di Silvia Lisena
Benvenuti al nostro appuntamento con la poesia.
Oggi proponiamo la recensione di questa affascinante raccolta poetica: Lacerti di anima ” di Silvia Lisena
Buona Lettura!
a cura di Elisa Mazza
Sinossi
Recensione
“È quindi la condizione di universalità dei desideri della psiche umana che sembra legittimare l’atto stesso della scrittura. Si scrive per sé ma simultaneamente si scrive per gli altri, dal momento che qualcuno, da qualche parte nel mondo, si può identificare, trovare o ritrovare nelle parole dell’io narrante.”
INTRODUZIONE
Un affascinare morbido, raffinato, le parole sono velluto nelle nostre menti; si ha la sensazione di una conversazione intima, un abbraccio di conforto, un tocco tra anime. Mi sembra quasi di aver stretto amicizia con questa poetessa così spontanea, capace di trasparire tra le lettere e comunicare le sue esperienze, le sue idee, il suo panta rei.
“La consapevolezza della diversità e la paura della stessa è qualcosa che ho sempre faticato ad accettare.
Io non mi vedo diversa: perché gli altri sì?
Non hai voluto oltrepassare la siepe terrorizzato dai piccoli rami
resi così oscuri
dalla luce che filtravano i tuoi occhi.
Ti stavo tendendo la mano – te l’avrei tesa sempre –
ma fra le dita stringevo
un frammento di quello specchio davanti al quale ero solita fermarmi.
E tu non hai mai voluto osservare la mia immagine riflessa
perché inevitabilmente avresti visto anche la tua.
Narciso subisce il supplizio degli dei: sfugge all’altro per rifugiarsi in sé stesso.
Hai ripudiato il diverso di me, ninfa senza capire che la grande, primitiva diversità era già dentro di te.”
Cit. Disegno onirico
Il libro si respira: è così piacevole e naturale come una boccata d’aria quando si ha la testa greve. Anche chi non è avvezzo a questo tipo di arte può entrare in empatia con queste opere: gli argomenti per quanto profondi, anche dolorosi, emergono per il loro potere curativo piuttosto che di resa.
Lacerti di Anima sa creare perfettamente quello stato emotivo per cui le persone amano leggere: fluisce sentimenti, riempie il petto di calore. Da il senso giusto allo scrivere.
“A chi non ha ancora una diagnosi del a propria patologia.
A chi non ha un nome.
A chi ha quello sbagliato.
Che cos’è, in fondo, un nome?
Nient’altro che un sussurro in mezzo alla folla, l’evanescenza dell’illusione
di essere riconosciuti da qualche parte.
Siamo miliardi di nomi diversi
partoriti da bocche di predatori lontani e siamo fiumi di parole
raccontate dai loro occhi.
Distruggere può un nome
lacerarci le viscere come il peggiore dei coltelli abbandonandoci
nel ‘ombra di un abisso.
Ma un nome è anche l’essenza
del e mani che toccano terre native e la linfa campestre
traccia il percorso del tempo che fu.
Io ho perso il nome
e sono diventata libera
ma tale vagare ogni tanto si smarrisce nel ‘orizzonte del mare
di tutte le bottiglie del mondo che portano l’etichetta
di ogni singolo
abitante.
Allora la mia eco risuona disperata e il vento trascina i suoi lamenti al cospetto dell’assenza
dell’agognata bottiglia.”
Cit. Il Nome perduto
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