MALACOSTRACA

di John McDillan

Benvenuti al nostro appuntamento con la poesia.
Oggi proponiamo il commento di questa affascinante raccolta poetica: Malacostraca di John McDillan

Buona Lettura!



a cura di Elisa Mazza

Sinossi

«John, le poesie non si scrivono e non si leggono più…»

Non sono d’accordo e mi spiego: viviamo in un’epoca dove la poesia vive ancora ma non s’esprime palesemente.
La poesia sta nell’esser osservatori e viver nonostante gli amori, gli orrori.
La poesia è una cacciatrice d’emozioni, scacciatrice di malumori… la poesia è quando vivi e tutto il mondo ti grida: «muori!»
La poesia sta nel dire parole in tre secondi ed esprimere mondi che son dentro a mondi incastonati dentro a mondi che sono dentro ad altri microscopici e macroscopici mondi… la poesia è dire al subconscio altrui: «Ma tu, ti ricordi?»
La poesia sta nel raccontarsi, senza svelarsi. La poesia è mostrare il proprio cuore da lontano a chi è presente e a chi è assente, a chi non ti ha mai pensato e a chi ti ha dato sempre una mano…
La poesia è sia come un crostaceo che un libro in cartaceo: a proteggerli dalla realtà hanno una corazza, ma dentro son saporiti, pieni di bontà e sostanza.

Suvvia! Legga “Malacostraca”. Chissà, potrebbe esser una buona occasione per far sì che anche in lei nasca la passione per la poesia…

«Ma sa che le dico, John?»
«Dica pure…»
«Così sia: Malacostraca, sei mia!»

Malacostraca”, è venuto fuori per un astruso motivo. Pensavo tra me: se dovessi associare la mia poesia a una creatura vivente, quale sceglierei? Un leone? No. Un panda rosso? Forse sì, ma quella è già la mia musa. Un assolotto, un gufo? Non disturbiamo questi amabili animali ampliamente citati dal sottoscritto… e allora? Un crostaceo, ecco. Non avrei potuto scegliere di meglio.

Recensione

“Sono stato anch’io fermo.
A pensare proprio come fai tu…
Fermo.
Fino a star bene…
Ho provato la nostalgia,
Ma i sogni mi hanno sempre colto di sorpresa.
Ma come fai?
Come fai a essere così… come sei?
Dimmelo.
Adesso.
Ho bisogno di te, ho bisogno di riflettere…
Viver nelle attese, si sa:
È come esser un bel granello di sale nel dolce nettare.”



Cit.XV • SALE NEL NETTARE




Amici cari, come prima non sapevo, ho scoperto da questa raccolta di poesia che per malacostraca si intende tutta la classe più comune dei crostacei come gamberi, aragoste, ect…
E cosa bene o male li associa tutti?
Il carapace, o guscio (se preferite termini più semplici) e la squisitezza della polpa delle carni.
Come il nostro saggio poeta John McDillan ci ha riferito nella sinossi di quest’opera, troveremo all’interno, dietro la dura corazza, la sostanza.
Malacostraca. Il movimento del Bizzarrismo inventato dal poeta è piuttosto vivo: le emozioni frullano come ali in uno stormo e gocciolano languide sgorgando acqua di sorgente.
Quest’effetto di rimbalzo, gioco di buio e luce delle parole, snoda una danza di sensazioni, stimolando uno stato emotivo gratificante, piacevolmente confuso, quasi alcolico.
Il volume si legge in un soffio di Zefiro, lo attraversi passeggiando leggero e forse tra i vari temi e pensieri che incontrerai, incapperai sicuramente in una smorfia, mezzo sorriso, per certe conclusioni a cui c’è una sosta, tra l’impossibile ironico e il tremendamente serio…
O era tra l’impossibile serio o il tremendamente ironico?


“[…] Io parlo senza uno scopo, e adesso scrivo loro.
Loro.
Adesso mi scrivo sul mento.
Sgo-mento!
Mi pento: rendo a tutti ciò che è dovuto e correndo, scappo peggio di un cavallo impazzito.
Lamentazioni? Solo un momento: ti spiego.
Un attimo! Adesso non mi capite, lo so.
Vi ha parlato il vostro migliore amico…
Fino a qui vi ha parlato un…
Un…
Telefono!
«Ma non ti capiamo!?»
Perdonatemi, Messere:
Se non riuscite a capire quello che vi dice un ‘telefono’, ma allora, perché…
Perché ci state così tanto tempo insieme?
«…»
(Ecco quello che succede quando si vuol creare una poesia senza il cuore, ma col sol aiuto della tecnologia. Ecco il risultato di quando parli d’emozioni da uno schermo, peggio ancora se spento.
Non fatelo, perché nessuno vi capirà e sembrerete soltanto dei tristi dotti baccalà).”



Cit. XXII • AMENZA (BACCALÀ)




Il linguaggio è ritmato, semplice, intimo come un caffè con gli amici, alcuni componimenti potrebbero essere quasi una canzone cantata da artisti come De André o Pino Daniele (quest’ultimo l’ho citato riferendomi alla chicca napoletana che troverete a fine libro), con dietro l’acustica di una buona chitarra.
Forse McDillan visse come menestrello in una vita precedente?



“Come spieghi il silenzio
Se non sai mimare
L’ebrezza delle cose
Facendo a meno dell’uso
Della parola, delle frasi
Delle doglie mentali
E dei bisbigli costanti…
Come spieghi il silenzio
Se non scrivendo
Che esso non è altro
Che una virgola
Un punto
Tre punti…
Come hai la libertà di parola
Di parlar di silenzio
Se non sei schiavo
Del mutuo consenso?”



Cit. XCI • MUTUO CONSENSO




A questo punto non vi resta che mettervi in gioco, provate a essere bizzarri ad accettare che a volte sia più facile trovare le profondità marine in una pozzanghera, che la libertà più pura sta nell’incatenarsi all’amore…
La conoscenza di Malacostraca insegna: Non fermate mai la mente, mai! Giocatevela fino in fondo!


Si ringrazia l’autore per averci cortesemente fornito il materiale.