LA SCURE D’ARGENTO E IL GUARDIANO DEL LOUVRE – TUTTI I ROMANZI E I RACCONTI FANTASTICI E DELL’ORRORE

di Arthur Conan Doyle

La scure d’argento e Il guardiano del Louvre (Tutti i romanzi e i racconti fantastici e dell’orrore) di Arthur Conan Doyle
Genere:Fantascienza/Horror
Editore:Newton Compton
Pagine:1088
Edizione:12 Febbraio 2018


a cura di Pamela Mazzoni


Bentrovati cari lettori!
Quest’oggi, nell’ambito del mese dedicato a Sir Arthur Conan Doyle, abbandoniamo lo scientifico e razionale approccio alle indagini di Sherlock Holmes per addentrarci in una dimensione insidiosa ed oscura, dove la ragione non ha più motivo di esistere. Conan Doyle, a dispetto del suo concreto protagonista, seguiva una corrente di pensiero ben diversa: era infatti un grande appassionato, per non dire fanatico, di spiritismo e sovrannaturale tanto che la sua opera omnia comprende molti romanzi e racconti fantasy ed horror, generi che lui prediligeva molto più del giallo che tanti onori gli ha recato. Il bel tomo che vedete sopra, Tutti i romanzi e i racconti fantastici e dell’orrore, è una raccolta piuttosto esaustiva che unisce in un unico libro la parte meno nota della vasta produzione letteraria di Sir Arthur. Nello specifico, la nostra recensione di oggi verte non su questa raccolta in toto, ma in particolare su due dei racconti ivi contenuti: La scure d’argento, pubblicato per la prima volta nel 1883 sul London Society e Il guardiano del Louvre del 1890.
Buona lettura!

Sinossi

Dopo aver creato il detective Sherlock Holmes (più che mai razionale e deduttivo) e aver consegnato alla storia della letteratura gialla le sue avventure, sir Arthur Conan Doyle decise di cimentarsi con il soprannaturale e le sue suggestioni. Nacque così il personaggio del Professor Challenger, protagonista di “Il mondo perduto” e di altri quattro romanzi: un uomo burbero ma simpatico, impegnato in rocambolesche peregrinazioni tra fenomeni paranormali, orrori, spiritismi e stranezze di ogni sorta, raccontate con uno stile sempre vivace e vigoroso. Appassionato dell’occulto, Conan Doyle si mise alla prova con il fantastico e la fantascienza, valicando anche i confini della letteratura dell’orrore: nei racconti qui integralmente presentati vengono ritratte cupe atmosfere, viaggi nel passato, incubi provenienti dall’antichità, magie contagiose, spiritismo, ipnosi e scambi di personalità.

Recensione La scure d’argento

La scure d’argento è un breve racconto inserito nella raccolta intitolata Tutti i romanzi e i racconti fantastici e dell’orrore di Arthur Conan Doyle, che qui sveste i panni di geniale giallista per indossare quelli di appassionato del paranormale e dell’occulto. Cambia anche lo scenario, infatti dall’abituale Londra ci trasferiamo in una nevosa Budapest, sconvolta da alcuni brutali omicidi che tingono di rosso il candido manto che copre la Grand Platz. Il modus operandi è lo stesso per tutte le vittime, che tra l’altro sono accomunate dal fatto di gravitare tutte intorno all’Università: un colpo inferto con ferocia sulla testa, spaccata in due da un’arma sconosciuta. Almeno fino a quando due volenterosi e seri studenti, Strauss e Schlegel, durante una passeggiata notturna, si imbattono per caso in un’antica ascia tutta in argento: un oggetto tanto prezioso quanto micidiale. Da qui, tra indagini sommarie della polizia, presunti colpevoli, reazioni malvagie ed incomprensibili di persone fino ad allora tranquille, tutto questo orrore trova una spiegazione che si lega ad un tragico evento che si perde nella notte dei tempi, nello specifico il Medioevo degli alchimisti, ed a una maledizione ad esso collegata.

“Contro la ragione, contro la scienza e contro tutto, siamo di fronte a un incantesimo. Non può essere altro!”

In questo racconto ritroviamo lo stile tipico di Conan Doyle, semplice e scorrevole nella narrazione; la trama è coinvolgente ed interessante e la lettura procede veloce. Ma, a differenza dei racconti che vedono protagonista Sherlock Holmes, in questo caso i personaggi non sono fondamentali per la storia che, come le altre, è autoconclusiva; per questo infatti sono ben tratteggiati ma non a fondo, servendo soltanto a porre il focus sull’argomento trattato.

Il nostro giudizio:

Trama Voto 4/5

StileVoto 4/5

PiacevolezzaVoto 4/5

CopertinaVoto 4/5

Voto finaleVoto 4/5




Recensione Il guardiano del Louvre

John Vance Stuart Smith è uno studioso inglese appassionato, come la sottoscritta, dell’Antico Egitto, argomento sul quale conta di scrivere una sostanziosa opera; per questo motivo si reca più volte a Parigi al Museo del Louvre, che contiene un’ampia sezione dedicata all’egittologia. Durante una di queste visite, seduto in disparte ad una scrivania ingombra di testi ed appunti, si addormenta ed al risveglio scopre con sgomento che è già molto tardi ed il museo ha chiuso. Involontario prigioniero, comincia ad aggirarsi tra i corridoi silenziosi e bui, fino a quando si imbatte in una scena quantomeno inquietante: un uomo dai lineamenti faraonici, che lui riconosce come il custode già incontrato precedentemente, è chino su una mummia mentre con estrema delicatezza la libera dalle bende, rivelando il meraviglioso volto di una giovane donna. Il custode però scopre ben presto l’intruso ma, anziché fargli del male, decide di raccontargli un’incredibile ed atavica storia che narra di un elisir di lunga vita, di un tragico ed eterno amore e dell’infinita ricerca di uno strano anello: il filo sottile che lega la vita e la morte…

“«Non mi importa», dichiarò con voce profonda, «non mi importa più. In questa notte fatale si doveva adempiere il mio destino, e ciò sarà fatto. Nient’altro conta al mondo. Sono riuscito ad infrangere la maledizione che mi colpì un tempo. Adesso posso finalmente raggiungerla… Che importa se il suo corpo s’è corrotto, quando il suo spirito immortale mi attende, lì, nelle vaste pianure dell’infinito!…».”

Il guardiano del Louvreè un racconto molto godibile e scorrevole, solo apparentemente ingenuo, nel quale lo stile di Conan Doyle rimane garbato, nonostante il tema trattato, centrando in pieno il bersaglio di intrigare ed angosciare il lettore, senza però trascendere nello splatter a cui siamo avvezzi da tempo. Quasi sicuramente, come tutte le opere dell’autore, questa storia è stata di grande ispirazione per una massiccia produzione cinematografica incentrata sul mito della mummia.

Sono appassionata di Holmes da sempre, ma è stata comunque una piacevole sorpresa scoprire un lato, per me, inedito quindi sconosciuto di Conan Doyle, anche se continuo a preferire lo scrittore di gialli a quello che ritroviamo in questo libro. Non me ne voglia Sir Arthur…

Il nostro giudizio:

TramaVoto 4,5/5

TramaVoto 4,5/5

PiacevolezzaVoto 5/5

CopertinaVoto 4/5

Voto finale Voto 4,5/5

ArthUr conan DoYlE

Arthur Conan Doyle nasce nel 1859 a Edimburgo, in Scozia.
Insieme a Edgar Allan Poe, è stato considerato  il fondatore di due generi: il genere giallo e il genere fantastico. Viene considerato il capostipite del giallo deduttivo, reso famoso dal suo personaggio più letto e amato: Sherlock Holmes.
La produzione di Conan Doyle spazia attraverso vari generi, passando dal romanzo d’avventura al romanzo di fantascienza, fino al soprannaturale e ai temi di carattere storico.
Muore nel 1930 a seguito di un arresto cardiaco.