L’ultima notte

di Giuseppe Scaglione

L’ultima notte di Giuseppe Scaglione
Editore
Les Flaneurs Edizioni 
Genere: Noir
Pagine200 
Data di uscita25 Giugno 2021

a cura di Pamela Mazzoni


Un saluto a tutti i nostri lettori!
L’ultima notte, il libro che vi presentiamo oggi, è un avvincente noir dove la penna incisiva e precisa come un bisturi dell’autore, Giuseppe Scaglione, scava nelle bassezze dell’animo umano e porta alla luce verità scomode e sozze, figlie degeneri di una società che vive nell’indifferenza. Buona lettura!

Sinossi

È la settimana di Ferragosto quando in una spiaggia cittadina Antonella trova il cadavere di un uomo. Brizzolato, curato nel vestire, ha un piccolo foro di proiettile in testa e un rivolo sottile di sangue gli macchia il colletto della camicia. Viene incaricato del caso il commissario Andrea Lamparelli, appena ritornato nella sua città natale, trasferito dalla Questura di Torino. La Bari con cui Andrea dovrà fare i conti non è più quella in cui è cresciuto. In vent’anni molte cose sono cambiate, la città che si rispecchia nel lungomare, trapunto delle luci dei lampioni e delle barche, sembra avere un nucleo di tenebra che si insinua nel sottosuolo e serpeggiando rivendica la pretesa di far sentire la sua voce. Ma anche Andrea ha dentro di sé demoni nascosti con cui misurarsi: i suoi dubbi, le sue incertezze. Combattere il male che corrode la città sarà forse proprio la soluzione per ritornare davvero a casa.

Recensione

Il commissario capo Andrea Lamparelli ha chiesto, e finalmente ottenuto, il trasferimento dalla Squadra Mobile di Torino alla Questura di Bari, città dove è nato ma dalla quale si è allontanato da parecchi anni: una scelta dettata da problemi familiari e forse, inconsciamente, dalla necessità di sciogliere alcuni nodi della sua vita. Al nord Andrea ha lasciato un’esistenza piuttosto solitaria, votata al lavoro e alla sua passione, il tiro a segno; ma anche una storia d’amore vissuta nell’ombra, alimentata da speranze che si sono dissolte come neve al sole.

Il figliol prodigo è tornato a casa ma l’affascinante Bari, con il suo bellissimo lungomare, la parte vecchia e i vicoli, non è più la stessa che il commissario ha lasciato; i suoi ricordi l’hanno cristallizzata in un fermo immagine ricoperto da una patina nostalgica ma le cose sono cambiate, e molto.

“Ormai, sul fronte delle attività illegali i clan erano riusciti a prendere possesso del territorio. Lo spaccio avveniva indisturbato attraverso una ragnatela di bar, sale gioco e corrieri che in sella a biciclette elettriche distribuivano droga nei punti più diversi della città. La prostituzione poggiava su solide basi di connivenza e sulla complicità interessata di chi, anche tra quelli della “Bari bene”, dava in affitto appartamenti e ville. E, soprattutto, i rapporti con le mafie garantivano costanti flussi d’affari. Insomma, a parte inevitabili guerre generazionali all’interno delle famiglie, o diradate scaramucce tra i clan per “liti di confine”, tutto andava a gonfie vele ed era spuntata l’arroganza. Addirittura i bambini, figli e nipotini dei boss, facevano i bulletti per le strade. Dappertutto, non soltanto nei quartieri caldi. Fuochi d’artificio festeggiavano impunemente, in piena città, le scarcerazioni o le ricorrenze dei delinquenti.”

Andrea non tarda a rendersene conto ed è consapevole che ci sono dei conti in sospeso da regolare con se stesso e con, e per, la sua città natale.

È un torrido Agosto e Bari è semi-deserta causa ferie, ma il crimine non si concede vacanze e l’intuitivo e bel commissario si ritrova così tra le mani due casi spinosi, che nascondono ben più di quello che appare a prima vista: da una parte l’omicidio dello spregiudicato avvocato De Biase, dall’altra una ragazzina lasciata in ospedale agonizzante, con il corpo marchiato da inenarrabili abusi. Due indagini all’apparenza distinte che porteranno Lamparelli a rimestare nel torbido, dove la linea che separa il bene dal male è sbavata e la disgregazione morale ed etica, unita alla brutalità, all’avidità e alla corruzione, hanno trasformato in identiche bestie professionisti e malavitosi, rappresentanti della Bari-bene e criminali. Un vergognoso teatrino dove innocenti burattini e turpi burattinai sono legati a filo doppio. E quel maledetto filo va reciso, subito.

Con tenacia e coraggio Lamparelli, forte anche dell’appoggio dei suoi validi sottoposti e del vecchio amico, il bravo sostituto procuratore Damascelli, riesce a districare un’aggrovigliata matassa fatta di segreti, connivenze, usura e pedofilia. Il percorso ufficiale delle indagini sarà affiancato da quello più intimo e privato del commissario, che lo condurrà a far riaffiorare quella parte più vera di se stesso, fatta di emozioni e sentimenti, e a far pace con la sua città.

Ne L’ultima notte lo stile dell’autore è diretto, franco e senza fronzoli, dato che è inutile edulcorare una pillola che resterebbe comunque amara da buttare giù; la trama è coinvolgente; i personaggi ben caratterizzati anche, e soprattutto, dal lato psicologico e il ritmo è incalzante. La penna efficace di Scaglione va diretta al punto, portando alla luce piaghe sociali attraverso una storia drammatica ma purtroppo veritiera e attuale sullo sfondo di una città che assurge a simbolo negativo di molte altre: dappertutto di fronte agli atti criminosi, purtroppo e molto spesso, voltiamo la testa, come se non vederli li potesse cancellare, mentre il male si rafforza e si allarga a macchia d’olio.

“L’assuefazione, tanto lo sanno tutti ma non possiamo farci niente, l’incapacità di indignarsi sono poi il pericolo più grande. Perché rappresentano un segno concreto di resa. Ci sono situazioni in cui per una collettività la salvezza è nello scandalo. Né si può delegare interamente agli organi dello Stato la risposta alla criminalità: funziona poco se è assente un vero e proprio allarme sociale, una forte disapprovazione collettiva.”


L’ultima notte è un noir ben congeniato che ci dà da pensare, ponendoci di fronte a uno specchio dove ciò che vediamo riflesso forse non ci piacerà: la nostra coscienza.
Il nostro giudizio:

Trama Voto 4/5

Stile Voto 5/5

Piacevolezza Voto 5/5

CopertinaVoto 4/5

Voto finale Voto 4,5/5

giuseppe scaglione

Giuseppe Scaglione, barese, ha scritto recensioni d’arte per varie testate, generaliste e specializzate. Ha curato mostre e altri eventi. Dal 2016 ha un proprio blog, Correlazioni – Arte & cultura, dove scrive recensioni d’arte, poesia e narrativa. Nel 2017 ha pubblicato il noir La figlia e nel 2019 il romanzo di formazione La verità del mare. Ha partecipato con un proprio racconto all’antologia Oltre il vetro nel 2020 e nel 2021 all’antologia C’era una nota in Puglia.