MARIE LA STRABICA

di Georges Simenon

“Marie la strabica” di Georges Simenon
Genere: narrativa
Editore: Adelphi Edizioni
Pagine: 192
Edizione: 27 giugno 2019

Cari lettori,
torniamo a parlarvi di un autore a noi particolarmente caro, Georges Simenon, con un’altra sua opera ove a spiccare è la figura femminile: “Marie la strabica”. Un Simenon diverso dai classici Maigret ma assolutamente imperdibile. Buona lettura!

A cura di Elide


Sinossi:

Sylvie ha diciassette anni ed è bella, procace, impudica; ha un seno magnifico, che eccita gli uomini, e prova piacere «a guardarselo, ad afferrarlo a piene mani». Marie, che ha un anno più di lei, è brutta e strabica, timida e spaurita; a scuola le compagne «le giravano alla larga, dicevano che aveva il malocchio». Da piccole, Sylvie le prometteva: «Quando sarò ricca ti prenderò come cameriera, e ogni mattina mi pettinerai». Eppure, di quello che passa per la testa di Sylvie, che adora e disprezza al tempo stesso, Marie intuisce tutto. Sa perché si spoglia davanti alla finestra aperta con la luce accesa, e sa anche che è lei a provocare il suicidio di Louis, il ragazzo ritardato ed epilettico che si aggira di sera nel giardino della pensioncina dove entrambe lavorano. Priva di scrupoli, ferocemente determinata a fuggire quella povertà che le fa orrore, Sylvie lascia la provincia e parte alla conquista di Parigi. Marie, che appartiene alla razza delle creature «segnate dalla malasorte», la segue nella capitale, ma si rassegna all’esistenza mediocre a cui è destinata. Quando, molti anni dopo, le due donne si rincontreranno, sarà Sylvie ad aver bisogno dell’aiuto di Marie, e questa sembrerà assecondarla con la succube arrendevolezza di sempre. Ma forse, questa volta, con il segreto proposito di rovesciare i ruoli: chi sarà, allora, la serva, e chi la padrona?

Recensione:

Sylvie e Marie prendono servizio come cameriere presso la pensione Les Ondines all’età, rispettiva, di diciassette e diciotto anni. Sono quasi coetanee, le giovani, eppure, per quanto siano cresciute insieme e siano legate da un rapporto di amicizia ai confini tra amore e odio, sono tra loro estremamente diverse.

Se Sylvie Danet è figlia di un capomastro all’arsenale, ha un corpo sinuoso e da favola, un seno invidiato da tutti che mostra senza remore e impudicamente, una femminilità pronunciata e la spregiudicatezza di chi brama di migliorare il proprio status sociale a prescindere da tutto e tutti, Marie Gladel è figlia unica, orfana di padre, ingenua, onesta, capace di leggere nella mente dell’altra e soprattutto strabica. Non si stupisce, dunque, anche per questo suo talento di leggere nella mente dell’altra, quando il corpo del ventitreenne Louis, dall’intelligenza di un bambino di appena otto anni, gli occhi chiari e ingenui e l’istinto di un uomo adulto, viene rinvenuto privo di vita nel ripostiglio delle scope. Un gesto, questo, che si ricollega senza ombra di dubbio alla compagna. Il sopraggiungere del finire della stagione, quel corpo sempre più pronunciato, quella bellezza sempre più evidente e la partenza, immediata e non rinviabile per Parigi. Sempre loro, sempre insieme seppur completamente opposte.

«Dormi?». Sylvie non rispose, non si mosse, non ebbe un sussulto. Respirò solo un po’ più forte per simulare un sonno profondo, ma non c’era da sperare che la Marie ci cascasse. «Lo so che non dormi». La voce di Marie era calma, monotona, vagamente lamentosa, come quella di certe donne segnate dalla malasorte. «Lo fai apposta a non dormire» continuò nel buio della camera. Come lo aveva intuito? E sì che non era intelligente, la Marie. Lavoravano tutt’e due alla pensione Les Ondines ormai da quindici giorni, e lei non era ancora capace di apparecchiare i tavoli a dovere – e Dio solo sa quanta pena si dava per far bene. Forse era un po’ stupida. A scuola metteva tanto impegno nel cercar di capire che finiva per sentirsi male, e quando veniva interrogata se ne stava lì a bocca aperta, sgomenta, con gli occhietti scuri fissi su un punto della lavagna, e poi scoppiava a piangere.

Una convivenza, quella tra le due donne, che avrà la durata di circa una decina di mesi e che vedrà poi separarsi, inevitabilmente, le loro strada a causa di quel fatto atto a rappresentare la classica goccia che fa traboccare il vaso. Ne emergerà una ferita che difficilmente potrà guarire. Le due donne si scroceranno nuovamente una prima volta nel 1945, ventitré anni dopo il fatto, e di poi, una seconda volta nel 1950 quando sarà Sylvie a cercare Marie per chiederle aiuto a causa di una vicenda ereditaria… Deciderà di aiutarla Marie? Oppure le negherà quell’aiuto necessario?

“Marie la strabica” è un titolo a firma Georges Simenon caratterizzato da una penna fluida e densa, ricca e magnetica che delinea con grande facilità il volto di due donne tra loro estremamente diverse ma ciascuna a suo modo peculiare. La maestria dell’autore è quella di rendere i loro volti tridimensionali, di riuscire a entrare perfettamente nella psiche femminile, nei suoi aspetti più caratteristici e profondi.

In “Marie la strabica” assistiamo a un perfetto gioco di scacchi ove le sorti si sommano e incastrano tra loro in una articolata serie di mosse che nulla lasciano al caso e che non nascondono l’impronta giallista propria dello scrittore.

Simenon gioca con le personalità femminili di queste donne così diverse ma tra loro estremamente vincolate e legate nel bene e nel male. Ne analizza le menti, i comportamenti, le morali, i contrasti, le cadute e il rialzarsi, e anche le vendette sottili e studiate dettate da una forma di invidia e malessere radicati, da una serie di conti in sospeso troppo a lungo portati avanti.

“Marie la strabica” è uno scritto che si fa divorare in poche ore, che mostra un Georges Simenon diverso rispetto ai classici più conosciuti titoli a sua firma, è un elaborato che nulla risparmia e indolora.

“Marie la strabica” è un libro che non è mai scontato nemmeno in quell’epilogo agrodolce che lascia il segno per la sua semplicità e crudezza. Buona lettura!

Il nostro giudizio:
Stile:Voto 5/5
Trama:Voto 5/5
Piacevolezza:Voto 5/5
Copertina:Voto 4,5/5
Voto finale:Voto 5/5

GEORGES SIMENON

Romanziere francese di origine belga. La sua vastissima produzione (circa 500 romanzi) occupa un posto di primo piano nella narrativa europea. Grande importanza ha poi all’interno del genere poliziesco, grazie soprattutto al celebre personaggio del commissario Maigret. La tiratura complessiva delle sue opere, tradotte in oltre cinquanta lingue e pubblicate in più di quaranta paesi, supera i settecento milioni di copie. Secondo l’Index Translationum, un database curato dall’UNESCO, Georges Simenon è il quindicesimo autore più tradotto di sempre.

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