Paula

di Isabel Allende

Paula di Isabel Allende
Genere:Autobiografia
Editore: Feltrinelli
Pagine: 336
Edizione:19 Marzo 2015

a cura di Pamela Mazzoni

Cari lettori, in questo mese di marzo dedicato ad Isabel Allende non potevamo esimerci dal presentarvi quella che è, senza timore di smentita, l’opera più intensa e struggente di questa meravigliosa autrice: si tratta di Paula, libro che la Allende ha dedicato alla figlia morta di porfiria, una rarissima malattia genetica. È triste? Certo, visto l’argomento trattato non possiamo dirvi di no. Ma è soltanto questo? No, c’è molto, molto di più…
Buona lettura!

Sinossi

Paula, nata il 22 ottobre 1963, è una ragazza felice, innamorata del marito, appassionata del suo lavoro. La sua è una vita semplice, che non ha niente a che vedere con quella di sua madre Isabel. Due donne, due destini diversi. Improvvisamente Paula si ammala di una malattia gravissima, la porfiria, che la trascina in un coma da cui non c’è ritorno. Isabel accorre al suo capezzale per cercare di trattenerla in vita, o forse per accompagnarla dolcemente verso la fine… Con la scrittura la madre-scrittrice cerca di “distrarre la morte”, cerca di trovare un senso a una tale insensata tragedia: grazie alla magia della parola evoca tutti i componenti della sua esuberante e bizzarra famiglia perché circondino Paula, superando i confini individuali di vita e di morte.

Recensione

È il 6 dicembre 1991 ed Isabel Allende è in Spagna per il tour promozionale del suo ultimo libro, “Il piano infinito”: è qui che le giunge la devastante notizia che la sua adorata primogenita, Paula, è in coma all’ospedale di Madrid, dove abita con il marito. Da questo momento, inizierà per Isabel un sofferto e lungo pellegrinaggio tra il capezzale della figlia in ospedale e la sua camera d’albergo: un doloroso percorso che trascinerà la scrittrice nel più spaventoso incubo per una madre. Paula, una ragazza semplice, felice ed innamorata della vita e di suo marito Ernesto, si ritrova ora in un limbo ovattato, tra la vita e la morte, dove non c’è posto per i ricordi: è così che la Allende, nella solitudine serale della sua stanza, inizia a scriverle una lunga lettera, raccontandole le sue origini, la storia della sua famiglia e dei suoi bizzarri parenti.

““Tieni, scrivi e sfogati, se non lo fai, morirai d’angoscia, mia cara.”

“Non posso, Carmen, mi si è spezzato qualcosa dentro, forse non scriverò mai più. 
“Scrivi una lettera a Paula… L’aiuterà a sapere che cosa è successo in questo periodo che ha passato addormentata.”

Così mi tengo occupata nei momenti vuoti di questo incubo.”

Un modo, da parte dell’autrice, di esorcizzare l’indicibile dolore ma, soprattutto, un estremo tentativo di tenere sua figlia legata alla vita. È così che nasce Paula che, aldilà di una coinvolgente e commossa autobiografia, rimane una straziante dichiarazione di amore incondizionato tra una madre e sua figlia.

“Finora non ho condiviso il mio passato, è il mio ultimo giardino, su cui non si è affacciato neppure l’amante più intruso. Prendilo, Paula, forse ti servirà a qualcosa perché credo che il tuo non esista più, si è perso in questo lungo sonno e non si può vivere senza ricordi.”

La Allende, con il consueto stile semplice ed evocativo, ci invita ad entrare nel suo mondo in un momento infinitamente doloroso; inizialmente sembra quasi di essere invadenti, andando a violare una sfera così profondamente intima. Poi però, rimaniamo rapiti dalla narrazione della scrittrice e ci lasciamo trascinare in un vortice di emozioni e, tra un sorriso ed una lacrima, ripercorriamo insieme ad Isabel e Paula le tante tappe della loro vite, in un lungo ed emozionante viaggio a ritroso nel tempo: le vicissitudini storiche e politiche del loro paese, il Cile; le storie d’amore di Isabel ed il suo sofferto esilio; aneddoti divertenti; flashback del vissuto tra madre e figlia; familiari eccentrici; senza tralasciare, però, una polemica stoccata alla malasanità del periodo. Tante tessere che trovano la giusta collocazione, andando a ricostituire quell’imperfetto, ma affascinante, mosaico che è la vita. Tutto questo, con il valore aggiunto dell’amore infinito che permea tutte le pagine, e che rappresenta senza dubbio il cuore palpitante di Paula.

E via via che le pagine scorrono, vicino a quel letto dove quel corpo così giovane giace inerme, vediamo riunirsi tante presenze, in carne ed ossa ma anche spiriti, stretti intorno a Paula in un unico infinito abbraccio senza confini e che va al di là dell’esistenza terrena.

Paula non è soltanto tristezza, dolore, rassegnazione: è soprattutto speranza, perché solo il corpo di questa solare e generosa ragazza è scomparso, ma la sua anima continuerà a vivere negli occhi di chi l’ha guardata, nella mente di chi l’ha conosciuta, nelle braccia di chi l’ha stretta a sé ma, soprattutto, nel cuore di chi l’ha amata. Per sempre.

“Sono il vuoto, sono tutto ciò che esiste, sono in ogni foglia del bosco, in ogni goccia di rugiada, in ogni particella di cenere che l’acqua trascina via, sono Paula e sono anche me stessa, sono nulla e tutto il resto in questa vita e in altre vite, immortale.
Adios, Paula, mujer.

Bienvenida, Paula, espíritu.”

Il nostro giudizio:

TramaVoto 5/5

StileVoto 5/5

PiacevolezzaVoto 5/5

CopertinaVoto 5/5

Voto finaleVoto 5/5

Isabel allende

Scrittrice e giornalista cilena. Dopo aver terminato gli studi a Santiago del Cile, lavora dapprima per la FAO, quindi si dedica a un giornalismo impegnato, scrivendo anche per il cinema e la televisione. Nipote di Salvador Allende, vive in esilio dal 1973, anno del golpe organizzato dal generale Augusto Pinochet Ugarte, al 1988, anno della caduta di Pinochet.
In esilio scrive il primo romanzo, La casa degli spiriti (1982; ebbe una trasposizione cinematografica nel 1993).
Ha scritto romanzi basati sulle sue esperienze di vita, ma ha anche parlato delle vite di altre donne, unendo insieme mito e realismo. In Italia è pubblicata da Feltrinelli.
Tra le prime scrittrici latinoamericane a raggiungere fama mondiale, continua la sua esplorazione del tema politico e di quello personale nei due romanzi successivi – D’amore e ombra (1984) ed Eva Luna (1987) – e nella raccolta di novelle Eva Luna racconta (1992). Del 1992 è anche il romanzo Il piano infinito. Nel 1995 pubblica Paula. Tra gli altri romanzi ricordiamo Afrodita. Racconti, ricette e altri afrodisiaci (1997), La figlia della fortuna (1999), Ritratto in seppia (2001), Il mio paese inventato (2002), La città delle bestie (2003), Il regno del drago d’oro (2003), La foresta dei pigmei (2004). Zorro. L’inizio della leggenda (2005), Inés dell’anima mia (2006), La somma dei giorni (2008), L’isola sotto il mare (2009), Il quaderno di Maya (2011), Il gioco di Ripper (2013), L’amante giapponese (2016), Per Paula. Lettere dal mondo (1997), che raccoglie le lettere ricevute da Isabel Allende dopo la pubblicazione di Paula, La vita secondo Isabel di Celia Correas Zapata (2001), Amore (2013), un miscellanea delle più belle pagine della scrittrice sull’amore, e il sesso, i sentimenti.
E ancora ricordiamo: Oltre l’inverno (Feltrinelli 2017), Lungo petalo di mare (Feltrinelli 2019) che racconta la storia del Winnipeg, una nave che ha portato in Cile 2200 rifugiati spagnoli che fuggivano dalle rappresaglie franchiste e Donne dell’anima mia (Feltrinelli 2020).
È una delle autrici latine di maggior successo, avendo dato alla letteratura sudamericana un contributo enorme; le sue opere sono tradotte in tutto il mondo.