IL DONO

di Cecelia Ahern

Il dono di Cecelia Ahern
Editore: Rizzoli editore
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 303
Data di uscita: 14 ottobre 2009

Cari amici lettori eccoci arrivati al nostro secondo appuntamento con i libri che sono ambientati durante la festa più magica che ci sia: il Natale!
In questo secondo lunedì del mese ho scelto di parlarvi del romanzo dal titolo “Il dono” di Cecelia Ahern, un’autrice che personalmente amo moltissimo e che vi consiglio vivamente di leggere!
Questo libro mi è rimasto particolarmente nel cuore perché ci racconta la storia di Lou, un uomo fissato con la sua carriera, che vive sempre con il piede sull’acceleratore e pensa solo a essere il migliore nel suo campo ma per fare tutto ciò trascura terribilmente la sua famiglia.
“Il dono” è un libro che ci parla di priorità, di scelte e di quanto siano importanti le seconde occasioni ma è anche un libro che ci lascia con l’amaro in bocca e che ci mette davanti a tutte le nostre peggiori paure e ci fa capire quanto sia importante non sprecare il nostro tempo!
Venite con me in questo viaggio fatto di miracoli, speranze e amore e non ve ne pentirete!

Buona lettura!!!

a cura di Manuela Morana


Sinossi di IL DONO

Lou Suffern è un uomo in carriera, in guerra perenne con l’orologio: per lui svegliarsi la mattina vuol dire passare direttamente “dal sonno al lavoro”; vorrebbe, dovrebbe essere sempre in almeno due posti contemporaneamente; e nella sua agenda ormai da anni non ci sono spazi vuoti: nemmeno per i suoi due bambini, che pure amano di un amore testardo quel papà che non c’è.
Finché, a pochi giorni dal Natale, ogni cosa cambia.
A compiere l’incantesimo è un incontro, inatteso come sanno essere a volte le cose più belle. L’incontro con un uomo misterioso, forse un imbroglione, forse un pazzo, di certo un angelo.
Nella notte più magica dell’anno, Lou riceverà da lui il dono più straordinario: un po’ di quel tempo che ha così tenacemente sprecato nella sua vita frenetica, proprio mentre pensava di sfruttarlo il più possibile, dimenticando le cose e le persone importanti. Perché il tempo non possiamo comprarlo o ipotecarlo: possiamo solo condividerlo con quelli che amiamo.

Recensione

Se una mattina di Natale, sul presto, vi trovaste a passeggiare in uno di quei quartieri residenziali dove le villette assomigliano a colorati dolci natalizi, non potreste fare a meno di paragonare le facciate delle case alle sgargianti confezioni che avvolgono i doni sotto l’albero. Entrambe racchiudono dei segreti.
[…]
L’aria si riempie di musiche natalizie, di festose fragranze di cannella e spezie e di tutto ciò che rallegra il cuore. Grida di gioia, abbracci e ringraziamenti esplodono come stelle filanti.
Il Natale va trascorso a casa; in giro non c’è nemmeno un peccatore, perché perfino loro hanno un tetto sopra la testa.

Eccoci catapultati, sin dalle prime battute di “Il dono”, dentro lo spirito natalizio che caratterizza questi giorni!
Siamo quasi a Natale, la festa più incantata dell’anno, quella capace di far sognare grandi e piccini e anche se quest’anno sarà tutto un po’ diverso, anche se dovremo mantenere il distanziamento sociale e non ci saranno le immense tavolate con tutti i parenti è pur sempre un momento speciale e chi ha la possibilità di passarlo tra pochi cari è comunque molto fortunato.
Forse mai come in questo strano e difficile 2020 un libro come questo può aiutarci a ritrovare la giusta prospettiva per tutte le cose.

Luo è il protagonista del nostro libro, vive a Dublino insieme alla sua famiglia, ed è un lavoratore infaticabile, un vero genio nel suo ambiente, il più efficiente e capace che ci sia ed è alla disperata conquista di una promozione.
Per ottenerla è davvero pronto a tutto inoltre sa di meritarla visto che, oltre ad essere il migliore, è anche sempre il primo ad arrivare e l’ultimo a lasciare l’ufficio.
Peccato però che tutto l’impegno e la capacità che mette nel portare avanti la sua carriera non riesca a metterlo anche nel rendere felice la sua famiglia.
Praticamente non è mai a casa, non dedica mai un po’ del suo tempo alla sua capacissima e bellissima moglie né ai loro due adorabili bambini, non ha tempo per i suoi anziani genitori o per i suoi fratelli.
Niente sembra capace di distogliere la sua attenzione dal lavoro e qualsiasi cosa non riguardi l’ufficio per lui è solo una seccatura e una cosa della quale può tranquillamente dimenticarsi.

Lou Suffern faceva sempre due cose allo stesso tempo.
Quando dormiva, sognava. Tra un sogno e l’altro ripercorreva gli eventi della giornata e intanto programmava quelli dell’indomani: quindi alle sei, quando suonava la sveglia, si sentiva ben poco riposato.
Mentre faceva la doccia, ripassava mentalmente le presentazioni e a volte allungava una mano fuori della tenda per rispondere alle e-mail sul Black-Berry. Mentre faceva colazione, leggeva il giornale, e mentre la figlia di cinque anni gli raccontava delle storielle sconclusionate, ascoltava il notiziario del mattino.
Mentre il suo bambino di tredici mesi gli mostrava che cosa aveva imparato di nuovo, il viso di Lou assumeva un’espressione interessata e intanto il suo cervello si arrovellava per capire come mai provasse esattamente il contrario. Mentre salutava la moglie con un bacio, pensava a un’altra donna.
Ogni azione, movimento, appuntamento, impegno o pensiero si sovrapponeva a un altro. Il viaggio in macchina verso l’ufficio era anche una conference cali in vivavoce.

“Il dono” ha un protagonista che purtroppo umanamente è davvero immaturo, incosciente e totalmente incapace di amare e di prendersi cura degli altri, la sua vita privata è un disastro, la colpa di ciò è totalmente ed esclusivamente sua e la cosa peggiore è che lui non sembra minimamente rendersi conto di quante volte riesce a ferire e a far soffrire le persone che lo amano.
Sotto moltissimi punti vista Lou è uno degli uomini più fortunati che esistano sulla terra: ha una moglie incredibile, che non solo è bellissima ma è anche molto innamorata, e pur essendo molto più in gamba di lui gli resta accanto e gli perdona anche cose davvero imperdonabili come la sua costante assenza e i suoi continui tradimenti; due adorabili e dolcissimi bambini, una casa bellissima, soldi come se piovesse, auto esclusive, veloci e costosissime; e anche la sua famiglia d’origine è composta da persone davvero speciali che gli vogliono molto bene e gli perdonano le sue continue mancanze anche se lui non se lo merita affatto.

«Hai parlato di clienti più soddisfatti. Per caso ci sono state delle lamentele?»
«Da parte di sua madre. E di sua moglie» aggiunse a denti stretti. «Di suo fratello, di sua sorella e di sua figlia.»
«Mia figlia ha cinque anni.»
«Be’, ha chiamato giovedì scorso, quando ha dimenticato di andare a prenderla alla lezione di balli irlandesi.»
«Questo non conta» ribatté lui alzando gli occhi al cielo, «dato che mia figlia non rischia certo di far perdere all’azienda centinaia di milioni di euro, giusto?» Ancora una volta non aspettò la risposta.
«Hai ricevuto lamentele da parte di persone che non hanno il mio stesso cognome?» Alison ci pensò su.
«Sua sorella ha ripreso il cognome da nubile dopo il divorzio?» Lou le lanciò un’occhiataccia.
«In tal caso no, signore.»

Un giorno però succede una cosa inaspettata e la vita di Lou prende una piega diversa, un caffè regalato ad un barbone e tutto cambia.

In genere quel paio di lustre scarpe nere sotto l’impeccabile completo nero gli fluttuavano elegantemente davanti, attraversavano la porta girevole, entravano nell’imponente ingresso di marmo del modernissimo edificio in vetro e venivano inghiottite dal riflesso delle banchine per poi sfrecciare in alto nel cielo di Dublino.
Invece, quella mattina si fermarono davanti all’uomo.
«Tenga» disse Lou, porgendogli un caffè. «È un americano, spero che le piaccia. La macchina era guasta, per cui non hanno potuto fare il caffellatte.»
[…]
«La ringrazio molto.»
[…]
«Ah, io sono Gabe» disse allungando la mano. «Gabriel, ma i miei amici mi chiamano Gabe.» Lou gliela strinse. Guanto caldo contro pelle fredda.
«Io sono Lou, ma gli amici mi chiamano coglione.» Gabe rise. «Be’, alla faccia della sincerità. Che ne dici se ti chiamo Lou finché non ti conosco meglio?»

Gabe inspiegabilmente somiglia molto a Lou, le loro vite sono diametralmente opposte visto che il primo chiede l’elemosina mentre il secondo è un uomo di successo che sembra avere tutto ciò che desidera, eppure in maniera del tutto insospettabile i due hanno molte cose in comune.

Dopo avergli regalato il suo caffè Lou si rende conto del fatto che Gabe, con le sue battute, il suo spirito d’osservazione e i suoi strani discorsi sulle scarpe, continua a tornare prepotentemente tra i suoi pensieri e decide di aiutarlo, così gli procura un lavoro come portalettere nel suo ufficio.

Le ultime persone si stavano precipitando dentro l’ascensore, quando Gabe gli domandò: «Perché fai questo per me?».
Lou deglutì e affondò le mani in tasca. «Consideralo un regalo» rispose, appena prima che le porte si richiudessero.

Gabe non si aspettava un gesto gentile da parte di Lou né tantomeno che si interessasse a lui al punto di trovargli un lavoro e regalargli una nuova vita, lontana dal marciapiede e dal freddo che lo gelava fino alle ossa e quindi, convinto che in Lou ci sia del buono che può essere tirato fuori e renderlo una persona migliore, decide di ricambiare il favore facendogli un dono molto, molto più importante del caffè e del lavoro da lui ricevuti.

“Il dono” è un libro che inizialmente mi ha molto fastidita, leggevo le risposte di Lou alla moglie o alla sorella o vedevo il suo menefreghismo nei confronti della sua dolcissima bambina e montava in me una gran rabbia. Vedere quanto fosse piccolo e meschino, manipolatore e senza freni mi dava quasi la nausea. Gli episodi che ce lo mostrano come uno stronzo senza scrupolo sono innumerevoli, la totale mancanza di interesse verso i suoi stessi figli, le continue scappatelle, il totale disinteresse verso la festa di compleanno del padre e potrei andare avanti per ore.

Ruth si fermò a metà strada tra il tavolo e la porta della cucina. «Lo sai che non ti sei mai preso cura di Ross, nemmeno una volta?»
«Dev’essere una cosa seria, stai usando il suo vero nome. Da dove ti viene questo risentimento?»
La frustrazione le fece uscire tutto ciò che aveva dentro. «Non gli hai mai cambiato il pannolino, non gli hai mai dato da mangiare.»
«Sì che gli ho dato da mangiare» protestò lui.
Il pianto del bambino si fece più forte.
«Non gli hai mai preparato un biberon, né una pappa, non lo hai mai vestito, non ci hai mai giocato. Non hai mai passato del tempo da solo con lui, senza che ci fossi io, pronta a intervenire ogni cinque minuti perché tu potessi mandare un’e-mail o rispondere al cellulare.
Questo bambino è al mondo da più di un anno, Lou.

Tutto questo era molto avvilente e frustrante e più volte avrei voluto essere un’amica di Ruth per darle una scrollata e dirle di mandare al diavolo quel marito orrendo che si ritrovava vicino.
Poi ho capito che la genialità dell’autrice sta proprio in questo, ha strutturato il personaggio di Lou in maniera tale che chiunque pensi che non ci sia nulla di buono e salvabile in lui solo per poi farti vedere quanto può cambiare e migliorare.
Lou all’inizio è un uomo viziato ed egoista, prende tutto ciò che vuole senza pensare ai sentimenti altrui ma poi, grazie all’arrivo di Gabe, si compie un vero e proprio miracolo di Natale.
Assistiamo a un cambiamento radicale, a un pentimento sincero, alla nascita di un nuovo sentimento nel cuore di Lou, finalmente riesce a ricordarsi del ragazzo che era prima che la carriera diventasse la sua ossessione e fiorisce l’amore per la sua famiglia e per la vita, solo che forse ormai è troppo tardi…

Il finale mi ha emozionata profondamente e per certi versi mi ha sconvolto, se deciderete di leggere “Il dono” preparate i fazzoletti perché è davvero straziante e molto commovente.

Questo libro mi ha lasciato un grandissimo insegnamento, importantissimo da diffondere e preziosa fonte di riflessione, e vorrei condividerlo con voi:

Ricordate sempre che il TEMPO è la cosa più importante e preziosa che abbiamo, più importante delle vacanze, dei soldi, dei bei vestiti, delle case, dei gioielli e di tutte le cose materiali che possiamo comprare e possedere perché alla fine, se ci pensiamo bene, ci rendiamo conto che quelle possono andare e venire.
Ma il tempo, beh quello passa e purtroppo non si può tornare indietro, ed è molto più importante passarlo con le persone che ami che in qualsiasi altro modo.
È più importante la famiglia di una stupida promozione sul lavoro o di avere dei soldi accumulati da qualche parte, è importante esserci e dimostrare i propri sentimenti senza mai dare nulla per scontato perché ogni momento insieme a chi ami è un dono unico e irripetibile e non c’è niente di meglio al mondo.

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5