LA BAMBINA E IL SOGNATORE

di Dacia Maraini

La bambina e il sognare di Dacia Maraini
Genere: Narrativa contemporanea
Editore: Rizzoli
Pagine: 411
Edizione: 2015

a cura di Elide

Cari amici lettori,
questo mese abbiamo dedicato la nostra rubrica “Penne d’autore” a Dacia Maraini, volto prolifico della letteratura italiana attento e meticoloso nella trattazione di tematiche sempre di grande attualità. Con “La bambina e il sognatore” la Maraini dimostra di sapersi anche staccare dai temi più cari e affezionati per affrontarne di nuovi ma pur sempre di grande intensità. Buona lettura!

Sinossi

Ci sono sogni capaci di metterci a nudo. Lo capisce appena apre gli occhi, il maestro Nani Sapienza: la bambina che lo ha visitato nel sonno non gli è apparsa per caso. Camminava nella nebbia con un’andatura da papera, come la sua Martina. Poi si è girata a mostrargli il viso ed è svanita, un cappottino rosso inghiottito da un vortice di uccelli bianchi. Ma non era, ne è certo, sua figlia, portata via anni prima da una malattia crudele. E quando quella mattina la radio annuncia la scomparsa della piccola Lucia, uscita di casa con un cappotto rosso e mai più rientrata, Nani si convince di aver visto in sogno proprio lei. È così che Nani contagia l’intera cittadina di S., immobile provincia italiana, con la sua ossessione per Lucia. Nani sa essere insieme maestro e padre, e la ricerca di Lucia diventa presto una ricerca di sé, che lo costringerà a ridisegnare un passato impossibile da dimenticare.

Recensione

Per Nani Sapienza essere un maestro non è soltanto un lavoro, è una missione, l’orgoglio più grande. Non è un insegnante come gli altri, i suoi alunni fanno parte del suo cuore, la loro istruzione è un qualcosa di fondamentale e imprescindibile, è primaria necessità che diventino adulti pensanti. Desidera che riflettano, che prendano consapevolezza di quel che li circonda e che un domani siano in grado di distinguere il bene dal male, il giusto dallo sbagliato, l’errore dal non errore. Ecco perché durante le sue lezioni legge favole, legge miti greci ma legge anche cronaca nera.

«Spero solo che tu ci rifletta sopra, Ahmed, devi capire da te dove il ragionamento fila e dove diventa ingarbugliato.. me lo fai questo favore? Ci provi a ragionare con la tua testa? Io non ti dico di scegliere fra le cose che dice tuo padre e quelle che ti dico io, ti prego solo di pensare con il tuo cervello, perché tu, come me, come tutti gli altri qui dentro, sei dotato di un motore che funziona perfettamente, e questo motore si chiama mente. E sono sicuro che, come me, come noi, la tua mente conosca il senso della giustizia. Ora ti chiedo: è giusto considerare inferiore un bambino solo perché di pelle nera e di religione diversa, quando sappiamo che quella pelle deriva dalla melanina e non da una cultura inferiore e quella religione ha lo stesso diritto della tua di essere praticata?»

Un argomento, quest’ultimo, che suscita non poche perplessità e non pochi malumori. Perché parlare di un argomento come questo a un pubblico così giovane può essere scomodo, perché parlarne in una piccola cittadina dove il pettegolezzo spesso supera l’informazione può essere un qualcosa di estremamente seccante.

L’uomo ha inoltre perso sua figlia Martina di otto anni a causa di una malattia incurabile, la leucemia. Da allora la sua vita si è spezzata, si è chiuso in un profondo isolamento che ha portato anche alla conclusione del suo matrimonio. Ma non può che essere un segno quello che gli appare in sogno: una bambina di otto anni con un cappottino rosso che ha la stessa camminata a paperina della sua Martina, una bambina che si muove nella dimensione onirica e che scopre essere misteriosamente scomparsa mentre tornava da scuola. Cosa ne è stato di lei? Perché le indagini non vanno avanti? Perché sembrano essersi arenate su loro stesse? Sta di fatto che lui non può restare con le mani in mano, deve trovarla…

«Non so quanto resisterò in questo paesino di montagna, mangiando pesce di lago e di fiume, ascoltando i discorsi amari di mia madre, guardandola muoversi come una leonessa in gabbia. Ma pure so che non me ne andrò fino alla fine della vacanza, perché la tenerezza mi prende alla gola; assieme a una pietà rabbiosa, alla voglia di scappare, e anche di abbracciarla e di baciarla su quel collo di tartaruga. Perché so che, come dice lei, questa è l’ultima occasione per starle vicino. E dopo ci perderemo per sempre»

Sin dalle prime battute “La bambina e il sognatore” emerge con tutta la sua forza tra mani del lettore che resta subito colpito dalla profonda differenza rispetto agli altri lavori della scrittrice. Se da un lato ci allontaniamo da quelle che sono le ambientazioni e le atmosfere che ci hanno accompagnato in precedenza con opere quali “La lunga vita di Marianna Ucria” o “Bagheria” per abbracciarne altrettante di mistero grazie al giallo della scomparsa della minore, dall’altro veniamo colpiti da un narratore inedito, un uomo. Soventemente, infatti, la Maraini fa delle donne la sua voce portante, fa della figura femminile la portavoce per eccellenza.
Ma gli aspetti pregnanti non sono ancora giunti al loro termine perché questo titolo di cui andiamo a parlarvi rappresenta un viaggio introspettivo in cui la mente è chiamata a riflettere e ad aprirsi su quanto la circonda e su quanto si innesta sulla sua strada.
Obiettivo cardine della narratrice è certamente quello di soffermare lo sguardo del lettore su tematiche di grande modernità e di grande rilevanza sociale affinché questo sia indotto a chiedersi “perché” e sia altresì indotto a ricercare una risposta alle tante domande che si susseguono.
Ciò avviene grazie agli interessanti dialoghi che si susseguono tra il docente e i suoi studenti e grazie a una scrittura fluida e magnetica che trattiene e che si evolve e distanzia rispetto ad altri titoli a sua firma. L’aspetto introspettivo è portato avanti dai dialoghi dell’uomo con il suo subconscio dalle forme di un “uccellaccio” e in cui l’animo sognatore e fiducioso contrasta con quello più pragmatico, amaro e concreto del vivere.
Tante ancora le problematiche trattate che vanno dalla violenza sulle donne a quella sui bambini ma anche al fanatismo religioso nei suoi estremismi, alla prostituzione minorile, al turismo sessuale, ai rapporti tra padre e figlio. Molteplici anche i titoli citati nello scorrimento atti a invitare il lettore a proseguire nell’approfondimento (quali ad esempio “La battaglia di una sopravvissuta contro lo sfruttamento sessuale di donne e bambine” di Somaly Mam).

«Ma lui ridacchia e pretende di esprimere il suo rozzo pensiero che identifica col buon senso, un po’ come il coro che commenta le azioni dei protagonisti nella tragedia greca: si presenta quale assennatezza ma è solo conformismo»

“La bambina e il sognatore” è un libro intenso, profondo e ricco di spunti di riflessione con i quali Dacia Maraini ci invita a guardare il bicchiere mezzo pieno e a cercare il bene anche quando il male sembra avere il sopravvento su quanto ci circonda. Un testo che ci invita a interrogarci prima di puntare il dito o emettere giudizi, che ci chiede di ricercare le risposte alle domande che spesso finiscono con l’essere celate o con il cadere nell’oblio. È uno scritto aperto al futuro, un titolo che ci chiede di lasciare schiuso il nostro sguardo sull’avvenire, per noi, per i nostri figli, per chi verrà.

È consolante per una comunità pensare che la responsabilità stia altrove, che i malandrini non appartengano a quel luogo, e che degli sconosciuti malviventi siano venuti da fuori a uccidere e devastare il povero quartiere innocente. La città intera si considera estranea a questa sparizione di cui ormai non si parla più, ma che pesa sulle coscienze dei più sensibili. Ci si può liberare di un enigma risolvendolo, dicono i saggi, non seppellendolo. Anche se ormai siamo abituati a seppellire tutto, perfino le più schifose immondizie: un poco di terra sopra e buona notte! Ma ogni tanto la terrà si apre e manda fuori un improvviso puzzo di foglia. E i pettegolezzi riprendono»

Il nostro giudizio:


Stile: Voto 5/5
Trama: Voto 4/5
Piacevolezza: voto 5/5
Copertina: Voto 4/5
Voto finale: Voto 4 e mezzo/5

DACIA MARAINI

Dacia Maraini è autrice di numerosi romanzi, di testi teatrali e di poesie. Ella nasce a Fiesole nel 1936. Ha passato parte della sua infanzia in Giappone, dove ha subito la traumatica esperienza dell’internamento in un campo di concentramento assieme alla propria famiglia. Rientrata in Italia ha vissuto prima a Bagheria in Sicilia e poi a Roma, città nella quale ha conosciuto Alberto Moravia, di cui è stata la compagna. Dei suoi libri, ricordiamo oltre La Nave per Kobe, La vacanza(1962) L’età del Malessere (1963), Memorie di una ladra (1972), La lunga vita di Marianna Ucría (1990), Bagheria (1993), Donne mie (1974), Donna in guerra (1980), Tre Donne (2017) e Corpo felice. Storia di donne, rivoluzioni e un figlio che se ne va (2018).