IL BIRRAIO DI PRESTON

di Andrea Camilleri

Il birraio di Preston di Andrea Camilleri
Editore: Sellerio editore Palermo
Genere: Gialli / Thriller
Pagine: 212
Edizione: 23 maggio 2012

a cura di Manuela Morana

Cari amici lettori bentrovati!
Da brava siciliana non potevo esimermi dal dare il mio contributo alla scheda autore di questo mese che ha visto come protagonista il tanto amato Andrea Camilleri.
La sua perdita ha lasciato un vuoto nel mio cuore e in quello di moltissime altre persone, eccomi qui quindi a dargli il mio saluto, concludendo il ciclo di recensioni dedicate a questo autore parlandovi di: “Il birraio di Preston”, un romanzo davvero molto particolare che prende le sue mosse da un fatto realmente accaduto.
Sembra infatti che un prefetto fiorentino decise che, per inaugurare il teatro di Caltanissetta, dovesse andare in scena “Il birraio di Preston”, questa notizia non fu accolta molto bene dalla popolazione…

Camilleri ovviamente sposta la vicenda e l’ambienta tra Montelusa e Vigàta, sfruttando la famosa acredine che i cittadini dei due paesini nutrono gli uni nei confronti degli altri…
Venite con me in questo viaggio e non ve ne pentirete!

Sinossi

Camilleri inventa poco delle vicende che trasforma sulla pagina in vorticosi caroselli di persone e fatti – qui il fatto vero, conosciuto dalla celebre Inchiesta sulle condizioni della Sicilia del 1875-76, è il susseguirsi di intrighi, delitti e tumulti seguiti alla incomprensibile determinazione del prefetto di Caltanissetta, il toscano Bortuzzi, di inaugurare il teatro di Caltanissetta con una sconosciuta opera lirica, “Il birraio di Preston”.
E anche in questo attenersi al fondo di verità storica c’è probabilmente un senso preciso: in Sicilia non serve attendere che la storia si ripeta per avere la farsa. La storia, per i siciliani, si presenta subito, al suo primo apparire, con la smorfia violenta e assurda della farsa.

Recensione

“Il birraio di Preston” inizia con una semi-citazione che è impossibile non ricondurre alle famosissime vignette che hanno come protagonista Snoopy, solo che, da ottimo siciliano, Andrea Camilleri non poteva limitarsi a riportare il celebre “Era una notte buia e tempestosa” e quindi ecco che ci ritroviamo catapultati nel bel mezzo di “una notte che faceva spavento, veramente scantusa”.

Un bambino tedesco, che vive a Montelusa insieme al suo papà, nota nel bel mezzo della notte una strana luce provenire da Vigàta e pensando che il sole stia sorgendo dalla parte sbagliata sveglia suo padre, il temibile ingegner Hoffer, che senza aver ben capito cosa stia succedendo, da sostenitore accanito della validità dei metodi educativi teutonici, molla una “timbulata” al figlio e lo rispedisce a letto.
Peccato che una volta raggiunta la finestra lui per primo si ritrova senza parole, la luce vista da suo figlio Gerd non è il sole che sorge ma un incendio, un fuoco che sta divampando furioso su Vigàta.
Ecco quindi l’occasione perfetta per provare la sua “macchina spegnifuoco”, una volta chiamati a raccolta, tramite un gran suonar di tromba, i membri della squadra di soccorso si parte quindi alla volta di Vigàta per aiutare a spegnere le fiamme.
Nei giorni precedenti all’incendio molti erano stati i suggerimenti rivolti al prefetto fiorentino riguardo all’inaugurazione del teatro e alla scelta dell’opera ma questo si era dimostrato sordo a ogni consiglio e il malcontento legato alla rappresentazione de “Il birraio di Preston” era montato in maniera esponenziale.
L’errore più grande del nostro fiorentino, forse, è stato quello di non ascoltare neanche i consigli di Don Memè Ferraguto, un personaggio ben poco raccomandabile che da un po’ di tempo aveva affiancato il prefetto aiutandolo ad ottenere ciò che desidera e che aveva provato a farlo ragionare in tutti i modi.

«Vostra eccellenza mi permette di parlare latino?»
[…]
«Ferraguto, in confidenza, a scuola non ero mi’a bravo».
«Ma che ha capito, Eccellenza? Da noi, in Sicilia, parlare latino significa parlare chiaro».
«E quando volete parlare oscuro?».
«Parliamo in siciliano, Eccellenza».
«Vada avanti in latino».
«Eccellenza, perché s’intesta a voler fare alzare questo comerdione del Birraio proprio a Vigàta dove ci sono venti contrari? Mi creda, da amico quale mi onoro, che non è cosa».
«A Vigàta, hosa o non hosa, devono fare quello che ordino io, quello che diho e homando io. Il Birraio di Preston sarà rappresentato e avrà il successo che merita».
«Eccellenza, posso parlare spartano?».
«Spartano vuol dire con parole vastase. Mi spiega per quale amatissima minchia lei è amminchiato a imporre ai vigatesi la rapprisintazione di un’opera che i vigatesi non di vogliono agliuttìri? Voscenza vuole forse fare succedere un quarantotto, una rivoluzione?».
[…]
«Dell’opera non gliene fotte niente. Ma non vogliono che sia quello che comanda a Montelusa e provincia a dettare legge a Vigàta. […] se i vigatesi accettano l’opera, poi il prefetto si sentirà in dovere di dire loro cosa devono mangiare e a che ora devono cacare».

Ma a nulla sono servite le raccomandazioni e le parole dolci o dure che avevano raggiunto le orecchie dell’autorità, alla fine il volere del prefetto ha avuto la meglio su tutto il resto.
Peccato però che subito dopo la prima dello spettacolo tanto osteggiato dai cittadini di Vigàta e soprattutto dai soci del circolo cittadino «famiglia e progresso», il teatro, sembra già destinato a diventare un triste ricordo, visto che inspiegabilmente è stato distrutto dalle fiamme che raggiungono anche un’abitazione vicina.
Una delle cose più particolari di questo libro è che è possibile leggere i capitoli scegliendo l’ordine che si preferisce, infatti questi corrispondono a racconti dello stesso episodio dal punto di vista di diverse persone, ogni racconto aggiunge un tassellino nuovo, un altro pezzo di puzzle che va al suo posto per portarci alla scoperta della verità.
“Il birraio di Preston” è un libro pieno di colpi di scena, la possibilità di calarsi nei diversi punti di vista dei vari abitanti e protagonisti della vicenda rende il romanzo estremamente umano e coinvolgente.
Sfogliando le pagine di “Il birraio di Preston” sembra proprio di trovarsi lì e vivere in prima persona i giorni che precedono l’evento e le ore che lo seguono.
Fiorentini e siciliani sembrano “contrapporsi” in una sorta di duello a chi è più forte e potente, entrambi gli schieramenti non pensano granché bene dell’altra parte e alla fine nessuno ne esce vittorioso.
Lo stile inconfondibile di Andrea Camilleri non delude mai, la vicenda è ben congeniata e ideata per tenerti incollato alle pagine fino a scoprire l’epilogo, che ancora una volta è per nulla scontato.
Questo è uno di quei romanzi che dimostra che, anche in assenza del meraviglioso Montalbano, le opere di Camilleri sono veramente ben fatte e appassionanti.

Non mi resta che consigliarvi la lettura di questo bel libro e augurarvi una buona settimana, dandovi appuntamento a lunedì prossimo, quando vi riveleremo chi sarà l’autore, protagonista della nostra rubrica “Penne d’autore”, che ci farà compagnia per tutto il mese di ottobre!!!

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 4,5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5

Andrea Camilleri

Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 1925-Roma, 2019), regista di teatro, televisione, radio e sceneggiatore. Ha insegnato regia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Ha pubblicato numerosi saggi sullo spettacolo e il volume, I teatri stabili in Italia (1898-1918). Il suo primo romanzo, Il corso delle cose, del 1978, è stato trasmesso in tre puntate dalla TV col titolo La mano sugli occhi. Con questa casa editrice ha pubblicato: La strage dimenticata (1984), La stagione della caccia (1992), La bolla di componenda (1993), Il birraio di Preston (1995),Un filo di fumo (1997), Il gioco della mosca (1997), La concessione del telefono (1998), Il corso delle cose (1998), Il re di Girgenti (2001), La presa di Macallè (2003), Privo di titolo (2005), Le pecore e il pastore (2007), Maruzza Musumeci (2007), Il casellante (2008), Il sonaglio (2009), La rizzagliata (2009), Il nipote del Negus (2010, anche in versione audiolibro), Gran Circo Taddei e altre storie di Vigàta (2011), La setta degli angeli (2011), La Regina di Pomerania e altre storie di Vigàta (2012), La rivoluzione della luna (2013), La banda Sacco (2013), Inseguendo un’ombra (2014), Il quadro delle meraviglie. Scritti per teatro, radio, musica, cinema (2015), Le vichinghe volanti e altre storie d’amore a Vigàta (2015), La cappella di famiglia e altre storie di Vigàta (2016), La mossa del cavallo (2017), La scomparsa di Patò (2018), Conversazione su Tiresia (2019), Autodifesa di Caino (2019); e inoltre i romanzi con protagonista il commissario Salvo Montalbano: La forma dell’acqua (1994), Il cane di terracotta (1996), Il ladro di merendine (1996), La voce del violino (1997), La gita a Tindari (2000), L’odore della notte (2001), Il giro di boa (2003), La pazienza del ragno (2004), La luna di carta (2005), La vampa d’agosto (2006), Le ali della sfinge (2006), La pista di sabbia (2007), Il campo del vasaio (2008), L’età del dubbio (2008), La danza del gabbiano (2009), La caccia al tesoro (2010), Il sorriso di Angelica (2010), Il gioco degli specchi (2011), Una lama di luce (2012), Una voce di notte (2012), Un covo di vipere (2013), La piramide di fango (2014), Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano (2014), La giostra degli scambi (2015), L’altro capo del filo (2016), La rete di protezione (2017), Un mese con Montalbano (2017), Il metodo Catalanotti (2018), Gli arancini di Montalbano (2018), Il cuoco dell’Alcyon (2019), Riccardino (2020).
Premio Campiello 2011 alla Carriera, Premio Chandler 2011 alla Carriera, Premio Fregene Letteratura – Opera Complessiva 2013, Premio Pepe Carvalho 2014, Premio Gogol’ 2015.