LA TOMBA DEL CANARINO

di Isabel Giustiniani

La Tomba del Canarino di Isabel Giustiniani
Editore: Isabel Giustiniani
Genere: Romanzo storico
Pagine: 292
Edizione: febbraio 2017

a cura di Elisa Mazza

Amici Lettori,
oggi recensirò per voi di Isabel Giustiniani, il quarto e conclusivo capitolo del progetto narrativo “File JE60754 saga”. Qui, lo scrupoloso archeologo Howard Carter e l’impetuoso finanziatore Lord Carnarvon vedranno il frutto di una vita di ricerche: la straordinaria ed inestimabile tomba del faraone Tutankhamon .
Ma l’imprevedibile è sempre in agguato…

Premessa

La tomba del canarino è l’ultima parte della serie dedicata al faraone Tutankhamon. Nasce dal connubio tra fatti storici (la quasi totalità dei protagonisti della vicenda – canarino compreso – sono realmente esistiti), congetture degli egittologi (ho abbracciato la teoria secondo la quale Howard Carter era già a conoscenza almeno dal 1919 della presenza di una tomba nel sito dove poi effettivamente è stata rinvenuta quella di Tutankhamon) e, naturalmente, la mia fantasia (espressa tramite il personaggio di Na’im, un ipotetico figlio del caposquadra e amico di Carter Ahmed Gurgar, voce narrante di questa storia). Il romanzo fa parte del progetto narrativo “File JE60754 saga”. .
Il romanzo di Tutankhamon è la storia del faraone bambino in quattro avvincenti episodi:

0.1 Il marchio di Sekhmet: l’avventura di un medico nell’antico Egitto
0.2 La Città dei Morti: la pittrice di tombe perdute
0.3 Il sigillo di Anubis: il segreto del faraone dimenticato
0.4 La tomba del canarino: Howard Carter e il tesoro del faraone bambino

Sinossi

Il sepolcro di Tutankhamon ha ancora un segreto.

Egitto, inizio XX sec. In una terra meta di studiosi e di cacciatori di reperti provenienti da tutto il mondo, Na’im segue fin da bambino l’archeologo Howard Carter nella sua ostinata ricerca della tomba del Dimenticato, crescendo diviso tra la volontà di riscatto dalla propria condizione, la lealtà verso il fratello con il mondo che rappresenta e l’ombra degli antichi dei che ancora aleggia sulla Valle dei Re.
Il tanto atteso coronamento del sogno dell’archeologo finisce tuttavia per trasformarsi in un incubo: il ritrovamento di un sepolcro intatto – con un tesoro inestimabile – scatena il nazionalismo egiziano e Carter si troverà a combattere contro la superstizione del popolo, le accuse di furto da parte del governo e l’assillo dei giornalisti, questi ultimi sempre alla ricerca di scoop per accrescere le dicerie sulla maledizione del faraone divampate dopo la morte di lord Carnarvon, il finanziatore degli scavi.
Mentre i lavori di recupero e restauro dei preziosi reperti proseguono tra mille ostacoli, Na’im lotterà per aggrapparsi alla ragione della ricerca scientifica portata dagli stranieri e rifuggire dalle parole dello “sciacallo”, il vecchio eremita della Valle al quale non avrebbe mai dovuto dare ascolto. Eppure quella ormai lontana notte di novembre in cui, assieme a Carnarvon e alla figlia, è entrato con Carter per primo di nascosto nella tomba, ha visto qualcosa che non può essere ignorato sebbene l’archeologo neghi. Mentendo.

Recensione

Ed eccoci giunti, con un po’ di malinconia da commiato, all’ultimo libro di Isabel Giustiniani della saga di Tutankhamon: La Tomba del Canarino. A differenza degl’altri romanzi, si svolge in un’epoca decisamente più moderna (siamo nelle prime decadi del ‘900), e tratta appunto la scoperta del sepolcro di quest’ultimo sorprendente e sfortunato regnante. Na’im, un piccolo fedele amico, nonché assistente di Carter, sarà la voce narrante che ci accompagnerà durante l’ultimo viaggio di questa vibrante raccolta. I contorni di questa vicenda hanno un sapore più intrigante, avventuroso, e generosamente sparso di una dose di occultismo fantasy, che è un frizzante e gradevole collante tra i fatti realmente accaduti e la chiave interpretativa dell’autrice.

“Eppure io, semplice fellah abituato all’accettazione del destino che segnava il ruolo nella vita di ciascuno, vedevo con più chiarezza l’abisso esistente tra le loro condizioni sociali, distanza che neppure l’amore avrebbe potuto colmare. Ma Carter, lo conoscevo, era un sognatore, una persona che non avrebbe mai smesso di credere nello straordinario.”

Na’im… così prodigo, sensibile e valoroso interiormente, è fermato dal suo corpo claudicante e imperfetto, eppure, la purezza scorre in lui e lo rende non solo un personaggio ben costruito ma un “faro” ideale per far luce negli intrighi dell’intreccio. C’è tanta passione in questa lettura, con le gesta di Carter, nella scoperta, nello stesso Egitto: quest’aura magica che si accende e brucia inesorabile mi accompagnerà ancora, anche quando sarà sfogliata l’ultima pagina e chiusa la copertina di questo libro.. il brivido dell’emozione difficilmente potrà lasciare la mia pelle, la mia immaginazione.
Magici, impattanti e preziosi sono gli ambienti e la loro descrizione: Isabel Giustiniani sembra essere stata presente come archeologa attenta durante l’apertura della tomba. Gli ori, le meraviglie e quella sensazione d’anelito e di desiderio realizzato sono reali, parte di un vero viaggio nel tempo. La sua preparazione storica, la minuzia di particolari sono semplicemente eccelse.

“Infilò all’interno dell’apertura il braccio con la luce e, con difficoltà, riuscì poi a spingersi dentro anche con la testa.
«Vede Qualcosa? » Gli chiese ansioso Carnarvon alle sue spalle.
Il mudir non rispose, rimanendo immobile come se fosse diventato della stessa materia del muro.
«Carter, vede qualcosa?» lo incalzò di nuovo il nobile, alzando la voce. Una risposta ovattata, ma carica di entusiasmo , si fece finalmente sentire.
Si, cose meravigliose!”

Il ritmo del testo è vivace, attraente, e a tratti sfocia nel commovente: non è un’avventura alla scoperta dell’ultima dimora del faraone fine a sé stessa, ma ho letto di sentimenti nobili come amicizia, perseveranza, protezione e amore ad arricchire la trama e i suoi attori. Certamente non mancano colpi di scena mozzafiato e i tipici cross-over di questa saga che mi hanno sempre entusiasmata: è infatti da un piccolo oggetto già comparso nel “Il Sigillo di Anubis” che si svilupperà un vero mistero. Howard Carter e Lord Carnarvon, i protagonisti indiscussi, subiscono incondizionatamente il fascino di Tutankhamon, presenza fantasma, ossigeno invisibile che permea e scorre in ogni processo ivi scritto. Le mie più grandi simpatie vanno a lui: figlio di un padre osteggiato e definito il faraone eretico in quanto portatore del culto unico di Aton (prima religione monoteista udita in Egitto), malato probabilmente a causa della linea di discendenza creata dalla consanguineità, è infine morto giovanissimo. Da vivo poi, “isolato” per la sua deificazione: nell’immaginario collettivo sarà anche vissuto nel lusso e riverito, ma io l’ho percepito sempre in grande solitudine, senza pace nemmeno nella morte che ha scatenato le voci che trasformarono la sua esumazione in una vera, e ormai famosa, maledizione.
Lo stile della Giustiniani è magico e segue la scia incantata che impera in Egitto, fatta di luoghi sospesi nella storia, millenari, di leggende e maledizioni, di spiriti e dei che si insinuano nel deserto e nelle rocce.
Nel romanzo, fatti e dialoghi reali come il canarino e la citazione sopra si corteggiano con elementi di pura fantasia e mistero, arricchendo di dettagli una scoperta storica unica, che richiama come l’Egitto stesso, questo legame indissolubile tra realtà e misticismo. La tomba del Canarino è un ottimo esempio di questo connubio suggestivo e ammaliante; spero dunque, con le mie poche righe, di aver trasmesso la mia emozione e la curiosità per questa saga storica e incantata. Cari lettori, vi auguro una buona lettura!

“Tuttavia, di quel momento, quello che mi emozionò di più fu la sensazione di sospensione dal tempo che permeava quel luogo. L’ambiente sembrava essersi cristallizzato agli istanti in cui la tomba era stata sigillata e dimenticata.”

Il nostro giudizio:


TramaVoto 4,5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5

Si ringrazia l’autrice per averci cortesemente fornito il materiale.