IL PUGILATORE. VIAGGIO INTORNO A SONNY LISTON

di Amleto De Silva

Il pugilatore. Viaggio intorno a Sonny Liston di Amleto De Silva
EditoreLes Flâneurs Edizioni  
GenereBiografia
Pagine118 
Data di uscita11 Giugno 2021

a cura di Pamela Mazzoni


Bentrovati a tutti i nostri lettori! Quella che vi proponiamo oggi è una biografia non canonica: Il pugilatore di Amleto De Silva ruota intorno al campione di pugilato Sonny Liston, questo è vero, ma c’è molto molto di più. Un consiglio: non perdetevelo!

Sinossi

Charles L. Liston, detto Sonny, viene dichiarato morto il 5 gennaio del 1971. Nessuno, ancora oggi, sa esattamente quando e come è morto. Forse un infarto, anche se era relativamente in buona salute. Nei suoi trentotto anni di vita, considerato tra i più grandi pugili di tutti tempi, ha conseguito il titolo di campione mondiale dei pesi massimi dal 1962 al 1964 e resta il primo pugile a sfidare Muhammad Ali. Sonny l’analfabeta, l’alcolista, il pregiudicato, l’ex galeotto, l’orso cattivo, il pugile della mafia. Sonny il genio che faceva invidia ai geni (scrittori, giornalisti, politici, osservatori) americani. Liston ha avuto tante vite quanti pugni in faccia. Amleto De Silva le racconta tutte. Senza risparmio, con uno sguardo che scava nella vita di chi «si lanciava sempre, comunque, come una bestia feroce, contro chiunque gli si parasse davanti sul ring. Anche in allenamento. Sempre. Comunque». Il pugilatore è anche il racconto del nostro Paese, di un’epoca e di una generazione che si è vista sbarcare in casa propria un’America priva di disincanto. Spregevole per certi versi, e forse più vera per altri.

Recensione

Per me, che amo le biografie, la possibilità di leggere Il pugilatore del bravissimo Amleto De Silva è parsa subito una ghiotta occasione. Già dalle prime pagine, però, ho avuto la netta impressione di trovarmi di fronte a quella che, come dice l’autore stesso, non è una biografia, o comunque non lo è nel modo classico in cui la concepiamo: l’obiettivo è puntato su colui che è stato campione dei pesi massimi dal 1962 al 1964, ma il sottotitolo di questo libro recita, non a caso, “Viaggio intorno a Sonny Liston”.

De Silva infatti non si limita a narrare la vita del protagonista ma dà ampio respiro anche ai personaggi a lui legati, ai ricordi dei nostri cinema e televisione toccando anche l’ambito musicale e poi aneddoti, racconti dettagliati di storici incontri di pugilato e storie che vanno a incastrarsi alla perfezione regalandoci un’avvincente visione a tutto tondo di un contesto socio-culturale molto particolare.

Charles L. Liston vede la luce in un luogo imprecisato di un giorno imprecisato di un anno imprecisato (1927? Oppure 1932?) e già questo la dice lunga su quella che sarebbe stata la vita del futuro grande pugile, ignorato fin dalla nascita anche dalla sua stessa madre, Big Hela, un donnone che ricorda soltanto che il parto doveva essere avvenuto in inverno, dato che faceva freddo. Il piccolo Charles non è destinato a ricevere affetto e calore, né dalla famiglia né tantomeno dal resto del mondo: la sua sfortuna è di essere nato negro nell’America razzista e intollerante di quegli anni. L’era del politically correct e di Obama presidente è ancora molto lontana e il sogno americano è ad appannaggio solo dei bianchi belli, buoni e intelligenti. Per tutti gli altri considerati brutti, cattivi e stupidi è un incubo reale e concreto. Sonny fa parte dei reietti, e come tale vivrà tutta la sua esistenza: da bambino lavora nei campi di cotone, non riceve abbracci ma solo le frustate del padre che gli lasciano segni indelebili sulla schiena e nell’anima, poi la strada già segnata con la delinquenza, l’alcol e i primi arresti, che continueranno a cadenze periodiche per tutta la sua breve vita.

È povero, analfabeta e non sa amare perché non gli è stato insegnato, ma è grande e grosso, ha delle mani enormi e tanta rabbia da sfogare: in carcere viene iniziato al pugilato e da qui al primo, indimenticabile, incontro sul ring contro il detentore del titolo, Floyd Patterson, il passo è breve. Sonny Liston diventa campione del mondo dei pesi massimi ma, come sottolinea l’autore, sarà solo l’inizio della fine.

“Poi l’incontro ha inizio, e sarà la fine di Patterson e l’inizio della fine per Liston. Non voglio tirare in ballo il soprannaturale, ma è certo che, al di là di come girano le cose nella vità, c’è sempre quel timido, lontano campanello. Tutti sentiamo quel campanello d’allarme che ti dice che le cose non andranno mai meglio di così, che non sarai mai più così giovane, così magro, così ricco o così in salute. E non si tratta della paura di perdere quello che hai: è la certezza di perderlo.”

Sonny non si può plasmare, non è interessato alla fama: gli arrivano i soldi dalla mafia, che ha i suoi artigli affilati ben affondati nel mondo del pugilato, e a lui questo basta. Più denaro significa più alcol e più prostitute. È già etichettato, per la maggioranza razzista degli americani lui rappresenta il peggio e Liston non li delude mostrando loro ciò che vogliono vedere. Se solo fossero andati oltre la superficie avrebbero sicuramente trovato del buono, ma non era né il momento né il contesto giusto.

“E dopo l’incontro, i suoi occhi, per chi li vuole vedere, si riaccendono. Per chi li vuol vedere: «A sentire quello che si dice in giro, uno si sarebbe aspettato di guardare in due crepe di vetro morto, a metà strada tra il rettile e il leopardo assonnato, e invece i suoi occhi hanno lo sguardo scuro, traboccante, eloquente, di rimprovero che si vede a volte negli occhi che hanno quei bei bambini di colore a tre o quattro anni».”

Il tramonto per la carriera di Sonny arriva con l’apparizione sulla scena di un giovane pugile, anche lui nero ma più ambizioso e scaltro nel trattare con i media e con la gente: Cassius Clay, poi diventato Muhammad Ali, che lo batterà due volte a suon di pugni, anche se è forte la convinzione che entrambi gli incontri fossero truccati.

La travagliata vita di Sonny Liston termina il 5 gennaio 1971 ma anche questa data, come quella della sua nascita, non è certa come pure la causa della morte, avvolta nel mistero anche se la versione più accreditata è overdose da eroina. Proprio lui, che aveva la fobia degli aghi? Forse è stato l’ultimo sberleffo del “grande orso cattivo” o “campione della mafia”, come veniva chiamato, agli ipocriti benpensanti, americani e non.

Una penna diretta e schietta quella di Amleto De Silva che, con ironia e grande competenza, dalla quale traspare anche un certosino lavoro di ricerca, ne Il pugilatore riesce a tratteggiare un quadro preciso e dettagliato di un’epoca; ho apprezzato molto anche lo stile personale e affascinante grazie all’utilizzo di quelli che l’autore definisce giri lunghi, che piacciono tanto anche alla sottoscritta, ovverosia delle divagazioni che non sono assolutamente campate in aria, ma che anzi danno un valore aggiunto al racconto, contribuendo non poco ad arricchirlo. Diciamo che anziché prendere la tangenziale De Silva fa tutte strade un po’ intricate e piene di curve, ma arriva sempre e comunque dove deve arrivare: nel frattempo però ci siamo goduti tutto il panorama completo.

Per i bianchi puritani e bigotti Sonny era negro, cattivo e un gran peccatore. Ma era anche e soprattutto un uomo, figlio del degrado e dell’anaffettività, della discriminazione e dell’odio razziale. Il suo nome era Charles L. Liston e questa è la sua storia.

Il nostro giudizio:

Trama Voto 5/5

Stile Voto 5/5

Piacevolezza Voto 5/5

Copertina Voto 5/5

Trama Voto 5/5

AmLeto de silva

Amleto De Silva, in arte Amlo, è nato a Napoli, cresciuto a Salerno e vive a Roma. Ha esordito come vignettista su «Cuore», poi su Smemoranda e altri, vincendo il Premio Satira Politica di Forte dei Marmi. Autore teatrale con Enrico Montesano, blogger (www.amlo.it), ha pubblicato i romanzi Statti attento da me e La nobile arte di misurarsi la palla con Roundmidnight. Sue vignette e battute in La classe è invasa dal principio d’inerzia per Kowalski e Carognate di Natale per Gremese. Per LiberAria ha pubblicato Stronzology, gnoseologia della dipendenza dagli stronzi, Degenerati, il metodo Cyrano per salvarsi la vita, L’esemplare vicenda di Augusto Germano Poncarè. Per Magic Press ha pubblicato Il dizionario illustrato dei #giovanimerda, I nuovi Dieci Peggio. Collabora con le testate online Ilmiolibro.it e Tortuga.