LETTERA A D. STORIA DI UN AMORE

di  André Gorz

Lettera a D. Storia di un amore

a cura di Pamela Mazzoni

Lettera a D. Storia di un amore di André Gorz
Genere: Biografia
Editore: Sellerio
Pagine: 88
Edizione: Marzo 2008

Cari lettori, quello che oggi ci troviamo di fronte è un libro piccolo come dimensioni ma immenso nel trasmetterci una miriade di emozioni. Si tratta di Lettera a D. Storia di un amore.
Una lettera che, come una teca, racchiude e protegge una vita preziosa, quella trascorsa insieme dal filosofo ed intellettuale André Gorz con l’inseparabile moglie Dorine.
Non perdetelo!

Sinossi

Gérard Horst, questo il suo vero nome, viennese, incontra Dorine, giovane attrice inglese, nel 1947 in Svizzera dove lui si era rifugiato e dove lei faceva teatro. Da quel momento non si sono più lasciati. Cinquantotto anni dopo ripercorre gli anni della giovinezza e della militanza, dai primi incerti inizi parigini dove Gorz inizia la carriera di traduttore, di giornalista, poi di filosofo. È una confessione senza veli, in cui il Gorz ammette di non aver sempre tenuto la moglie nella giusta considerazione, salvo poi riconoscere come l’intera sua opera porta il segno della presenza di Dorine, del suo sostegno, del dialogo sempre vivo tra loro. André e Dorine Gorz hanno attraversato insieme la seconda metà del Novecento, vivendo da comprimari le idee, le battaglie, le sfide sociali e personali di quest’ultima metà del secolo. Un racconto che è la storia di una vita, dell’impegno politico e intellettuale, ma anche il ritratto di un’epoca, dalla fine della guerra ai giorni nostri, di incontri con uomini straordinari, da Sartre a Marcuse. Lettera a D. Storia di un amore si conclude con questa frase: “Vorremmo non sopravvivere l’uno alla morte dell’altro. Ci siamo detti che se, per assurdo, dovessimo vivere una seconda vita, vorremmo trascorrerla insieme”
Gorz ha messo fine ai suoi giorni, insieme a sua moglie Dorine afflitta da una grave malattia, il 25 settembre 2007.

Recensione

“Hai appena compiuto ottantadue anni. Sei sempre bella, elegante e desiderabile. Sono cinquantotto anni che viviamo insieme e ti amo più che mai. Recentemente mi sono innamorato di te un’altra volta e porto di nuovo in me un vuoto divorante che solo il tuo corpo stretto contro il mio riempie”.

Un libro che racconta con infinita dolcezza un amore struggente ed appassionato, un amore che racchiude in sé il potere di oltrepassare i confini del tempo e dello spazio, che abbatte i limiti terreni ed è capace di andare oltre.
In questa Lettera a D. Storia di un amore Gorz, senza sentimentalismo alcuno ma soltanto con la consapevolezza di un legame inscindibile, rende un emozionante omaggio alla donna che per quasi sessant’anni lo ha amato, sostenuto, incoraggiato condividendone gli ideali, la casa, il letto, il cuore e l’anima.
Un incipit ed una conclusione meravigliosi fanno da degna cornice ad una vita costruita piano piano, tra l’indigenza e le difficoltà sofferte all’inizio del loro rapporto, seguite dall’affermazione di Gorz nel giornalismo e nell’editoria; e poi i viaggi, l’amicizia con Sartre, l’esistenzialismo, i saggi dati alle stampe…
Parola dopo parola, pagina dopo pagina, ecco emergere la potenza di un legame unico, così forte da superare tutte le barriere, anche la malattia degenerativa, durata molti anni, che colpirà Dorine, che porrà delle limitazioni nella loro quotidianità ma rafforzerà, se possibile, il loro amore.

“La nostra storia è cominciata meravigliosamente, quasi come un colpo di fulmine. Il giorno del nostro incontro, tu eri circondata da tre uomini che cercavano di farti giocare a poker. Avevi una folta capigliatura rossobruna, la pelle madreperlacea e la voce acuta delle inglesi. Eri sbarcata di fresco dall’Inghilterra, e ciascuno dei tre uomini tentava, in un inglese rudimentale, di catturare la tua attenzione. Eri sovrana, intraducibilmente witty, bella come un sogno. Quando i nostri sguardi si sono incrociati, ho pensato: -Con lei non ho nessuna possibilità-.
(…)
Ti ho incrociata un mese dopo, per strada, affascinato dalla tua andatura di danzatrice. Poi una sera, per caso, ti ho vista da lontano che uscivi dal lavoro e ti incamminavi per strada. Ti ho rincorsa per raggiungerti. Camminavi veloce. Era nevicato. L’acquerugiola faceva arricciare i tuoi capelli. Senza crederci troppo, ti ho proposto di andare a ballare.
Hai detto in inglese -why not-, semplicemente. Era il 23 ottobre 1947.”

Losanna fu testimone inconsapevole del loro primo incontro: lui, ebreo austriaco, come amava definirsi (il vero nome era Gerhard Horst), viveva in ristrettezze economiche con l’unico bisogno quasi ossessivo di scrivere, dato che questa attività gli procurava la tranquillizzante percezione di non esistere, proprio perché il trasferire la realtà su carta gli permetteva di estraniarsi da tutto, di vivere in una bolla circondato dai suoi dubbi, dalle sue incertezze, dai suoi timori;
lei, una bella ragazza inglese, con la pelle diafana ed i capelli rossi, ironica e sorridente, con l’innata capacità di ammaliare chiunque incontrasse.
Questo trovarsi coincise con la loro effettiva nascita: un vero e proprio inizio per due persone che fino ad allora non sentivano di avere il loro posto nel mondo; due anime sperdute, senza radici, ma che adesso acquisivano un nuovo senso di appartenenza: l’uno era parte dell’altra, ed insieme formavano un tutto.
Lettera a D. Storia di un amore non è però soltanto una struggente dichiarazione d’amore fatta durante il tramonto della loro vita terrena, è anche e soprattutto la sofferta richiesta di perdono da parte di un uomo che è conscio di dover colmare una grave lacuna e rimediare al torto arrecato a Dorine, quello cioè di non averle riconosciuto agli occhi del mondo l’effettivo valore.
Nel libro autobiografico Il traditore, pubblicato nel 1958, Gorz aveva descritto Dorine in modo tale che ne aveva compresso l’effettivo spessore, rimpicciolendo il suo essere, non rendendo merito a tutto ciò che la moglie aveva rappresentato per Gorz: l’essenza stessa della sua vita e della sua ritrovata identità.
Un testamento letterario di notevole caratura e quasi profetico, alla luce anche del tragico epilogo di questa storia, che li vedrà suicidarsi insieme il 22 settembre 2007.
Inseparabili nella vita, uniti nella morte ed anche dopo, pronti ad affrontare un nuovo e misterioso cammino.
Mano nella mano…

“Ciascuno di noi vorrebbe non dover sopravvivere alla morte dell’altro. Ci siamo spesso detti che se, per assurdo, avessimo una seconda vita, vorremmo trascorrerla insieme.”

Il nostro giudizio:


Stile:Voto 5


Trama:Voto 5


Piacevolezza:Voto 5


Copertina:Voto 5


Voto finale:Voto 5

André Gorz

André Gorz è morto suicida nel 2007, assieme alla moglie Dorine, affetta da un morbo degenerativo. «Ebreo austriaco» come si definiva, era nato a Vienna nel 1923 e prestissimo si era trasferito a Losanna, e dopo a Parigi, dove aveva iniziato la carriera di giornalista e saggista. Ha diretto «Les Temps Modernes», la rivista di Sartre, e fondato con Jean Daniel il «Nouvel Observateur».
È stato uno dei grandi intellettuali di Francia, influenzando l’esperienza della sinistra europea con i suoi libri aperti a teorizzazioni antiautoritarie ed ecologiste. Lettera a D. Storia di un amore, scritto nel 2006, è la sua ultima opera.