in qualcosa di più grande e distruttivo.
È una guerra contro le regole, contro sua madre, suo padre e contro tutto ciò che non le permette di sentirsi veramente libera.
Ogni giorno, attraverso nuove conoscenze e nuove esperienze, il suo modo di vedere le cose cambia, così come i suoi pensieri: ora vorrebbe essere una scimmia, ora un fiore, ora una farfalla, ora una bambina e poi subito dopo una signora.

“Guerra di infanzia e di Spagna” è un libro che non dà tregua, ogni capitolo è un continuo susseguirsi di emozioni e di sensazioni diverse, di paure per un futuro che appare incerto, di dubbi, di speranza e di conoscenze. E ogni capitolo inoltre, ci permette di conoscere meglio non solo la protagonista, ma anche tutti gli altri personaggi e la loro storia, il loro passato, ciò che li ha portati dove sono adesso e che li ha resi quelli che sono.

Ed è questo a contraddistinguere la bravissima Fabrizia Ramondino, ovvero la capacità di dare spazio, voce ed importanza a tutto ciò che rientra nella storia, e non solo, dunque, i vari personaggi ma anche i luoghi, gli oggetti, gli stati d’animo.

A causa del lavoro del padre, Titita trascorre l’infanzia sull’isola di Maiorca, questo luogo meraviglioso e in qualche modo anche magico, lontana dalla guerra e da tutto ciò che ne consegue.
E Maiorca, agli occhi della bambina, appare davvero un luogo fatato, fuori dal mondo, dove il sole splende sempre, i fiori le fanno compagnia e i giochi con il fratello Carlito riempiono le sue giornate.

Titita è una bambina solare, sempre attiva e propensa a conoscere tutto ciò che la circonda, ama trascorrere molto tempo nel giardino della villa in cui soggiorna con la sua famiglia, si diverte ad inventare nuovi giochi e adora la compagnia della balia Dida, che ormai considera una madre.
In effetti, con la sua vera “mamita” non ha un rapporto idilliaco, non la sente vicina come invece dovrebbe sentirla e, soprattutto, non percepisce l’affetto e l’amore da parte di questa donna così attenta invece alle apparenze e alle buone maniere.

Gli occhi di mamita scintillavano immobili nel vuoto; ricordavano quelli di vetro di una tigre intristita di Carlito che perdeva segatura da ogni parte. Quelli di papito erano gremiti di ombre che ne trasportavano lontano, in una cosa che si chiamava “la guerra”, l’espressione carezzevole.


I momenti in cui il padre mette da parte il suo lavoro e le sue preoccupazioni, mostrando il suo lato tenero e dolce, sono quelli che rendono Titita felice ed orgogliosa, perché in quegli attimi si sente rassicurata e importante.

Ogni giorno che trascorre sull’isola, è un giorno in più di nuove scoperte che la portano a ragionare in maniera differente e ad imparare a riconoscere le persone e ciò che le caratterizza.
Non solo, impara cosa è buono e cosa no, cosa è giusto e cosa è sbagliato, e a distinguere il bene dal male.
Titita però, è anche molto capricciosa, e quando si impunta è molto difficile farle cambiare idea, e questo influisce ancora di più sul rapporto con la madre, che invece la vorrebbe ubbidiente e tranquilla.

C’è una sola persona a cui la bambina è legata più di tutte, perché forse molto simile a lei: sua nonna, che ogni volta, attraverso i suoi racconti, le fa conoscere un pezzo di Napoli, e tra finzione e realtà, le racconta la sua vita, il suo passato e le permette anche di conoscere meglio sua madre, comprendendo così anche il perché del suo comportamento.

Dunque, mentre la guerra è in pieno svolgimento, Titita, nella sua bellissima isola, ne sente solo parlare, non vedendo con i propri occhi di cosa si tratta davvero.

Certo la terribile guerra che a un tratto cominciò a imperversare nel mondo, e di cui il nostro paese lontano era un importante protagonista, non toccava Maiorca e Son Batle. La guerra di Maiorca e Son Batle ormai era finita, e l’isola faceva vita ritirata e sonnolenta, sicchè i nostri genitori, forse, in verità, non potevano pensare che ci aspettasse un avvenire più felice della vita che già conducevamo; così di avvenire non si parlava mai.


I temi trattati in “Guerra di infanzia e di Spagna” sono diversi, tra questi ci sono cui l’amicizia, il rapporto tra genitori e figli e quello tra fratelli, la differenza tra le varie classi sociali, l’invidia, la gelosia, l’importanza delle apparenze, la guerra, la curiosità.

A rendere questo libro notevole ed affascinante contribuiscono anche lo stile brillante e descrittivo dell’autrice, la sua scrittura chiara, l’originalità della trama, i personaggi studiati e costruiti perfettamente, con tutti i loro aspetti analizzati approfonditamente.

“Guerra di infanzia e di Spagna” è una storia di speranza, di paura per il futuro, di voglia di ricominciare e di scoprire il mondo con tutte le sue sfaccettature, ma soprattutto è una storia di crescita e maturazione interiore e di comprensione su cosa sia la felicità e cosa conta davvero nella vita.

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5



FABRIZIA RAMONDINO

Nasce a Napoli nel 1936, ma fin da piccola viaggia molto in Italia e all’estero grazie agli incarichi diplomatici del padre, ricevendo un’educazione cosmopolita che confluirà in gran parte nelle vicende narrate in Guerra di infanzia e di Spagna. Negli anni Sessanta torna nella città natale, diventando molto attiva sul territorio attraverso l’insegnamento e l’impegno sociale. È stata un’autrice eclettica, spaziando dalla narrativa al reportage, dall’autobiografia alla poesia, ottenendo la notorietà e diversi riconoscimenti già a partire dal romanzo d’esordio Althénopis, nel 1981. È scomparsa prematuramente nel 2008.
Si ringrazia la casa editrice per averci cortesemente fornito il materiale.