INTERVISTA A ENZO SUSINI AUTORE DI “SOGNI IN TRICOLOR”

Carissimi lettori,
oggi vogliamo dedicare uno spazio particolare a Enzo Susini, autore di “Sogni di tricolor” che abbiamo avuto il piacere di leggere e del quale vi abbiamo già parlato con la nostra recensione. La lettura ci ha così coinvolte e affascinate da far maturare in noi la voglia e la curiosità di approfondire la conoscenza della penna che ci ha fatto dono di questo libro così piacevole da scoprire.

a cura di Elide

Ciao Enzo, benvenuto tra noi e grazie per la disponibilità che ci hai dimostrato.

Grazie a voi per la disponibilità e lo spazio che mi state dedicando.

Raccontaci un po’ di te. Sappiamo che Enzo non è soltanto lo scrittore che abbiamo avuto il piacere di conoscere con “Sogni di Tricolor”.

In realtà l’istinto naturale quando sento qualcuno che mi chiama “scrittore” è quello di girarmi indietro pensando che non ci si rivolga a me. Diciamo che sono un amante della scrittura che ha avuto la fortuna di veder pubblicati due suoi lavori (“Sogni di Tricolor” ed “Una passione da 10”).
Lavoro nel Terzo Settore ed abbino la passione della scrittura con altri interessi. Scrivo infatti su un blog dove racconto le vicende calcistiche della mia amata Fiorentina, provo a dire la mia sui libri che leggo (ma tranquille non vi faccio concorrenza….sono molto meno costante di voi sia nelle letture che nel loro racconto) e cerco di tenermi informato e di “dire la mia” con una sorta di editoriale settimanale (#KdL – Kiave di lettura) sui fatti di attualità che mi colpiscono.

– Come ti sei avvicinato alla scrittura? Cosa ti ha spinto a scrivere questa bella storia?

Ho sempre avuto la passione del blocchetto e della penna. Mi piaceva inventarmi le telecronache di partite di calcio così come cercare di fare dei piccoli articoli delle gare ovviamente della Fiorentina. Con il tempo la cosa si è allargata anche fuori dal calcio e sono “nati” dei piccoli racconti (ancora rigorosamente chiusi nel cassetto) e dei tentativi di articoli sull’attualità che mi hanno portato piano piano al blog.
L’idea di “Sogni di Tricolor” nasce invece dal legame particolare con una stagione speciale per i colori viola, rimasta evidentemente ben impressa nella memoria per la straordinarietà dei risultati. Un’annata infatti in cui Firenze ha sognato davvero di poter arrivare a vincere o almeno a giocarsi qualcosa di solitamente impensabile (almeno negli ultimi quarant’anni): lo scudetto, ribattezzato “tricolor” nel titolo per sfruttare una canzone di Ligabue (“Sogni di Tricolor”) che rappresenta la colonna sonora delle mie pagine.

– Come è nato Gianca? Come ha preso vita il personaggio? Quale è stata, se vi è stata, la maggiore difficoltà che hai incontrato nel delinearne i contorni?

Il personaggio nasce in realtà dopo che è maturata l’idea di abbinare la stagione della Fiorentina ad un romanzo. Dovevo trovare qualcosa che abbinasse il racconto di quel campionato ad una storia parallela. Individuata quella il personaggio è venuto abbastanza naturale, così come è stato automatico raccontarlo così per le possibilità narrative che mi davano le caratteristiche di un “campioncino maledetto”. La difficoltà semmai è stata quella di tentare di spaziare nella sua vita privata senza tralasciare la sua evoluzione di personaggio pubblico.

– Nel tuo libro non parli soltanto di sport ma anche di sogni. Possiamo dire che questi sono la matrice portante di tutto il testo. Cosa rappresentano per te i sogni?

A volte eccessivi a volte trasformabili in obiettivi, comunque sia i sogni sono compagni di viaggio che rendono i percorsi meno noiosi e meno banali. “Sono sempre i sogni a dare forma al mondo, sono sempre i sogni a fare la realtà”con questa citazione per l’appunto di Ligabue (che strano eh…) direi che non serve aggiungere molto altro.

Tra le vicende che si susseguono e i personaggi che le conducono vi è un’ulteriore grande protagonista che non si accontenta di far da contorno, da cornice: Firenze. Nello scorrere delle pagine il lettore respira la città, la sente sulla pelle. Quanto è stata importante per te nella costruzione del romanzo?

Da buon fiorentino ritengo la mia città “la più bella di tutte”, non potevo quindi non farmi aiutare dalla bellezza di Firenze per dare uno sfondo speciale al mio libro. E’ venuto poi naturale raccontare anche l’attaccamento del protagonista alle sue origine e conseguentemente alla sua squadra del cuore. Come ho provato a raccontare in “Una passione da 10” Firenze e la sua squadra di calcio si intrecciano in maniera speciale, forse non unica ma certamente rara.

– C’è un aspetto particolare di “Sogni di tricolor” sul quale vorresti soffermarti e renderne partecipi noi lettori?

Oltre a quelli già affrontati nelle risposte precedenti direi che i rapporti di amicizia del protagonista sono certamente uno degli elementi a cui tengo in molto particolare. Ho cercato di ricreare, nel racconto delle vicende di Giancarlo, il gruppo di amici che ho la fortuna di avere nella realtà. Con alcuni anagrammi, neanche troppo misteriosi, ho cercato di inserirli tutti nel percorso del protagonista ed ho provato a descriverne la loro importanza. Non a caso uno dei miei capitoli preferiti è “settima giornata – E dalla nebbia sbuco io…” dove è descritta la trasferta del gruppo di amici del protagonista che lo sostiene prima allo stadio poi nei festeggiamenti di una vittoria. Con il gruppo formato dal Salga, Fabry, il Saso e il Rigio, Giancarlo dice che “il successo è assicurato”. Mi faccio un complimento da solo e dico che non c’è definizione migliore per parlare di certi rapporti speciali.

Cosa rappresenta per te “Sogni di Tricolor”?

Poter stringere tra le mani un libro che sulla “costola” riporta il mio nome è una soddisfazione davvero unica. Banale forse da dire, ma “Sogni di Tricolor” rappresenta per me la realizzazione proprio di un sogno. Vedere poi che il libro è stato anche apprezzato lo rende ancora più speciale.

– Sappiamo, e abbiamo avuto anche in questo caso il piacere di leggerti, che di recente hai scritto un nuovo e interessante racconto. Ti va di parlarcene? Cosa può aspettarsi il lettore da questa storia?

In “Un’occasione bagnata” si cambia musica e si passa da Ligabue a Springsteen, dato che a fare da sfondo al racconto c’è il concerto che il boss ha tenuto a Firenze qualche anno fa. Altra differenza è data dal fatto che come elemento protagonista non c’è l’amicizia ma l’amore. Quello che mi piace sottolineare è che il racconto è stato pubblicato sul sito di Writin , un’associazione culturale che ha organizzato dei corsi di comunicazione e scrittura che ho avuto la fortuna di seguire. Associazione che mi fa piacere consigliare a chi ama la scrittura come me sia per la serietà/disponibilità che per il livello di docenti ed organizzatori.

La tua prossima opera è già in cantiere? Quando potremo leggerti ancora?

E’ la domanda più difficile di questa intervista. Mi piacerebbe poter dire a breve o anche solo “spero prima o poi” perché è innegabile che la speranza che ho è quella di veder pubblicato…un nuovo sogno anche se dai colori e dalle sfumature diverse. Nel cassetto ci sono delle bozze che allo stato attuale sono però solo tali. Spero presto di poterle far diventare qualcosa di spendibile e che possano seguire la strada di Sogni di Tricolor.

Quali sono i tuoi libri preferiti e quali rappresentano la tua spina dorsale?

Camilleri, Vichi, Malvaldi occupano molto spazio nelle mensole della mia libreria, ma non solo loro. Diciamo che in linea di massima le mie preferenze vanno a gialli e romanzi. Indicare i libri preferiti è davvero difficile. Andando oltre gli autori già detti, dico i primi tre titoli che pensando a qualcosa di bello da leggere mi vengono in mente: “Quel che non è stato” Piero Degli Antoni – “Un giorno perfetto” Melania Mazzucco – “Due di due” Andrea De Carlo.

Per ipotesi non sei tu l’autore del libro ma un semplice lettore, perché consiglieresti “Sogni di tricolor”?

Perché racconta di sogni e cadute. Perché intreccia realtà e romanzo. Perché unisce musica e calcio. Perché mette insieme passione ed amicizia. Perché prova a raccontare la bellezza di Firenze e l’amore di un fiorentino per la sua città e la sua squadra. Perché… l’ho scritto divertendomi.

Grazie Enzo per la tua disponibilità e per aver soddisfatto tutte le nostre curiosità!