Penne d’autore, uno sguardo su: Maurizio De Giovanni

a cura di Pamela Mazzoni


Cari lettori, conoscerete sicuramente la frase che recita: “Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna.” Beh, nel caso del nostro autore del mese la grande donna è la sua città, Napoli, che si distende provocante sul mare, sensuale e bellissima, cuore pulsante di storie, leggende, ricordi e memoria, ma che vive anche di contrasti forti con sfavillanti luci che si alternano a oscure e inquietanti ombre. Soltanto chi la conosce bene e la ama appassionatamente può raccontarla nei suoi romanzi così dettagliatamente e senza filtri in tutte le sue innumerevoli sfaccettature, attraverso personaggi indimenticabili e trame coinvolgenti. E questo qualcuno è lui, il nostro Maurizio de Giovanni.

“E’ facile stare insieme quando va tutto bene. Il difficile è quando si devono superare le montagne, fa freddo e tira vento. Allora, forse, per trovare calore, uno si deve fare un poco più vicino. ”

Maurizio de Giovanni, classe 1958, napoletano all’anagrafe ma soprattutto nel cuore e nell’anima è, oltre che apprezzato e prolifico scrittore, anche drammaturgo e sceneggiatore nonché soggettista di alcuni fumetti ispirati ai suoi romanzi. Cresciuto a pane e storie, raccontate con passione dalla madre Edda che, come riferisce l’autore stesso, faceva anche “le voci”, rendendo così i vari personaggi talmente realistici da sembrare in carne e ossa, Maurizio de Giovanni dopo il diploma entrò a lavorare in banca, rimanendoci per parecchi anni. Il seme della narrazione era però già stato piantato, anche se per germogliare ha dovuto attendere fino al 2005 quando, a sua insaputa, l’autore si ritrovò iscritto ad un concorso per giallisti emergenti indetto presso il mitico Caffè Gambrinus di Napoli; concorso che de Giovanni vinse in scioltezza, presentando alla finale un racconto, I vivi e i morti, dove per la prima volta appare un certo commissario Ricciardi, uno dei suoi protagonisti più amati di sempre. Da qui prende il via il ciclo dedicato a questo poliziotto tormentato da un inquietante segreto, o per meglio dire una maledizione, dato che vede i fantasmi delle vittime e ne percepisce i pensieri negli ultimi istanti prima della tragica morte. Ricciardi è un uomo duro con se stesso, ma integerrimo nel suo lavoro, che svolge con impegno e dedizione nella Napoli degli anni Trenta, sotto il Fascismo.

Da questo racconto nasce infatti un romanzo, Le lacrime del pagliaccio, pubblicato nel 2007 ma che l’anno successivo diventa Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi;a questo seguiranno nel 2009 La condanna del sangue, nel 2010 Il posto di ognuno e Il giorno dei morti l’anno successivo. Questi ultimi tre avranno come sottotitolo rispettivamente La primavera, L’estate e L’autunno del commissario Ricciardi, a comporre così il ciclo delle stagioni. La serie dedicata a questo personaggio è piuttosto vasta e comprende, tra gli altri, Vipera del 2012 e Anime di vetro pubblicato nel 2015. L’anno successivo è la volta di Serenata senza nome, fino a giungere al colpo di scena nel 2019 quando tra gli scaffali delle librerie arriva l’epilogo per questo immenso protagonista, che chiude momentaneamente il cerchio e lascia interdetti i lettori: si tratta de Il pianto dell’alba. Ultima ombra per il commissario Ricciardi.

Nel frattempo però Maurizio de Giovanni non dorme sugli allori, la sua mente geniale e creativa non si può limitare a raccontare solo la Napoli del secolo scorso, deve raccontare la sua città oggi: moderna e volitiva, ammaliante nella sua bellezza a volte inafferrabile ma, sempre per i suoi controsensi, anche trasandata, criminale e spesso violenta. Ed ecco apparire sulla scena un gruppo di nuovi personaggi, che non tarderanno a colpire il cuore dei lettori: nel 2013 esce infatti I Bastardi di Pizzofalcone, con protagonisti dei poliziotti che vanno a formare uno sgangherato ma infallibile gruppo; romanzo questo anticipato l’anno precedente da Il metodo del coccodrillo, dove compare per la prima volta l’ispettore Lojacono, a capo della squadra. Sempre nel 2013 esce Buio; ricordiamo inoltre Souvenir del 2017, Vuotodel 2018 fino ad arrivare all’ultimo in ordine di pubblicazione,Fiori,uscito nel 2020.

Per essere uno che non capisce le donne, come afferma lui stesso, de Giovanni ha creato dei personaggi femminili di notevole caratura, indimenticabili anche se solo di passaggio nei suoi romanzi. Due di questi in particolare sono le protagoniste di altrettante serie: l’ex agente segreto Sara Morozzi, costretta alla solitudine e capace di “leggere” il linguaggio del corpo e la strabordante, ma inconsapevole delle sue doti, assistente sociale Gelsomina, “Mina”, Settembre. La prima appare in Sara al tramonto del 2018, seguito da Le parole di Sara nel 2019; è poi la volta di Una lettera per Sara datato 2020, mentre l’ultimo uscito nell’anno corrente è Gli occhi di Sara. Mina invece, dopo il debutto in due racconti, fa il suo trionfale ingresso nel 2019 in Dodici rose a Settembre, cui segue nel 2020Troppo freddo per Settembre, mentre a luglio scorso è stato pubblicato Una sirena a Settembre.

Nel mezzo raccolte e antologie di racconti, nonché romanzi di altro genere, come ad esempio quelli dedicati allo sport, tanto amato da de Giovanni, che in gioventù è stato un abile pallanuotista militando anche in Nazionale: tra questi, Juve-Napoli 1-3 – la presa di Torino del 2008 e Il resto della settimana del 2015. Un’opera omnia vasta e variegata quella del nostro autore che comprende più di 40 romanzi e che valica anche i nostri confini, essendo gli stessi tradotti in 43 lingue. Alcuni dei suoi personaggi hanno avuto anche delle seguitissime trasposizioni televisive, più o meno aderenti ai racconti dello scrittore, che hanno prodotto una notevole eco mediatica intorno a de Giovanni: la serie de I Bastardi di Pizzofalcone, con Lojacono che ha il volto di Alessandro Gassmann; il commissario Ricciardi interpretato da Lino Guanciale e l’attrice Serena Rossi che veste i panni di Mina Settembre.

Come ho già detto, Napoli è la città dalle mille contraddizioni e non si può incatenare in uno schema perché sarebbe davvero troppo riduttivo: è un miscuglio eterogeneo di identità e storie, di racconti che fluttuano nell’aria. Ma non basta tendere l’orecchio per sentirli. Bisogna saper ascoltare. E Maurizio de Giovanni possiede questo dono: la sua città gli sussurra i racconti e lui, con talento e bravura, li imprime sulla carta aggiungendoci estro e fantasia; il suo stile è talmente evocativo e la narrazione così potente da trascinare di getto il lettore tra i vicoli e le piazze, dove i colori, gli odori ed i sapori di Napoli diventano tangibili. Le trame spesso complesse dei suoi romanzi sono originali pur avendo un sapore antico e hanno la particolarità di far emergere sempre il lato umano delle storie: il crimine c’è, del resto parliamo di gialli, ma è sempre funzionale a tutto quello che ruota intorno al fatto delittuoso, che ci racconta tante altre storie. A volte i reati sono perpetrati per semplice malvagità, ma spesso sono scellerati gesti che celano motivazioni più profonde: un amore infelice, un’amicizia tradita, una famiglia da salvare. Perché, dovete sapere che contano i fatti, ma ancor di più gli antefatti…ma di questo parleremo più avanti.

Un’ultima e doverosa considerazione va fatta sui personaggi di de Giovanni, protagonisti e non: eroi imperfetti con una profonda umanità e un forte senso della giustizia, feriti nell’anima ma capaci di slanci di generosità incredibili, pronti a dare voce a chi voce non ce l’ha. Ognuno di loro rappresenta uno dei tanti volti di Napoli: il ricordo in bianco e nero con il malinconico e giusto commissario Ricciardi; il crimine e la voglia di riscatto con gli adorabili reietti dei Bastardi; il lato chiassoso, vivace e divertente, pur nel degrado dei Quartieri Spagnoli, con Mina; e quello segreto, di chi è costretto a vivere nell’ombra e a rendersi invisibile, di Sara. Questa è Napoli, vista attraverso gli occhi di un napoletano che sono diventati anche i nostri.



Vi diamo appuntamento con le nostre recensioni ad alcuni dei romanzi di Maurizio de Giovanni, nel frattempo un saluto dalle vostre Penne Irriverenti.