LA QUARTA DIMENSIONE DEL TEMPO

di Ilaria Mainardi

La Quarta Dimensione del Tempo di Ilaria Mainardi
Editore: Les Flâneurs Edizioni
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 154
Edizione: 20 giugno 2020

a cura di Elisa Mazza

Amici Lettori,
oggi recensirò per voi La Quarta Dimensione del Tempo di Ilaria Mainardi; non mi limiterò a definirlo romanzo, ma un’esperienza di teletrasporto perché verrete seriamente sbalzati in un mondo irriverente, bizzarro, dove un sorriso accarezza una lacrima e la saggezza vi fa l’occhiolino da oltreoceano…

Buona Lettura!

Sinossi

James Murray, newyorkese d’adozione, è un affascinante pubblicitario che ha passato gli ultimi tre decenni a costruirsi una nuova e brillante identità sui cocci del passato. Finché una lettera, giunta ai suoi occhi in ritardo di ventisette anni, non fa crollare ogni impalcatura. Insieme all’amico Gavin dovrà ripercorrere a ritroso la strada verso un Missouri verde come l’Irlanda, verso una figura materna cancellata da troppo tempo, verso i sogni perduti, verso se stesso. Nella consapevolezza che, come gli ripeteva l’amato padre, dove si arriva e da dove si parte sono i soli punti da tenere sempre presenti per non sbandare durante il percorso.

Recensione

“Alla fine optò per la soluzione che in quel momento gli sembrava la più indolore, ovvero l’unica possibile: chiedere a Gavin di leggere la lettera per conto suo e confermargli poi che la cosa migliore da fare era nasconderla sul fondo di un cassetto poco utilizzato. Buttarla via o addirittura bruciarla, come in un primo momento era stato tentato di fare, avrebbe potuto generare qualche sconquasso del karma.”

New York, una vita appagante, un bel giro di amicizie e l’indipendenza: Jimmy non poteva chiedere di più. La sorte giustamente, quella maledetta guastafeste, quel “di più” lo vuole eccome: appare quasi dal nulla, come uno spirito del Natale passato di Dickens, una lettera vecchia di quasi trent’anni. Mamma!
Ed ecco che tutto quello che era sepolto, ormai abbandonato e inutile risale su e il nuovo fantastico Jimmy rivive i suoi vecchi, sgualciti, drammi personali: la perdita dell’amato padre e l’odio sprizzante che si è scatenato con la madre, conclusosi con la fuga, la sua, e l’arresto forzato del loro rapporto.
La quarta dimensione del tempo è un libro che ho accarezzato con affetto. Ha un carisma tutto suo, curioso, intelligente sentimentale e misterioso: se fosse stato un uomo, è evidente che ne sarei rimasta ammaliata (forse addirittura sviluppato una cotta da sedicenne?! ;-D).
Prima cosa: emerge indiscutibile il talento di Ilaria Mainardi, sa creare atmosfera, sentimenti e una bella storia, pare, con estrema facilità e con un ritmo incalzante e originale. Non mi aspettavo il tipo di lettura in cui sono incappata. Appare così strampalata, sincera, viva ; do merito anche alla costruzione dei personaggi: questo cocktail vincente tra il bislacco, il fuori dall’ordinario, l’ironia e il concitato battito del cuore che scatena. Non sono eroi perfetti, ma hanno un fascino unico di persuasione, anche il più storto fra loro.
Leggendo pagine, ci si sente un po’ fuori dal tempo, dalla realtà, dal solito tran tran: un film, non un libro. Tante prospettive in un’unica panoramica colorata, si cade vittime di una specie di incantesimo hollywoodiano, fatto di storie, aneddoti sul cinema, e relazioni umane di ogni genere. Una pietra preziosa tagliata con tante sfaccettature. Jimmy ha una solida amicizia con Gavin (un po’ fratello e un po’ mamma-chioccia) senza il quale sarebbe perso, e ha, o meglio non ha, questo rapporto controverso con sua madre. Ora viaggia, si interessa, evolve e affronta (sicuramente ci prova) tutti i conflitti irrisolti lasciati sospesi come polvere sotto un tappeto vecchio.

“Jimmy si percepiva di più come un pugno di creta, capace in mani sapienti di acquisire la compostezza di un vaso o anche di una ciotola oppure di… quante chance ci offre la malleabilità? Se fosse mancata la pazienza si sarebbe afflosciato in una massa amorfa, punto e basta. Però chi lo ha stabilito che una forma canonica sia per forza migliore di una poltiglia in divenire?”

Il cambiamento insieme al contrasto, fa da padrone senza dubbio: è un connubio che si traduce in uno scritto ironico, comico, dove il linguaggio è bello colorito eppure c’è introspezione, malinconia, della genuina delicatezza profondamente sensibile. L’orripilante e amichevole Gus ne è un emblema.
La voce fuori campo della Mainardi, così coinvolta e curiosa, sottolinea con aplomb questo spaccato di La quarta dimensione del tempo, l’importanza del di più, dell’ancora un attimo. Per noi stessi, per gli amici, per la vita che deve esplodere in fuochi d’artificio. Mi associo senza indugio a questo pensiero e visione d’insieme data dal romanzo. Anzi, Ilaria (scusa se mi arrogo il diritto di darti amichevolmente del tu) mi vorrei appellare direttamente a te: avrei voluto ancora un attimo di questa storia.. Per la prossima, non indugiare, scrivi ancora di più!

“[…] La ragione che aveva filosofeggiato rispetto al disagio che la solitudine gli provocava era stata che siamo spesso soli, del tutto soli, in questo mondo, ma non siamo stati programmati per sopravvivere da soli. […]”

Il nostro giudizio:


TramaVoto 4,5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 4,5


CopertinaVoto 4


Voto finaleVoto 4,5

Si ringrazia la casa editrice per averci cortesemente fornito il materiale.