LA FIAMMA NEL BUIO

di Michael Connelly

La Fiamma nel Buio di Michael Connelly
Editore: PIEMME Edizioni
Genere: Thriller
Pagine: 393
Edizione: 3 marzo 2020

Cari lettori,
oggi abbiamo il piacere di recensire per voi il 23° romanzo incentrato su un detective molto amato dai lettori, il duro ma giusto Harry Bosch.
Il suo creatore, Michael Connelly, ci regala una nuova storia di questo incredibile protagonista, che però non lo vedrà solo a combattere il crimine.
Al suo fianco, dopo il romanzo “La notte più lunga”, ritroviamo la detective Renée Ballard: una coppia che si dimostra sempre più azzeccata. Il libro in questione è La fiamma nel buio.
Buona lettura!

a cura di Pamela Mazzoni

Sinossi di La fiamma nel buio

È un giorno triste, per Harry Bosch, quello del funerale dell’ex poliziotto John Jack Thompson. Un uomo che ha dedicato quarant’anni di vita al LAPD, ma soprattutto un maestro per molti giovani detective alle prime armi. Uno di questi era stato proprio Bosch, che adesso, appoggiato al suo bastone dopo l’operazione al ginocchio che ha subito, osserva da lontano il gruppetto convenuto al cimitero, pensando alle cose che ha imparato da lui. Ad esempio, a capire quando qualcuno sta mentendo durante un interrogatorio. John Jack sapeva riconoscere un bugiardo. Non se n’era mai fatto scappare uno. Ma quando si avvicina a Margaret, la moglie di Thompson, Bosch non si aspetta di scoprire che, anche dalla tomba, John Jack abbia un altro bugiardo da incastrare. Un caso irrisolto di vent’anni prima, l’omicidio di un ragazzo ritrovato senza vita in un vicolo frequentato da spacciatori. Un caso che John Jack si era portato in pensione con sé, trafugando il fascicolo dagli archivi del LAPD. Bosch decide di occuparsene. E c’è una sola persona, dentro la polizia, che può aiutarlo: Renée Ballard. Così, tra un crimine e l’altro del suo turno di notte – “l’ultimo spettacolo”, come lo chiamano i poliziotti losangelini – Renée farà di nuovo coppia con Bosch per riaprire piste sepolte da anni di bugie. Perché tutti i bugiardi, prima o poi, fanno i conti con la verità.

Recensione

Ci sono legami affettivi che possono unire più di quelli di sangue.
Ed Harry Bosch e Renée Ballard questo lo sanno bene: il loro rapporto professionale e di amicizia, anche se ancora all’inizio, diventa sempre più solido, infondendo nella vecchia volpe di Harry uno strano istinto di protezione verso quella giovane, tosta ed appassionata detective: entrambi tenaci e testardi, inquieti ma tesi a cercare la verità a tutti i costi, pronti a rischiare anche la carriera pur di placare quella sete di giustizia che li anima.
Ne La fiamma nel buio ritroviamo un Bosch settantenne, zoppicante per un’operazione al ginocchio e con qualche problema di salute.
Le cose negli anni sono cambiate per lui, ha smussato qualche angolo del suo spigoloso carattere, si è ammorbidito: l’aver riallacciato il rapporto anni prima con la figlia Maddie lo ha reso più vulnerabile.
Ma il suo spirito da combattente è sempre lì, come il suo imbattibile fiuto.
Renée, dal canto suo, è una tipa del tutto fuori dagli schemi: vive in una tenda sulla spiaggia; non riesce, e non è neppure interessata, ad intrattenere rapporti affettivi. Schiva e solitaria, ha l’unico forte legame con la sua cagnolona Lola, l’unica capace di scalfire la dura corazza che indossa, anche se dietro di essa si cela una persona empatica e capace di slanci generosi. Lavora al turno di notte e quello che per chiunque rappresenta un declassamento, a lei piace: nel buio si muove meglio, è più a suo agio anche se, quando l’ultimo riflettore si spegne sulla cinematografica e teatrale Los Angeles, entrano in scena il crimine e la violenza ed il male, sotto svariate forme, fa il suo plateale ingresso.

“Hollywood era un posto diverso, con il buio, quando si affievoliva il bagliore dei neon. Era un cambiamento che Ballard vedeva ogni notte: diventava territorio di predatori e prede, senza nulla in mezzo, un luogo dove i ricchi erano al sicuro dietro le porte chiuse delle loro case, e i poveri vagabondavano in giro. Un poeta del turno di notte li aveva definiti «foglie soffiate via dai venti del fato».
(…) Era stato scritto da un agente che aveva visto per troppo tempo il lato deprimente e oscuro delle notti di Hollywood e aveva finito per togliersi la vita.”

Bosch e Ballard sono due cani sciolti che insieme diventano una forza, dove l’esperienza trentennale come poliziotto dell’uno si amalgama perfettamente con l’irruenza e la freschezza tipica della gioventù dell’altra.
Tutto ha inizio con il funerale del più caro amico di Bosch, John Jack Thompson, uomo retto e poliziotto in gamba con un istinto infallibile per smascherare i bugiardi.

“John Jack, come lo chiamavano tutti, era un brav’uomo.
Quarant’anni di servizio nel Los Angeles Police Department, prima in divisa, poi come detective. Aveva arrestato molti delinquenti e aveva insegnato a farlo a tanti più giovani di lui. Uno dei quali era Bosch. Da novellino, più di trent’anni prima, si era trovato a lavorare in coppia con quella leggenda della Divisione Hollywood. Tra le altre cose, John Jack gli aveva insegnato come riconoscere i segni di una menzogna durante un interrogatorio. Lui riusciva sempre a capire quando qualcuno mentiva, e diceva che ci vuole un bugiardo per riconoscerne un altro, ma non aveva mai spiegato a Bosch come avesse raggiunto quella conclusione.”

Per Harry è stato un esempio da seguire e la sua frase “Contano tutti o non conta nessuno” è diventata un mantra.
Ma anche da morto John Jack ha in serbo una sorpresa per il suo miglior allievo: sua moglie infatti consegna ad Harry il quaderno delle indagini, trafugato e tenuto nascosto, su un omicidio vecchio di vent’anni: un ragazzo trovato ucciso in auto, in un quartiere dove in quel periodo imperversavano le gangs con i loro traffici di droga.
Un cold-case abbandonato e coperto dalla polvere degli anni trascorsi, visto lo scarso interesse che al tempo suscitava la sua soluzione: indagare su un assassinio nel mondo degli spacciatori, semplicemente, era una fatica inutile.
Ma allora perché tenere tutti questi anni un fascicolo, addirittura senza fare nessuna indagine e, soprattutto, cosa nasconde questa insolita e misteriosa scelta? E poi, perché lasciarlo a Bosch?
Forse perché il suo mentore è certo che lui non lascerà correre e gratterà via la crosta superficiale per scavare più a fondo scegliendo, come di consueto, non la via più facile ma quella che porta alla verità.
L’unica che può aiutare Bosch, adesso in pensione, in questa indagine non ufficiale è sicuramente Ballard: sarà lei a battere le strade seguendo la scia degli indizi e vestendo il ruolo più dinamico, mentre il suo mentore sarà una presenza importante anche se meno presente sul campo. Ma, nel puro stile Connelly, i casi a cui lavorare per entrambi sono diversi ed all’apparenza slegati tra loro: tra l’omicidio di un giudice, che riunirà anche Bosch con il fratellastro avvocato Mickey Haller; il misterioso incidente di un senzatetto trovato bruciato nella sua baracca e lo strano suicidio di una ragazzina, i nostri due detectives avranno il loro bel daffare. Saranno tanti gli ingranaggi che solo nell’adrenalinico finale si incastreranno alla perfezione, rivelando un disegno crudele e lacerando così la fitta rete di menzogne che per anni ha coperto sconvolgenti verità.
Connelly, con la consueta scrittura sempre asciutta e fluida, la trama accattivante, complessa ma ben orchestrata, i personaggi ben tratteggiati e capitoli brevi incentrati ora sull’uno ora sull’altro dei protagonisti, con La fiamma nel buio è riuscito anche questa volta a confezionarci un bel thriller, che cattura dalla prima all’ultima pagina: tra omicidi vecchi e nuovi, testimoni ripescati dal passato, indagini su più fronti, la storia corre serrata senza tempi morti.
L’impressione è che, forse, Connelly cerchi di rendere la combinazione Bosch/Ballard non più solo sporadica ma del tutto strutturale, con la presenza di Bosch che magari sfumerà piano piano per lasciare il posto alla sua allieva, in un passaggio di testimone triste ma necessario, dato che nel mondo di Connelly i personaggi invecchiano come nella vita reale e chissà, speriamo più tardi possibile, dovremmo abituarci all’idea di un malinconico commiato dal nostro detective.

Il nostro giudizio:


TramaVoto 4,5


StileVoto 4,5


PiacevolezzaVoto 4,5


CopertinaVoto 4,5


Voto finaleVoto 4,5

Michael Connelly

E’ una delle più grandi star della narrativa americana, Michael Connelly raggiunge il primo posto in classifica con ogni suo nuovo romanzo. I lettori italiani lo hanno accolto con entusiasmo fin dal primo libro pubblicato, Debito di sangue da cui è stato tratto un film diretto e interpretato da Clint Eastwood. I lettori hanno poi imparato a conoscere il detective Harry Bosch, indimenticabile protagonista di molti suoi thriller, tra cui Il ragno, vincitore nel 2000 del Premio Bancarella. In anni più recenti, Connelly ha ideato un nuovo riuscitissimo protagonista, Mickey Haller, che svolge la sua attività dal sedile posteriore di una Lincoln, oltre che in tribunale, e che, nella riduzione cinematografica di The Lincoln Lawyer, ha il volto noto di Matthew McConaughey. Connelly è stato spesso in Italia, tra le presenze eccellenti di numerosi festival: il Festivaletteratura a Mantova, il Noir in Festival a Courmayeur, dove gli è stato conferito il Raymond Chandler Award, e il Festival Internazionale delle Letterature a Roma. Nel 2016 è stata trasmessa in Italia la serie televisiva Bosch, di cui Connelly ha curato la sceneggiatura.