Emiliana Erriquez
“La chiamavano Nocciolina” di Emiliana Erriquez
Editore:Les Flâneurs Edizioni
Genere: Narrativa biografica
Pagine: 156
Data di pubblicazione: 11/02/2022
oggi vi proponiamo un libro meraviglioso, una storia di legami indissolubili, di amori veri e genuini, di felicità data dalle piccole cose e da una libertà tanto agognata. Una storia però che parla anche di ristrettezze economiche e anche mentali, di nostalgia, rimpianti e paura per un futuro sconosciuto.
Si tratta di “La chiamavano Nocciolina” di Emiliana Erriquez, una stupenda lettera che l’autrice scrive alla madre, in cui emozioni, commozioni e sentimenti prevalgono in una maniera eccezionale.
Buona lettura!
a cura di Rossana Bizzarro
Sinossi di LA CHIAMAVANO NOCCIOLINA
Recensione
È una lettera intensa che una figlia scrive alla propria madre, ripercorrendo tutta la sua vita e comprendendo così, maggiormente, il suo comportamento, i suoi divieti e tutti i sacrifici fatti per garantire una vita migliore ed un futuro sicuro alle proprie figlie.
Elena, chiamata da tutti Nocciolina per la sua pelle dorata e i capelli color miele, è molto intelligente, curiosa, la sua sete di conoscenza è infinita, ha voglia di scoprire il mondo e cose nuove, ama la scuola e lo studio.
Adora la sua terra, la sua città, Foggia, le campagne che la caratterizzano e tutto ciò che ne fa parte.
Abitare ai margini della città aveva i suoi vantaggi. Elena amava la campagna che circondava la sua casa. Desolati d’inverno, quei campi rinvigorivano d’estate e quell’oro che ondeggiava al sole le riempiva gli occhi, calmava la sua anima inquieta.
Vorrebbe tanto continuare gli studi ma, a causa delle ristrettezze economiche e anche mentali (siamo negli anni che seguono subito la guerra), Elena è costretta ad abbandonare la scuola per aiutare sua madre nelle faccende domestiche e nella gestione della casa e dei fratelli minori.
In famiglia sono in tanti, dunque le cose da fare di certo non mancano, ma, nonostante tutto, Elena non perde mai la sua voglia di imparare e di apprendere. E sarà suo fratello Pino ad insegnarle a leggere bene e anche a spiegarle molte cose.
Un legame indissolubile, il loro, che li avrebbe uniti fino alla morte.
Elena è amata da tutti per il suo carattere dolce, accondiscendente e sensibile, è la preferita del padre, che mostra una gelosia quasi morbosa nei suoi confronti, ha paura di perderla, di vedere andare via il fiore più bello e prezioso che ha, il suo gioiello.
Da parte sua, la giovane è sempre molto ubbidiente e non si tira mai indietro quando si tratta di aiutare qualcuno. È la ragazza più bella del quartiere, ammirata e voluta da tutti i giovani che la incontrano, ma lei non concede mai un sorriso o una parola, va dritta per la sua strada, e questo potrebbe sembrare un atteggiamento altezzoso, potrebbe farla sembrare una ragazza che si sente superiore a tutto ciò che la circonda. In realtà, è la timidezza e gli avvertimenti di sua madre a renderla così chiusa, quasi spaventata all’idea di guardare un ragazzo.
La Nocciolina introversa e diffidente però, crescendo, diventa una donna sicura, con una mentalità molto più aperta, mostrando la sua determinazione e la sua testardaggine tenute sempre nascoste. Vuole assicurare a tutti i costi un futuro diverso dal suo e l’indipendenza alle sue figlie.
Ma la vita a volte sceglie percorsi imprevisti ed Elena se ne sarebbe resa conto a più riprese nel corso degli anni.
Emiliana Erriquez, in queste poche ma profonde pagine, ripercorre la vita di sua madre, regalando al lettore emozioni e sensazioni forti e vere.
Tutto viene descritto dettagliatamente, nei minimi particolari, senza tralasciare nulla. Sembra quasi di vedere con i propri occhi le grandi distese verdeggianti, le campagne foggiane, le viuzze piene di ragazzini impegnati a giocare, i momenti di gioia e di spensieratezza trascorsi tutti insieme durante le feste, i mondiali di calcio, al mare.
E sembra quasi anche di vedere tutti i personaggi che appaiono nella storia e di capire esattamente chi siano, di comprendere i loro gesti, i loro stati d’animo e i loro pensieri, belli o brutti che siano.
Elena è una figura fantastica, si ama immediatamente e non si è più in grado di dimenticarla.
Nonostante la mentalità chiusa e ristretta del suo tempo, la paura di deludere i suoi genitori, la mancanza di denaro e i tanti duri colpi subiti durante gli anni, lei non si lascia scoraggiare, non si abbatte mai, al contrario, continua imperterrita a combattere per il suo sogno più grande: avere una famiglia tutta sua, un lavoro e garantire un futuro migliore alle sue figlie.
E sebbene lei non abbia avuto la possibilità di studiare e spesso si è sentita inferiore rispetto a chi invece ha avuto la fortuna di poterlo fare, con il tempo comprende che non ha nulla di invidiare agli altri, perché la sua bontà, il suo istinto e la sua intelligenza vanno al di là di tutto ciò.
Con gli anni dunque, Nocciolina diventerà una donna vera, una combattente e si sentirà finalmente realizzata e felice.
Tra un capitolo e un altro, in cui conosciamo meglio Elena e la sua famiglia, Emiliana Erriquez riprende la lettera mostrando tutto l’amore che le lega indissolubilmente, nonostante il tempo, le vicissitudini e un’assenza dura da accettare.
E sai una cosa, mamma? Avevi ragione. Ho imparato a lasciar correre anche io. Molti scambiano questo mio atteggiamento per freddezza. Quello che non sanno è che me lo hai insegnato tu. Non sanno, mamma, che a volte a non intromettersi ci si guadagna. Non lo sanno, ma lascio che continuino a credere nella mia distanza emotiva perché se c’è una cosa che più di tutte mi hai insegnato è che bisogna imparare a fregarsene di quello che pensa la gente.
E questo è diventato il mio motto, mamma.
I temi trattati in “La chiamavano Nocciolina” sono diversi: il rapporto tra genitori e figli, la lontananza, le ristrettezze economiche, l’amore per la propria famiglia, il sentirsi inferiori ed inadeguati, la mentalità chiusa di un certo periodo storico, la paura di sentirsi giudicati, la voglia di libertà e di indipendenza, il terremoto e ciò che ne consegue, la felicità di essere uniti.
Lo stile dell’autrice è brillante e fluido, la scrittura scorrevole, la trama affascinante e la capacità di coinvolgere e commuovere il lettore infinita.
Il nostro giudizio:
Trama
Stile
Piacevolezza
Copertina
Voto finale
EMILIANA ERRIQUEZ
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