LE MANI

di Vittorio Sereni        

Benvenuti al nostro appuntamento con la poesia.
Oggi proponiamo il commento della poesia Le mani di Vittorio Sereni
Buona Lettura!

a cura di Elisa Mazza




Le mani

Queste tue mani a difesa di te:
mi fanno sera sul viso.
Quando lente le schiudi, là davanti
la città è quell’arco di fuoco.
Sul sonno futuro
saranno persiane rigate di sole
e avrò perso per sempre
quel sapore di terra e di vento
quando le riprenderai.

Parafrasi della poesia: Le mani

Queste tue mani a difesa di te che mi fanno ombra sul viso. Quando lente le schiudi, là davanti alla città dove il giorno è infuocato. Proteggono il mio sonno futuro come le persiane rigate dal sole, e perderò per sempre quel sapore di terra e di vento quando ritorneranno indietro.

Commento della poesia: Le mani

Ben ritrovati miei lettori: vedete, prima di inoltrarmi nella poesia di oggi, vorrei farvi concentrare giusto dieci secondi sulla vista delle vostre mani.
Analizzatele, studiatene il movimento mentre ruotate i polsi e ammirate le proporzioni del dorso e la forma del palmo e delle unghie: guardarsi le mani è uno dei metodi più efficaci di presa di coscienza di sé.
Loro ci dicono chi siamo e come gli occhi probabilmente mostrano punti di forza e debolezze. O meglio, semplicemente mostrano.
La poesia Le mani di Vittorio Sereni con poche parole e piuttosto ermetiche, ha saputo dare un sapore, un attimo sospeso, una difesa mentale a ciò che di male ci circonda. La protezione, la carezza quasi materna di una donna amata. L’inatteso ma rassicurante senso di calore di un accenno di dita mentre pettina la luce del sole.
Mi è piaciuta tanto perché riempie, così malinconica e romantica in un certo senso, sento focalizzare tutto il sentimento, l’aspettativa in quelle poche immagini di finestre e luce.
Le fibre dei miei ricordi, della mia anima si scuotono creando un ricordo irreale forse, ma potente. Evocativo, infantile, serio.

Ora sono io che uso le mani per proteggere mia figlia e lei vivrà e troverà in me lo stesso memento.

Non voglio assolutamente scordare o sminuire la chiusa del testo: il poeta non dimentica il peso della perdita futura, il sapore di terra e vento svanente. Un velo di pessimismo al quale normalmente io non voglio dar coro; ma a volte, come in questo caso, un’ombra scura risalta maggiormente e si alterna ad una luce brillante. Acquisisce un potere calibrato, cruciale per il senso suggestivo di tutta l’opera, per profumare un’emozione.

Non perdiamo mai di vista l’importanza delle nostre mani: in esse c’è tutto ciò che occorre per arrivare al domani.

Vittorio Sereni

Poeta, scrittore e traduttore italiano. Trascorse la giovinezza nella sua città natale, per trasferirsi all’età di dodici anni a Brescia. Gli anni trascorsi a Luino furono decisivi e lasciarono un’importante impronta nella sua produzione successiva. Compì gli studi a Milano dove conobbe giovani che avevano i suoi stessi interessi letterari: erano Anceschi, Vigorelli, Sinisgalli, Gatto e Quasimodo. Nel 1937 due sue poesie comparvero sulla rivista «Frontespizio». Si legò poi al gruppo di giovani filosofi che facevano capo ad Antonio Banfi e agli artisti di ‘Corrente’. Aveva appena iniziato la carriera di insegnante, quando venne richiamato alle armi. Fatto prigioniero dagli alleati in Sicilia nel ’43, venne deportato in Algeria e Marocco. A queste esperienze è dedicata la raccolta Diario d’Algeria (1947). Alla fine della guerra rientrò a Milano dove svolse diversi lavori e infine divenne dirigente editoriale. La prima raccolta poetica di Sereni è Frontiera (1941) dove, pur muovendo da tonalità vicine a quelle dell’ermetismo fiorentino, si avverte una maggiore esigenza di adesione alla realtà quotidiana che si rafforza nelle raccolte successive: la già citata Diario d’Algeria e Gli strumenti umani (1956) nella quale, dal lirico al parlato, si nota una ricca articolazione di registri espressivi che ben si riflette nella varietà dei temi (scene di vita cittadina, ritorno ai luoghi dell’infanzia, l’amore e gli altri sentimenti contrastati, le grandi trasformazioni culturali e sociali dell’Europa). Raccolta molto complessa, è scandita in tre momenti: il ritorno dalla guerra, lo sconforto, l’impegno intellettuale e la fedeltà alla memoria. Nel 1981 si aggiudicò il Premio Viareggio con Stella Variabile. Sereni fu anche raffinato traduttore di Valéry, W. C. Williams, Pound, autore di un volume di saggi letterari intitolato Letture preliminari (1973) e di pagine diaristiche, appunti di lavoro, spunti letterari raccolti in Gli immediati dintorni (1962). Del 1964 la raccolta di racconti L’opzione e allegati.