PENNE D’AUTORE, UNO SGUARDO SU: GIORGIO FALETTI

Un saluto a tutti i nostri lettori e ben ritrovati nella nostra rubrica.
Vi pongo una domanda: secondo voi, possono convivere nella stessa persona un ironico comico, un apprezzato paroliere e musicista, un talentuoso pittore, un attore impegnato e un abile giallista?
La risposta risiede in un nome e cognome: Giorgio Faletti, il nostro eclettico autore di questo mese.


A cura di Pamela Mazzoni




“È incredibile come certa gente si arrenda subito. Non sono perdenti, sono quelli che non ci provano nemmeno. E questo li rende protagonisti di qualcosa che è molto peggio di qualunque sconfitta.”



Giorgio Faletti nasce ad Asti nel 1950. Figlio unico, si laurea in legge per far felici i genitori, ma l’avvocatura non fa per lui: nel suo DNA scorre una vena artistica camaleontica e versatile che non si può arginare.
Negli anni Settanta Faletti si trasferisce infatti a Milano e fa il suo debutto come cabarettista al mitico Derby, il locale fucina di molti famosi comici; ma il successo arriva negli anni Ottanta con l’indimenticato Drive In, lo spettacolo televisivo dove Faletti riversa il suo talento creando personaggi paradossali e ironici, Vito Catozzo e Suor Daliso per citarne solo qualcuno.
Dopo varie partecipazioni in TV a programmi di successo, Faletti irrompe nella scena musicale scrivendo canzoni per sé e per altri interpreti, per poi arrivare al 1994 quando al Festival di Sanremo si piazza al secondo posto con l’emozionante brano “Signor Tenente”, il cui testo gli fa vincere il Premio della Critica.
Giorgio Faletti nel frattempo si dedica con bravura e passione anche alla pittura, ma la sua poliedrica personalità scalpita ancora: nel 1994 fa la sua prima incursione nel mondo letterario pubblicando Porco mondo che ciò sotto i piedi, dove ripropone le esilaranti gag della guardia giurata più improbabile e irresistibile, quel Vito Catozzo già entrato nel cuore dei telespettatori.
È il 2002 che segna però il giro di boa di Faletti come scrittore: esce infatti Io uccido, l’adrenalinico thriller ambientato a Montecarlo che lo proietta nell’ Olimpo delle celebrità.
Il romanzo infatti vende milioni di copie e, forte di questo primo successo, nel 2004 l’autore dà alle stampe Niente di vero tranne gli occhi: nuovo libro, nuovo grande riscontro di pubblico.
La carriera letteraria va a gonfie vele e, tra partecipazioni a film come attore in ruoli drammatici e ancora autore di testi di canzoni, Faletti trova il tempo di pubblicare nel 2006 il terzo romanzo Fuori da un evidente destino, thriller ambientato in Arizona tra gli indiani Navajos, seguito nel 2008 da Pochi inutili nascondigli, la sua prima e unica raccolta di racconti. Nel 2009 arriva nelle librerie Io sono Dio, mentre l’anno successivo è la volta di Appunti di un venditore di donne, primo romanzo ambientato in Italia, nella fattispecie a Milano; a ruota, nel 2011, esce Tre atti e due tempi, la cui trama a tinte noir si sviluppa nel mondo del calcio.
Nel 2012 esce invece Da quando a ora, un’autobiografia corredata da due CD musicali. Faletti purtroppo muore nel 2014, non senza però lasciare ancora quattro romanzi, pubblicati postumi: La piuma (2015), L’ultimo giorno di sole (2017), L’ospite e La ricetta della mamma, entrambi usciti nel 2018.
Il punto di forza del Faletti scrittore sta sicuramente in una fervida immaginazione che, unita alla cultura e alla minuziosa ricerca, è riuscita a partorire trame complesse ma attuali, intense e avvincenti, capaci di farti divorare le pagine talmente si è presi dalla narrazione.
I personaggi sono descritti mirabilmente con dettagli così precisi che li umanizzano mettendo a nudo fragilità e complessi, successi e sconfitte, gioie e dolori tanto che la loro vita fittizia diventa tangibile nel proprio realismo e questo sia si tratti di protagonisti, comprimari, semplici comparse, vittime e carnefici: tutti, senza distinzione, sono di uno spessore tale che spesso vincitori e vinti si sovrappongono.
Uno stile il suo molto particolare per uno scrittore italiano, contaminato com’è dai thriller americani che Faletti divorava da bambino nella soffitta, dove il nonno antiquario li sistemava.
Jeffrey Deaver, maestro del thriller, ebbe modo di dire di Faletti: “Uno come Faletti dalle mie parti si definisce larger than life, uno che diventerà leggenda.
Potrete seguire il nostro percorso dedicato a Giorgio Faletti ogni lunedì, con le recensioni ad alcuni dei suoi romanzi.

Nel frattempo, buon proseguimento!