IL TRENO

di Georges Simenon

“Il treno” di Georges Simenon
Genere: narrativa
Editore: Adelphi Edizioni
Pagine: 149
Edizione: 9 luglio 2020

Cari lettori,
quest’oggi vi parliamo di “Il treno” di Georges Simenon, opera ambientata negli anni Quaranta e caratterizzata dai tratti magnetici ed enigmatici propri dell’autore. Un viaggio nella storia ma anche un viaggio introspettivo che ci porterà a porci tante domande e a cercare inevitabili risposte. Buona lettura!

A cura di Elide


Sinossi:

Maggio 1940. Le truppe della Wehrmacht dilagano in Belgio e minacciano i confini della Francia. Dalle Ardenne sciami di profughi lasciano le loro case prendendo d’assalto i pochi treni disponibili. Nel carro bestiame di un convoglio che procede lentissimo verso La Rochelle, un uomo mediocre, miope e di salute cagionevole, incontrerà una donna di cui non saprà altro, nelle poche settimane che passeranno insieme, se non che è una cèca di origine ebrea. Fra loro, all’inizio del viaggio che li porterà alla Rochelle, non ci sono che sguardi, ma un po’ alla volta, senza che nulla sia stato detto, le due solitarie creature diventano inseparabili; finché, durante la prima notte che passano l’una accanto all’altro sulla paglia per terra, confusi fra altri corpi sconosciuti, la donna lo attira a sé, si alza la gonna e lo aiuta a entrare dentro di lei. Comincia così una passione amorosa che li isolerà da tutto ciò che accade intorno a loro.

Recensione:

Marcel non conosce l’amore. Della madre ha un solo ricordo e cioè quello di una donna rapata a zero e completamente nuda a causa di imprecisate e disseminate violenze lasciate dal marito di fronte al bambino di appena dieci anni. L’uomo riversa sulla famiglia tutte quelle aberrazioni subite e vissute in guerra e per consolarsi si riversa nell’alcol. Marcel ha inoltre una cagionevole salute, è tubercolotico, miope e a soli quattordici anni si ritrova in sanatorio. All’età di diciotto anni riuscirà a far ritorno a casa a qui si dedicherà alla riparazione di piccoli elettrodomestici, e in particolare radio, per vivere. È convinto che nessuno mai lo avrebbe preso in marito ecco perché non indugia un attimo quando Jeanne si dimostra interessata a lui. Ma è felice il nostro Marcel? Vive a Fumay con la figlia di quattro anni di nome Sophie. Jeanne è in attesa del secondo figlio ed è appena entrata nel sesto mese di gravidanza. Sapeva, l’uomo, che l’invasione tedesca sarebbe stata imminente quanto inevitabile ecco perché non reagisce male al doversi staccare da tutto quello che ha; dalla casa al proprio lavoro, passando per i parenti della moglie. Anche quando durante il viaggio viene separato dalla moglie e dalla figlia non perde il controllo. Mantiene la calma e il sangue freddo, sa di non dipendere da nessuno se non da se stesso.

E poi, poi eccola apparire. Silenziosa, agile, con i lunghi capelli neri e un abito scuro che in quel vagone merci dovrebbero mimetizzarla. Ed è sempre con lei e grazie a lei che il protagonista si sente vivo.

«Non gridai. Ma fui li per farlo. Fui lì li per pronunciare parole senza senso, per esprimere la mia gratitudine, la mia felicità, o anche per lamentarmi, poiché era una felicità che mi faceva soffrire. Soffrivo di non poter raggiungere l’impossibile. Avrei voluto esprimere tutta la mia tenerezza per quella donna che il giorno prima non conoscevo, ma che era un essere umano, che diventava ai miei occhi l’essere umano.»

Il suo corpo adesso vibra, la sua anima è un turbinio inarrestabile di emozioni, non è più lo stesso: si sente vivo. È consapevole di non essere l’unico a sentirsi preda degli avvenimenti e di quella strana libertà riconquistata; gli altri passeggeri del treno come lui sembrano incantati dalle circostanze.

«Non ho vergogna di dirlo, ero felice, di una felicità che stava alla felicità di ogni giorno come il suono che viene fuori passando l’archetto dal lato sbagliato del ponticello sta al suono normale di un violino. Un suono acuto, squisito, che faceva deliziosamente male.»

I due si fondono in un solo corpo e in una sola anima, le carni sembrano voler divenire una cosa sola, lo sguardo è unico e sufficiente. Lo stesso silenzio è un non silenzio se riguarda Anna e Marcel.

Tuttavia, la verità è ben diversa da quella che l’uomo ha davanti. Ha una moglie, due figli – di cui uno in arrivo, non può far cambiare le cose. Illude la donna, vorrebbe ma non può darle quel che le ha promesso, la separazione è inevitabile.  

Caratterizzato dall’inconfondibile penna di Georges Simenon, “Il treno” è un’opera ricca di avventure e sequenze tra loro susseguenti che ruotano però attorno alla psicanalisi. Marcel sa farsi odiare ma anche amare perché si propone al suo pubblico con semplice umanità. Anna a sua volta arriva grazie a quei silenzi che la caratterizzano, a quegli sguardi che sembrano trapassare, a quei dolori che si porta nel cuore e nell’anima. E Marcel, ancora, desidera essere un altro, vorrebbe essere altro. Ma è soltanto Marcel. Un uomo, un uomo come tanti, debole e con tante fragilità, senza quel coraggio necessario, con tutti i suoi limiti e le sue fragilità.

“Il treno” è un componimento di modeste dimensioni ma grande contenuto. È un elaborato che lascia il segno e che appartiene a un filone di Georges Simenon atto a manifestare emozioni e sentimenti, psicanalisi e introspezione, più che un intrigo da rivelare. “

“Il treno” è un elaborato che si divora ma che non si dimentica. Buona lettura!

Il nostro giudizio:
Stile:Voto 5/5
Trama:Voto 5/5
Piacevolezza:Voto 5/5
Copertina:Voto 5/5
Voto finale:Voto 5/5

GEORGES SIMEON

Romanziere francese di origine belga. La sua vastissima produzione (circa 500 romanzi) occupa un posto di primo piano nella narrativa europea. Grande importanza ha poi all’interno del genere poliziesco, grazie soprattutto al celebre personaggio del commissario Maigret. La tiratura complessiva delle sue opere, tradotte in oltre cinquanta lingue e pubblicate in più di quaranta paesi, supera i settecento milioni di copie. Secondo l’Index Translationum, un database curato dall’UNESCO, Georges Simenon è il quindicesimo autore più tradotto di sempre.