ITACA

di Konstantinos Kavafis

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Photo by Paola Spartà

a cura di Iryna Ilkiv

Carissimi lettori, oggi inauguriamo la nostra rubrica “Poesia-eco dell’anima” con “Itaca” di Konstantinos Kavafis.

Poesia tratta da Le poesie” di Konstantinos Kavafis

“Itaca”
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
né nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta;
più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti
Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

Commento:

Itaca è la terra promessa, la destinazione ultima del viaggio di Ulisse, metafora dell’uomo che cerca il suo pieno compimento attraverso il sapere. Itaca, però, è una meta apparente, poiché fa solo da stimolo per il viaggio stesso che diventa lo scopo principale della vita umana. Ulisse-uomo deve augurarsi che il viaggio della vita sia lungo e pieno delle esperienze più diverse. I personaggi mitologici (Lestrigoni, Ciclopi, Nettuno) rappresentano le insicurezze e le paure umane che solo un obiettivo fisso e la pertinacia nel seguirlo riusciranno a sconfiggere e a portare in salvo sia lo spirito che il corpo. Deve dunque sperare che il viaggio duri il più lungo possibile e che offra giorni pieni di scoperte (mattini d’estate) e rivelazioni di nuove terre (empori fenici…città egizie) da cui attingere ricchezze inestimabili: il sapere che i dotti di quelle terre custodiscono.
Nel frattempo, però, non bisogna dimenticarsi mai di Itaca, perché, altrimenti, si rischia di fare un approdo precipitoso e prendere per Itaca quello che non è. Non bisogna dunque avere fretta di arrivare perché la vecchiaia condurrà da sé all’Isola sognata e il piede poggerà felice su quella terra e non sarà speranzoso di trovarla piena di ricchezze poiché di quelle più importanti avrà fatto carico nel tragitto verso essa. Itaca regala a Ulisse, attraverso il viaggio verso sé stessa, ciò che non avrebbe mai potuto dargli se lui vi fosse rimasto: la saggezza nel discernere le vere ricchezze.

Konstantinos Kavafis è nato ad Alessandria d’Egitto il 29 aprile 1863 da una famiglia greca. Ha lavorato prima come giornalista, poi come agente di borsa e come interprete. Dal 1891 al 1904 ha pubblicato alcune poesie, che gli diedero una certa fama. È morto di tumore alla laringe il 29 aprile 1933, proprio il giorno del suo settantesimo compleanno. Dalla sua morte la sua fama è cresciuta, e oggi è considerato uno dei più grandi poeti greci. Kavafis si è infatti dedicato all’impresa di ridare vita alla letteratura greca sia in patria che all’estero. I suoi temi preferiti sono: la nostalgia, i piaceri sensuali, l’omosessualità, gli insegnamenti classici, il saper cogliere il carattere morale e la psicologia degli individui e l’incertezza nel futuro.