LA SIGNORINA CROVATO

di Luciana Boccardi

La signorina Crovato

La signorina Crovato di Luciana Boccardi
Genere:Narrativa – Autobiografia
Editore: Fazi
Pagine: 340
Edizione:25 Febbraio 2021

Avete presente la sensazione che si prova quando arriva il libro giusto? Quel senso di soddisfazione che colma le nostre giornate invadendole di piacere? Ecco, è ciò che ho provato leggendo La signorina Crovato di Luciana Boccardi, una novità targata Fazi che da oggi trovate in tutte le librerie, un romanzo autobiografico di formazione che nessun amante della buona narrativa può lasciarsi scappare!

a cura di Rosa Zenone

Sinossi

Ha tre anni e mezzo, Luciana, quando la “disgrazia” colpisce la sua famiglia. È il 1936 e Venezia è ancora una città dove la gente si saluta per strada, una città vivace, piena di botteghe, di piccoli artigiani e professionisti. Il suo adorato papà, clarinettista, ateo e antifascista, non può più provvedere alla famiglia e la mamma è costretta ad arrangiarsi: per lei è l’inizio di una lunga serie di vicissitudini segnate dal continuo assillo della miseria. Luciana le attraversa tutte, con pazienza, senza mai perdere la gioia di vivere e la curiosità che la rendono tanto unica e speciale. Nel frattempo, impara mille mestieri. Affidata a una famiglia di contadini, si ritrova a governare le bestie, dormendo in una cesta per i tacchini; poi s’improvvisa apprendista parrucchiera, garzone di panetteria, “aiutino” per un grossista di spazzole, ricamatrice di borsette a venti lire al pezzo; apprende il francese in casa di una ricca famiglia, aiutando le bambine a fare i compiti e intrattenendole come una vera “damina” di compagnia; fa la commessa sul Gran Viale al Lido e la cantante di balera. Di notte, intanto, si esercita come dattilografa, nella speranza di trovare un posto fisso: e quando, finalmente, il suo sogno si avvera, un mondo nuovo le si apre davanti, meraviglioso e inaspettato. Con uno stile deliziosamente rétro e una lingua ricca di dettagli, Luciana Boccardi ripercorre le peripezie di una bambina d’altri tempi, esempio di vitalità e di coraggio, determinazione e tenacia, per un racconto esaltante capace di trasmettere allegria e buonumore. Sospeso tra finzione e realtà, “La signorina Crovato” è la storia di un’infanzia rubata e dell’incredibile capacità di resistenza di uno spirito libero, narrata con un atteggiamento lucido e brillante e un piglio davvero inconfondibile.

Recensione

La signorina Crovato è una narrazione condotta in prima persona in modo intimistico e schietto, emozionante e lucida allo stesso tempo. L’opera narra le vicende dell’omonima protagonista, Luciana Crovato, dall’infanzia fino al giungere della gioventù.

Largo spazio nella sua esistenza è occupato e influenzato dalle vicende e dalle personalità dei propri familiari. La narratrice Luciana subito ce li presenta e pone le basi riferendoci il proprio albero genealogico e gli eventi più salienti che lo hanno caratterizzato. Tale scelta ci fa sentire immediatamente di casa e instilla nel lettore una curiosità incolmabile circa l’avvenire della genealogia ampiamente presentata. Una genealogia in cui compaiono due rami dissimili ma intrecciati, quello della famiglia borghese e convenzionale di Marcella, e quello al di sopra delle righe e un po’ zingaro di Raoul, figlio del noto tenore Gianni Masin Crovato, dalla cui unione nascerà la piccola Luciana.

“I nonni Salvatori vedevano profilarsi nuvole scure su quell’unione tra un uomo così avventuroso e irruenti e la loro Marcella, così dolce, fiduciosa, sensibile, ingenua.”

La famiglia di Luciana è dunque sì l’esito del profondo legame amoroso tra i genitori Raoul e Marcella, ma è anche il campo in cui si scontrano le diverse concezioni di cui sono stati nutriti, il che conduce non di rado a discussioni tra i tradizionalisti nonni materni e il genero ateo, antifascista e comunista. Ne deriva un quadro vivido e percepibile, un quadro autentico che ci trapianta tra le mura domestiche e ci rende pienamente partecipi.

I vari personaggi non sono semplicemente immessi sulla scena, sono presentati e fatti conoscere come se appartenessero alle nostre frequentazioni reali. Riccamente caratterizzati sono colti in diversi aspetti e sfaccettature, risultano profondamente umani e vicini pur non rinunciando al proprio innato fascino, come nel caso del padre Raoul che risulta di particolare spicco e circondato da un’aura ammaliatrice che ne appiana anche i lati più fallibili.

“(…) il focoso Raoul, che come unico dio aveva il ritmo e come obiettivo di vita l’armonia.”

Centrale e incipit del romanzo è però la disgrazia che colpisce la famiglia della signorina Crovato, un evento che ne muterà le sorti e le condizioni. All’età di soli tre anni e mezzo, infatti, sarà costretta ad abbandonare i propri genitori a Venezia e a passare da un posto all’altro.

“Non potevo capire fino in fondo il dramma della mia famiglia: per me contava solo il fatto che mi avevano abbandonato. Fu allora, forse, che cominciai a adottare quella tecnica che mi avrebbe accompagnato per tutta la vita. Funziona un po’ come nel judo: tu vuoi spingermi, io mi lascerò cadere prima che tu te ne accorga, così ti destabilizzerò e potrò decidere come difendermi. Tu mi abbandoni? E allora sono io che non ti voglio, e non ti voglio…”

Il punto di vista è quello della narratrice, che racconta adottando inizialmente lo sguardo ingenuo e inconsapevole dell’infanzia, seppur un’infanzia difficile e precaria che la condurrà a una maturazione precoce e a sviluppare uno spirito combattivo e acuto.

Una lunga serie di avventure e peripezie la coinvolgeranno anche al suo rientro a Venezia per contrastare la miseria e le difficoltà della propria situazione familiare. Attraverso tali racconti seguiremo la sua crescita circondata dai suoi familiari, che rimangono sempre agenti e mai personaggi passivi di contorno.

“Ma in realtà tutti, ognuno per suo conto, eravamo l’ultima ruota del carro.L’unica verità era che … il carro non c’era!”

Attraverso la scrittura sinuosa di Luciana Boccardi, impreziosita di riflessioni e particolari, sempre scorrevole e mai scialba, si empatizza con la protagonista e si vive una lettura coinvolgente corredata di picchi narrativi commoventi e carichi di affetto.

La signorina Crovato è un’opera carezzevole ma di forte carattere, una storia dura costellata di tristezza ma anche di momenti di felicità. Un romanzo di uno spessore inestimabile, la storia di una caduta e una risalita, della forza di non abbattersi e di non offuscare mai gli affetti importanti.

“Il bene che ci volevamo era il nostro ossigeno, il mutuo soccorso era il cemento di una complicità più unica che rara. Quando si è disperati a quel punto, o ci si odia, o ci si ama ancora di più.”

Luciana Boccardi con La signorina Crovatoci regala quel tipo di romanzo in cui ogni lettore spera di imbattersi.

Il nostro giudizio:

TramaVoto 5/5

Stile Voto 5/5

Piacevolezza Voto 5/5

CopertinaVoto 5/5

Voto finale Voto 5/5

Luciana boccardi

Luciana Boccardi
Nata a Venezia in una famiglia di musicisti, ha lavorato per anni alla Biennale di Venezia partecipando all’organizzazione dei più importanti festival di musica e teatro. Giornalista, studiosa di moda e di costume, è stata per decenni – ed è tuttora – la firma di riferimento per la moda de «Il Gazzettino».

Si ringrazia la casa editrice per aver cortesemente fornito il materiale.