IN QUARANTENA

di Paolo Cuciniello

In quarantena di Paolo Cuciniello
Genere: Narrativa 
Editore:Independently published
Pagine: 75
Edizione: 16 Giugno 2020

a cura di Rosa Zenone


In quest’ultimo anno e mezzo circa, siamo stati messi tuti a dura prova dal dilagare del Covid, dalle regole severe e dalle limitazioni conseguenti, in particolar modo dai “lockdown”, periodi che non dimenticheremo certo; ebbene, il libro di oggi, In quarantena di Paolo Cuciniello racconta proprio questa indotta esperienza di clausura, ma dall’altra parte del mondo, laddove tutto ha avuto inizio, in Cina. Buona lettura!

Sinossi

In quarantena, un racconto da leggere tutto d’un fiato, coinvolge per la duttilità della narrazione e per l’attualità degli argomenti trattati. Paolo Cuciniello, giovane ingegnere italiano, racconta l’esperienza della quarantena vissuta in Cina, dove ha conseguito la laurea in ingegneria e dove attualmente vive. Nel divenire della narrazione si colgono gli aspetti della quotidianità dei mesi vissuti in isolamento: il rigore nel rispettare le regole, le preoccupazioni per il dilagare del contagio, ma anche la capacità di ritagliarsi momenti di felicità. Nel racconto l’autore scandaglia gli angoli più remoti del suo animo e lo fa con la saggezza e la sensibilità di chi, liberato dalle gabbie della mente, si sente in pace e libero. Siddharta è la sua guida. Paolo Cuciniello conduce per mano il lettore alla scoperta del suo mondo, dei suoi affetti e della sua dimensione più profonda e spirituale. Di questo percorso fa parte Coral, un amore grande. “Coral è la mia famiglia ora” scrive Paolo, che da lontano sente forte il desiderio di prendersi cura delle persone che ama, la sua famiglia d’origine, e che continua ad avere un po’ d’Italia con sé anche in Cina.

Recensione

Il libro narra l’esperienza in quarantena, come si evince chiaramente dal titolo, dell’autore residente in Cina. Un’esperienza che, data la locazione, anticipatrice di quella del resto del mondo. Premesso ciò, ci si aspetterebbe pagine buie e angoscianti, eppure non è nient’affatto quello il tenore.

Le giornate sono scandite nella loro monotona routine, eppure non si avverte alcuna sensazione asfissiante. I gesti quotidiani sono affiancati da excursus riflessivi esistenziali che pongono il libro in una dimensione quasi lirica.

“Mi siedo e in questo silenzio mi gusto il caffè. Il bicchiere caldo mi scalda le mani, le lascio andare e me le lascio riscaldare fino a bruciare. Due respiri profondi ed il silenzio diventa pace dentro. Un respiro in più e la pace dentro diventa quiete nel mondo.”

L’atmosfera dominante, nonostante il tragico momento storico, è serena e rilassata, leggendo il libro si viene pervasi da una sorta di pace interiore. L’autore/protagonista non si lamenta, come abbiamo fatto tutti ritrovandoci rinchiusi in casa, bensì coglie l’occasione per prendersi cura di sé, la clausura da tortura diviene occasione privilegiata di incontro con se stessi. Ma soprattutto diviene il momento per poter apprezzare la propria vita, i piccoli momenti che la corredano e le persone che ne fanno parte.

“Perché sono sempre io a decidere e io decido di essere felice. E come potrei non esserlo, in fondo, con una vita bella come questa? Anche ora, rinchiuso tra le quattro mura di questa casa. Anche domani, rinchiuso sotto il cielo di questo mondo. Perché siamo tutti rinchiusi se non impariamo a liberarci dalle gabbie della nostra mente.”

Una figura dominante è quella di Coral, la compagna del protagonista, sempre menzionata con dolce tenerezza. Il suo amore e lo stato di quiete raggiunto, però, non possono offuscare il pensiero per la propria famiglia in Italia, si esplicita così quel legame a doppio filo con il paese ospitante e con quello di origine comune a così tanti individui.

“(…) se c’è una cosa che mi ha insegnato la lontananza è proprio la possibilità di prendersi cura delle persone che si amano in qualsiasi modo, perché se non c’è lontananza tra i cuori, un piccolo gesto, anche se dall’altra parte del mondo, vale più di ogni altra cosa.”

In quarantena è un libro breve e scorrevole, che si legge davvero in men che non si dica. La scrittura è fluida e scandita da piccoli inserti poetici che la impreziosiscono. L’autore si lascia andare ai propri pensieri a ruota libera, ciò se da un lato comporta che talvolta si abbia il dubbio di non riuscire totalmente a seguirlo nei diversi accostamenti che potrebbero sembrare sconclusionati, dall’altro ne rende pienamente l’impetuoso flusso.

In quarantena appare quasi come un diario personale, sia nello stile che nella tematica fortemente autobiografica. Ma spesso l’autobiografismo consente di identificare le proprie vicende in quelle altrui e di trovarvi comprensione e sostegno. Inoltre, in un periodo difficile come quello trascorso, il profondo messaggio positivo che trasmette l’opera non può che essere una boccata d’aria fresca. Paolo Cuciniello ci insegna a mantenere alto l’umore anche nei peggiori frangenti e a saper scorgere la luce anche nel buio più pesto non dando mai nulla per scontato; perché in fondo, come ci illustra, la felicità è uno stato d’animo che sta a noi riuscire a scovare.
Il nostro giudizio:

TramaVoto 3,5/5

StileVoto 3,5/5

PiacevolezzaVoto 3,5/5

CopertinaVoto 3,5/5

Voto finale Voto 3,5/5

paolo cuciniello

Paolo Cuciniello nato il 21 Marzo 1993 a Benevento è un poeta, ma anche scrittore, ingegnere e viaggiatore. Dopo aver pubblicato autonomamente una sua raccolta di poesie dal titolo “Sogno proibito”, presentata al Salone del Libro di Torino nel 2011, svolge gli studi di Ingegneria Elettrica al Politecnico di Milano. È nel capoluogo lombardo che comincia la necessità di sbarazzarsi delle etichette che catalogano l’uomo in base al luogo da cui proviene. Necessità che lo porta a essere il primo studente a conseguire la doppia laurea magistrale in Ingegneria Elettrica e dell’Automazione, tra il Politecnico di Milano e la Behiang University di Pechino, in Cina, dove adesso vive. Ha viaggiato fin da piccolo attraverso l’Europa e successivamente in Cina e nel sud-est asiatico, oltre che in America, Korea e Giappone, e durante i suoi spostamenti non ha mai smesso di scrivere, nonostante l’inizio e lo sviluppo di una carriera lavorativa di tutt’altro genere. Alla continua ricerca di qualcosa che sa essere già dentro di lui, si dedica a una scrittura libera, diretta, semplice. Porta con sé i luoghi visti, ma ancor più importante, un legame indissolubile con le anime delle persone da lui incontrate.