NOAN, IL PRINCIPE PERDUTO

di Antonio La Vecchia

“Noan, il principe perduto” di Antonio La Vecchia
Editore: Youcanprint
Genere: Fantasy/Fantasy Gotico/Avventura
Pagine: 318
Data di pubblicazione: 10 dicembre 2021

Carissimi lettori, un grosso saluto a voi tutti. Vi accompagno oggi alla scoperta di un nuovo romanzo “Noan – Il principe perduto”, nato dalla creatività dell’autore Antonio La Vecchia.
Secondo capitolo della saga che vede protagonista il bandito Noan, ci apre nuovamente le porte al suo universo fantastico, in cui mito, leggenda e fiaba si fondono in un’intricata storia d’armi e di eroi.

a cura di Mary Manasseri

Sinossi di

Sopravvissuto alla pena comminata dalle autorità del Nuovo Regno di Tre Corone, Noan, noto come ‘il re dei banditi’, accetterà, su proposta del Gran Maestro eterniano, di prender parte ad una spedizione segreta dall’altra parte del mondo, al fine di riscattare la propria reputazione e tornare nella sua amata Rione da eroe.
Seguito da undici valorosi compagni, insieme, avranno il difficile compito di raggiungere ed uccidere il Sovrano di Otto Guglie in Grande Ovest, il signore della guerra che ambisce al dominio su entrambi i continenti.
Durante il viaggio attraverso un territorio immenso e sconosciuto, tra esseri soprannaturali e demoniaci, streghe ed elfi, Noan scoprirà la verità circa le sue origini e diverrà, ancora una volta, ago della bilancia dell’eterna sfida tra il Bene ed il Male.

Recensione

Dopo aver letto “Noan – Il re dei banditi”, premiato nel 2019 con il Premio Speciale della Giuria, alla 6° Edizione del Premio Letterario Internazionale Città di Latina, non potevo perdermi il secondo capitolo delle avventure di Noan, che tanto piacevolmente mi aveva intrattenuto con le sue vicende e gli amici che lo accompagnavano.

«…non possiamo separare la pace dalla libertà, e non vi è espressione più piena della libertà che la facoltà di scegliere, ed oggi siamo chiamati ad una fondamentale scelta, decidere se lottare per la pace e conservare così la nostra indipendenza. Chiuderci nel nostro mondo non ci terrà lontani dalla guerra per molto e, se il conflitto ci cogliesse di nuovo di sorpresa, rischieremmo di perdere ancora una volta tutto: pace, libertà, le nostre stesse vite… Decidete, sorelle e fratelli, decidiamo insieme cosa fare, perché nessuno ci farà mai dono della libertà. Nessuno ci farà mai dono dell’uguaglianza o della giustizia o qualsiasi altra cosa, se non le conquisteremo con le nostre scelte e con le nostre azioni!».


Anche in questo nuova opera, “Noan – il principe perduto”, l’autore Antonio La Vecchia riesce ad affascinare il lettore, trascinandolo in un fantasy coinvolgente, originale e dal tratto stilistico più maturo del precedente.

La scrittura scorrevole e la narrativa brillante danno alla storia un ritmo sostenuto, che tiene il pubblico concentrato sia sul qui e ora, sia sulle vicende passate che hanno coinvolto ogni personaggio. In questo modo l’autore riesce ad offrirne una connotazione ben precisa, delineandone in modo attento sia il percorso personale che la dimensione emotiva, che mantengono coerenza perfetta per tutto il racconto.

«Capisco le tue motivazioni e non opporrò alcuna resistenza alla tua volontà, anzi, ti auguro di esser felice. Ma concedimi di dirti un’ultima cosa in merito alla ricerca di cui parlavi.
Tu credi che la fede nell’Eterno ti abbia portato solo sangue e solitudine, hai più volte ribadito di averlo cercato invano, obbedendo ad ogni ordine del Grande Tempio e ciò, se ho ben compreso, ti spinge a dubitare della misericordia dell’Eterno o in Dio stesso, giusto?», domandò Judas, fissando il compagno diritto negli occhi, che, pur senza pronunciare una sola parola o muovere un muscolo, ne confermò con lo sguardo l’ipotesi.
«Se è come credo, lasciami dire che confondi la fede con il Grande Tempio»
«In che senso?!», chiese il giovane Nemo, che per la prima volta, da quando si erano incontrati quel mattino, aveva aperto bocca.
«Il Grande Tempio, Nemo, è opera dell’uomo, eretto al fine di soddisfare l’eterna ricerca della Divinità da parte nostra. Ciò non vuol dire esso sia necessariamente nel giusto: in quanto opera umana è corruttibile, se non guidata dalla fede»


“Noan – Il principe perduto” si apre con il risveglio di Noan, alla presenza di un’affascinante figura femminile: Scilla. In un tempo e in uno spazio quasi sospesi, è lei a catturarci subito con tutto il suo fascino: creatura bellissima dai capelli rossi, dal carattere acceso, a tratti spregiudicata e sensuale.
Le donne nelle trame di La Vecchia, siano esse portatrici di bene o acerrime nemiche, nel loro approccio seduttivo emanano sempre grande carisma – il protagonista rivela, attraverso la lettura che ne dà, il forte ascendente che esercitano su di lui.

Dopo un breve incipit, si entra nel vivo della storia e dei temi che l’autore vuole sviluppare attraverso le gesta del protagonista. Inizia per Noan un viaggio inaspettato: missione segreta condivisa con altri combattenti alla volta di Otto Guglie in Grande Ovest, al fine di ucciderne il Sovrano, signore della guerra che ambisce al dominio sui due continenti.

Riprese a passeggiare e a fissare le rappresentazioni e sculture che li circondavano e si rivolse così all’altro: «perché siamo gli unici a non riuscire a fare meno di causare sofferenze?», il Sommo lo fissava con aria attenta, ma non emise un solo fiato.
«Gran Maestro, siamo l’unica specie che continua a farsi e a fare del male, l’unica a non riuscire a vivere in armonia col resto del creato. Anche le creature degli inferi, orchi e troll, gli elfi, gli gnomi, i nani, gli animali, nessuno combatte, né minaccia i propri simili, anzi, si difendono l’un l’altra contro le minacce… e spesso la minaccia più feroce è rappresentata proprio dalla razza umana. Non riusciamo a fare a meno di cagionar violenza e distruzione a noi stessi e a tutte le altre creature che con noi abitano questo mondo. Modifichiamo, alterando in peggio, la casa che l’Eterno ha così generosamente donato, piegando la natura ai nostri fini, senza alcun rispetto per l’opera divina. A volte credo, Maestro, che la violenza sia la nostra peculiarità principale e che il conflitto sia l’ambiente che più ci si addice. Per nostra colpa, questo mondo non riesce a vivere se non brevi e fugaci periodi di pace».
Il Sommo ascoltava con evidente interesse, spesso immobile, a volte semplicemente annuendo, come voler far intendere la propria partecipazione allo sfogo.
Poi, prese la parola: «onesto Judas, quanto vere sono le tue parole e quanto meste, proprio perché veritiere, risuonano al mio udito. Non riesco, purtroppo, a negare quanto da te poc’anzi affermato e ancor meno riuscirei a spiegartene le cause, ma vorrei farti una domanda, se lo concedi…»
«Certo, Maestro, chiedi pure!»
«Cos’è la pace, Judas?»


Ricorrente è qui il tema del viaggio, soprattutto nella sua accezione più simbolica. Non è, infatti, solo uno spostamento fisico da un luogo ad un altro, già di per sé questo argomento ricco di fascino, ma ancor di più un muoversi entro i personaggi, i loro vissuti e le loro storie.

Noan stesso affronta un percorso interiore molto intimo – ce ne rende partecipi attraverso i ricordi, con cui ripercorre i giorni lontani della propria infanzia a fianco di chi l’ha cresciuto. La memoria è uno strumento usato sapientemente, capace di riportare i personaggi sulle fila dei propri accadimenti, aprendoli ad una crescita emotiva e caratteriale.

È proprio questo che conferisce, secondo me, maggiore struttura al romanzo e una connotazione tridimensionale ai volti e alle esperienze.

«Credi realmente che le masse possano governarsi da sole, senza una guida? Senza leggi?»
«No, non credo questo. Non sono uno stupido, è ovvio che una guida sia necessaria, come necessarie siano le leggi e le regole, ma un capo dovrebbe essere una figura di riferimento, un garante per il popolo, dovrebbe assicurare ad ogni singolo le medesime possibilità, non con la minaccia e, quindi, con il timore di quello che ne conseguirebbe mettendone in dubbio il ruolo o l’autorità. E le leggi non dovrebbero essere imposte, ma condivise e deliberate col popolo stesso, non in base alle necessità del re o della corte che le sta emanando, ma in conseguenza delle effettive esigenze delle persone comuni. Ogni individuo, piuttosto che temere la pena del contravvenire ad una legge, dovrebbe riconoscere i vantaggi, personali e comuni, derivanti dal rispetto della norma stessa.»


“Noan – Il principe perduto” ha il piacevole sapore delle grandi opere epiche, dove miti e leggende popolano le avventure di grandi eroi dalle gesta memorabili. Come loro, anche Noan è un grande combattente, il cui obiettivo qui è vincere la battaglia a Otto Guglie in Grande Ovest e poter tornare presto a Terra Ardente, acclamato come eroe dalla sua gente.
Streghe, vampiri, personaggi incredibili cercheranno di fermarlo, ma il suo coraggio e il desiderio di rivalsa gli daranno la forza e il coraggio necessari.

Il percorso dell’autore passa a mio parere anche attraverso l’approfondimento di temi che, mai come in questo periodo storico, risultano attuali e degni di nota.
L’accezione simbolica della battaglia, quella interiore con se stessi e quella concreta, per la difesa della vita e della dignità di tutti gli esseri viventi, la sento marcatissima… come pure la necessità di affidare pensieri e riflessioni su temi di forte impatto.
L’eco delle parole “Pace”, “Libertà”, si diffondono con forza oltre la favola, per librarsi in un grido che arriva fino a noi.
I suoi personaggi parlano per lui, rivelando spazi di pensiero personali di cui l’autore sembra volerci coinvolgere.

Col passare dei giorni, però, lo stato d’animo mutò: cominciò a gradire quella sensazione di isolamento, che l’esser circondato dalle acque donava.
Per la prima volta, dopo tanto tempo, si sentiva lontano dalla guerra, dal campo di battaglia: l’ansia, l’inquietudine e i cattivi pensieri, venivano annegati dal mare, che li spazzava via con i suoi armoniosi suoni, purificandoli con il proprio rumore, imponendo un ritmo su tutto ciò che in lui era disorientato e confuso.
Varcata la linea immaginaria che separava il Mar Basso dal Grande Mare, i remi furono tirati in barca, lasciando alle vele e alle indubbie capacità di timoniere del Capitano Namur l’onere di condurli alla meta.
Fu sorpreso dalla gentilezza e dal rispetto con cui il Capitano si rivolgeva ad ogni suo marinaio, immaginando che quel senso di quiete, che provava durante il viaggio, inducesse gli uomini di mare ad essere più cortesi, rispetto ai pari grado che agivano sulla terra ferma.


Concludo consigliando questo libro, sia a chi ha già letto il primo capitolo della saga, sia agli amanti del genere che ancora non lo conoscono. Traspare dal racconto il piacere e il divertimento dell’autore nell’inventare storie e dare voce alle figure che crea.
“Noan, il Principe perduto” è un romanzo piacevole, curato e sviluppato in modo sapiente. Si sente che è scritto da qualcuno che ama profondamente il fantasy e le opere epiche.

Una volta letto, attendo con piacere i vostri riscontri in merito, intanto ne approfitto per salutarvi, augurarvi buona lettura e darvi appuntamento sul nostro amatissimo blog.

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5



Antonio La Vecchia

Antonio La Vecchia nasce il 7 luglio del 1981 a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, primo di quattro figli di una famiglia operaia, unita e permeata dal rispetto e dall’affetto reciproco.
Laureato in Scienze Politiche alla ‘Università degli Studi di Napoli Federico II’, oggi vive con sua moglie e il loro bambino ad Aversa, nel casertano, ma è cresciuto a Cercola, piccolo comune del capoluogo campano.
Impiegato in una società di consulenza informatica, tra le sue maggiori passioni troviamo lo studio della Storia, quella raccontata dai vinti, e la letteratura, dalla Classica Italiana e Internazionale a quella di Genere, appassionandosi negli ultimi venti anni ai capolavori Fantasy di Tolkien e Lewis e a quelli nostrani di Licia Troisi.
Dopo “Noan, il re dei banditi”, romanzo fantasy di esordio e Premio Speciale della Giuria alla 6^ Edizione del Premio Letterario Internazionale Città di Latina, Antonio ritorna a dicembre 2021 con il secondo capitolo della trilogia “La Saga di Noan di Rione”, dal titolo “Noan, il principe perduto”.

Si ringrazia l’autore per averci cortesemente fornito il materiale.