LA MORTE È IL MIO MESTIERE

di Michael Connelly

La morte è il mio mestiere Michael Connelly

La morte è il mio mestiere di Michael Connelly
Genere: Thriller
EditorePiemme
Pagine: 363
Edizione29 Settembre 2020

a cura di Pamela Mazzoni

Ben ritrovati a tutti i nostri lettori. Michael Connelly, al quale abbiamo dedicato la nostra scheda mensile ,con La morte è il mio mestiere, ci allieta con un gradito ritorno: quello del protagonista Jack McEvoy, il reporter di cronaca nera che, se è vero che l’autore ha messo un po’ di sé e delle sue esperienze in ogni personaggio da lui creato, è sicuramente quello che più gli si confà, avendo fatto Connelly lo stesso lavoro per diversi anni. E da segugio della notizia qual è, Mc Evoy non ci metterà molto, anche questa volta, a fiutare lo scoop. Ma il pericolo è in agguato…. Buona lettura!                                                              

Sinossi

«Per molto tempo, in passato, avevo detto che la morte era il mio mestiere. Adesso sapevo che lo era ancora.» Per Jack McEvoy la cronaca nera è stato il mestiere di una vita. Ha raccontato le storie più cupe, inseguito i killer più sfuggenti, fino a ritrovarsi lui stesso faccia a faccia con la morte. Il fiuto da reporter ce l’ha nel sangue, anche se ormai va a caccia di storie di ben altro genere. Ma la morte, a quanto pare, non ha chiuso i conti con lui. Quando una donna con cui McEvoy ha trascorso una notte sola, dopo averla conosciuta in un bar un anno prima, viene ritrovata senza vita, il giornalista finisce suo malgrado tra i principali sospettati di quel crimine particolarmente brutale. A quel punto, tornare a indagare – a dispetto dei moniti della polizia e del suo editore – è per lui non soltanto un istinto, ma una necessità. Ben presto, arriva a una scoperta agghiacciante che collega quell’omicidio ad altre morti misteriose in tutto il Paese: uno stalker dà la caccia alle donne, selezionandole sulla base dei loro dati genetici. McEvoy capisce di trovarsi di fronte a una mente criminale diversa da qualunque altra mai incontrata: qualcuno che conosce le sue vittime meglio di quanto loro conoscano se stesse. Attraverso una ricerca nei meandri più oscuri del web e con l’aiuto di una vecchia conoscenza – l’ex agente dell’FBI Rachel Walling -, McEvoy intraprende una folle corsa contro il tempo. Perché il killer ha già scelto il suo prossimo obiettivo ed è pronto a colpire ancora.

Recensione

“Era la prima volta che tornavo nell’ufficio del coroner da almeno quattro anni. Quando seguivo la cronaca nera per il «Times» e in seguito per «Velvet Coffin» era una tappa regolare. Ma a «FairWarning» la morte non era più stata il mio mestiere.”

Almeno fino a questo momento. Già, Jack McEvoy ha cambiato registro, non è più il cronista di nera capace di stanare sadici assassini, come ai tempi de Il Poeta e L’uomo di paglia. Le sue indagini ad alto rischio hanno preteso un obolo e lui l’ha pagato, perdendo il suo lavoro come reporter e la donna che amava. Adesso è un tranquillo giornalista a FairWarning, una rivista online (realmente esistente) che si occupa di proteggere i consumatori da truffe e raggiri. Come recita il titolo del libro, però, per Jack La morte è il mio mestiere e tutto sta per cambiare. Di nuovo.

Niente succede per caso, e questo il nostro Jack lo sa bene: una serie di strane coincidenze, con il valore aggiunto del suo innato istinto da cacciatore per indagini scottanti, riportano McEvoy a percorrere sabbie mobili infide e pericolose. Tutto ha inizio con l’omicidio di una ragazza che, si viene a scoprire, aveva trascorso una notte con Jack molti mesi prima.  Ma i due poliziotti incaricati delle indagini, oltre ad essere piuttosto superficiali, sono anche e soprattutto prevenuti nei confronti del giornalista, reo di aver distrutto, con i propri articoli, la carriera e la vita di un loro collega: così McEvoy, da semplice conoscenza della vittima, si trasforma in un indiziato.           

Questa tacita, seppur improbabile, minaccia di un’accusa di omicidio è lo stimolo giusto per McEvoy per tornare in pista e riappropriarsi della sua vita: il reporter non può esimersi dal raccogliere il guanto di sfida avviando un’indagine parallela, inizialmente osteggiata dalla polizia nonché dal suo editore: effettivamente la traccia da seguire è labile, sembra non portare a niente di eclatante. Jack, però, è testardo e tenace e, con l’aiuto della donna che gli ha rubato il cuore ma che ormai appartiene al passato, l’ex agente dell’FBI Rachel Walling, si ritroverà coinvolto in un caso complicato e altamente pericoloso, che si snoda nell’oscuro mondo del dark web, in un adrenalinico inseguimento ad un astuto killer che conosce molto bene le sue ignare vittime e le uccide seguendo un raccapricciante modus operandi.

«Le hanno spezzato il collo» disse Mattson.
«Dislocazione atlanto-occipitale» precisò Sakai.
«Che diavolo significa?» chiesi.
«Decapitazione interna» spiegò Mattson. «Qualcuno le ha girato la testa di centottanta gradi. Brutto modo di morire.»

Riuscirà il nostro protagonista a stanare questobrutale assassino, così abile da celare il suo aspetto e coprire le sue tracce? Di lui, infatti, conosciamo solo l’insolito nickname, l’Averla.

“L’Averla prende il suo soprannome da un uccello noto per essere uno dei più brutali predatori che si trovano in natura: si avvicina in silenzio alle sue prede, topi di campagna e altri piccoli animali, le attacca alle spalle afferrandole con il becco e spezza loro il collo.”                       

Sarà una folle corsa contro il tempo verso un epilogo che, sulla base del mio personale ed umile parere, mi è apparso un tantino frettoloso e raffazzonato, a discapito di una storia fino a questo momento ben orchestrata.

Comunque Connelly è sempre abile a trascinare il lettore dentro la storia, grazie al consueto stile coinvolgente, ad una narrazione serrata e ad una trama che, come ormai di prassi nei suoi romanzi, pone il focus su una delle pecche di un paese, gli Stati Uniti, altamente evoluto per alcuni aspetti, mentre per altri stranamente incapace di potere decisionale e di legiferare. Infatti, in questo particolare caso, il tasto dolente è quello della protezione dei dati genetici personali che, non essendo adeguatamente salvaguardati, sono facilmente reperibili sul web, con conseguenze spesso disastrose, alla faccia dell’etica e della privacy.                                   

La morte è il mio mestiere apre sicuramente nuove strade per Jack McEvoy ed a noi, appassionati lettori, non resta che attendere il prossimo libro per scoprire quello che Connelly ha in serbo per il nostro affascinante reporter.              

Il nostro giudizio:

Tramavoto 4,5/5

Stilevoto 4,5/5

Piacevolezzavoto 4,5/5

Copertinavoto 4,5/5

Voto finalevoto 4,5/5

Michael Connelly

È una delle più grandi star della narrativa americana, Michael Connelly raggiunge il primo posto in classifica con ogni suo nuovo romanzo. I lettori italiani lo hanno accolto con entusiasmo fin dal primo libro pubblicato, Debito di sangue da cui è stato tratto un film diretto e interpretato da Clint Eastwood. I lettori hanno poi imparato a conoscere il detective Harry Bosch, indimenticabile protagonista di molti suoi thriller, tra cui Il ragno, vincitore nel 2000 del Premio Bancarella. In anni più recenti, Connelly ha ideato un nuovo riuscitissimo protagonista, Mickey Haller, che svolge la sua attività dal sedile posteriore di una Lincoln, oltre che in tribunale, e che, nella riduzione cinematografica di The Lincoln Lawyer, ha il volto noto di Matthew McConaughey. Connelly è stato spesso in Italia, tra le presenze eccellenti di numerosi festival: il Festivaletteratura a Mantova, il Noir in Festival a Courmayeur, dove gli è stato conferito il Raymond Chandler Award, e il Festival Internazionale delle Letterature a Roma.
Nel 2016 è stata trasmessa in Italia la serie televisiva Bosch, di cui Connelly ha curato la sceneggiatura.
Tra i suoi ultimi romanzi pubblicati in Italia da Piemme: La strategia di Bosch, Il passaggioIl dio della colpa.
Il passaggio segna il ventesimo “compleanno” di Harry Bosch.