LE INSEPARABILI

di Simone De Beauvoir

Le inseparabili di Simone De Beauvoir
Genere: Narrativa
Editore: Ponte alle Grazie
Pagine:176 
Edizione: 22 Ottobre 2020

a cura di Rosa Zenone

Bentrovati lettori,
oggi vogliamo porre alla vostra attenzione l’ultimo libro della grande Simone De Beauvoir, Le inseparabili, un libro scritto dalla famosa femminista nel 1954 ma dato alle stampe postumo solo quest’anno, per nostra fortuna non è stata condannato all’oblio: ci avremmo rimesso davvero tanto

Sinossi

“Le inseparabili”, che viene pubblicato in contemporanea con la Francia da Ponte alle Grazie e dunque in prima mondiale, è il racconto romanzato della straordinaria amicizia tra Simone de Beauvoir e Zaza (Elisabeth) Lacoin, dal loro incontro a scuola, nel pieno della Prima guerra mondiale, alla morte di Zaza nel 1929. La narratrice Sylvie/Simone è immediatamente sedotta da Andrée/Zaza, bambina intelligente e ribelle: le due diverranno inseparabili , nonostante l’ostilità della famiglia di Andrée, un clan ultracattolico dalle tradizioni rigidissime. Ma se l’amicizia riuscirà a sottrarsi all’ambiente oppressivo in cui Andrée è costretta, lo stesso non varrà per la ragazza, schiacciata dall’annullamento dell’individualità che le è richiesto. Così la commovente storia di un’amicizia è anche una denuncia nei confronti di una società bigotta e ipocrita, incapace di accettare ciò che sfugge alla sua gretta meschineria. Simone de Beauvoir scrisse Le inseparabili nel 1954 e, pur avendo deciso di non pubblicarlo, conservò il manoscritto. Oggi, finalmente ritrovato, è una grande scoperta letteraria: sebbene Sylvie/Simone tenda nel racconto ad annullarsi nell’amica, emerge chiaramente il suo percorso, divergente, che le permetterà non solo di salvarsi, ma anche di diventare una figura fondamentale nella storia dell’emancipazione femminile nel Novecento.

Recensione

“Se ho le lacrime agli occhi questa sera è perché lei, mia cara Zaza, è morta oppure perché io, invece, vivo? Dovrei dedicarle questa storia: ma so che lei non è più da nessuna parte e questo nostro dialogo è solo un artificio letterario. Del resto, Zaza, questa non è veramente la sua storia, ma soltanto una storia ispirata a noi”

Questa dedica così delicata quanto profonda apre l’opera e punta subito l’attenzione sulla destinataria nonché protagonista dell’opera: Zaza, la cara amica della De Beauvoir.

Zaza e Simone sono sostituite nella narrazione da due personaggi, rispettivamente Andrée e Sylvie,  la seconda funge da mera voce narrante focalizzatrice, quasi posta all’esterno in un ruolo completamente di secondo piano rispetto all’amica; ma nonostante  partecipi poco all’opera e solo per azione di riflesso dell’amica,  in realtà è la sua voce a porci nella giusta prospettiva di fruizione e di interpretazione.

La storia comincia tra i banchi di scuola, qui avviene l’incontro tra Sylvie e Andrée e prende pian piano piede la loro lunga e duratura amicizia.

“ Andrée sarebbe stata triste se ci avessero vietato di vederci? Sicuramente meno di me. Ci chiamavano le due inseparabili e lei mi preferiva a tutte le nostre compagne.”

Un’amicizia che passa attraverso le diverse fasi di crescita e assume per Sylvie un’importanza sempre più morbosa. Andrée è un personaggio estremamente complesso e non scevro da contraddizioni, da un lato è una ragazza di forte personalità e che si fa notare, dall’altro una fervente cattolica totalmente indottrinata. Largo spazio è dedicato all’argomento religioso e al diverso evolversi di tale rapporto delle due amiche.

” Andrée parlava con Dio: con quali parole? Non doveva avere un rapporto semplice con lui; ero sicura di una cosa: non riusciva a convincersi che fosse buono; eppure non voleva dispiacergli e cercava di amarlo: le cose sarebbero state più semplici se, come me, avesse perso la fede nel momento in cui la sua fede aveva perso la propria ingenuità.”

Le strade di Sylvie e Andrée, crescendo, diventeranno totalmente distanti e ne influenzeranno inevitabilmente il destino. Questo libro non è solo la storia di un’amicizia profonda ma è anche il ritratto della società dell’epoca e delle sue convenzioni soffocanti puntate su un’esistenza femminile, quella di Andrèe, intrappolata da un’educazione e una famiglia che non lasciano via di scampo.

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“Avevo invidiato spesso l’indipendenza di Andrèe; a un tratto mi sembrò molto meno libera di me. C’era tutto un passato dietro di lei; e intorno a lei quella grande casa, quella famiglia numerosa: una prigione dalle vie d’uscita accuratamente sorvegliate”

Lo stile di Simone De Beauvoir è avvolgente, in grado di stringere in una morsa, a volte calda a volte fredda. Le inseparabili è un libro commovente e sublime, nel quale si avverte la dolcezza, il dolore e l’affetto dell’autrice, elementi però coniugati a una lucida e rabbiosa razionalità che vuole mettere a fuoco, capire e chiarire la sorte dell’amica, e di quante donne nella medesima situazione.

A suggellare il libro, al termine della narrazione, vi sono allegate foto e lettere originali inerenti Zaza e Simone De Beauvoir, elementi chiarificatori che rendono la lettura ancor più suggestiva, consentendo al lettore di constatare quanto la distanza  tra la versione letteraria e quella reale della storia sia in realtà minima.

Le inseparabili è una lettura che entra sotto pelle e percorre le vene sotto forma di brividi acuti e penetranti. Un libro che nel suo stile tenue riesce a urlare e a farsi udire, denunciando le convenzioni dell’epoca e dando voce a Zaza, una donna la cui autodeterminazione fu irrimediabilmente schiacciata, una giovane esistenza spazzata via con i propri sogni, aspirazioni e amori in quanto incatenata in uno spazio stretto e angusto di perbenismo.

Il nostro giudizio:

TramaVoto 5/5

Stile Voto 5/5

PiacevolezzaVoto 5/5

CopertinaVoto 5/5

Voto finaleVoto 5/5

simone de beauvoir

Simone de Beauvoir (1908-1986 )è stata fra le scrittrici e pensatrici più influenti del Novecento, nella sua Francia e nel mondo. Fra i suoi romanzi ricordiamo l’esordio L’invitata (1943), Il sangue degli altri (1945) e I Mandarini (1954), ma altrettanto importanti sono i suoi scritti autobiografici, fra cui Memorie di una ragazza perbene (1958), L’età forte (1960), La forza delle cose (1963), A conti fatti (1972), La cerimonia degli addii (1981). Il monumentale saggio Il secondo sesso (1949) le valse l’appellativo di madre del femminismo. Fu legata a Jean-Paul Sartre da un lungo sodalizio. Ponte alle Grazie ha pubblicato Malinteso a Mosca (2014), altro testo inedito che ha arricchito la bibliografia dell’autrice.