REVIEW PARTY: IL GIORNALINO DI GIAN BURRASCA

di Luigi Bertelli (Vamba)

Il giornalino di Gian Burrasca di Luigi Bertelli (Vamba)
Illustrazioni: Aurora Stella
Genere: Classico per bambini
Editore: Maratta Edizioni
Pagine: 243
Edizione: 5 novembre 2020

Cari lettori oggi ho il piacere di presentarvi “Il giornalino di Gian Burrasca” di Luigi Bertelli (Vamba), un classico per bambini che ha accompagnato l’infanzia di molti di noi.
In questa nuova veste a colori, edita da Maratta Edizioni, potrete godervi le bellissime illustrazioni di Aurora Stella e una dolcissima prefazione a cura di Alessandra Micheli.
Non servono molte parole per presentare Gian Burrasca, la sua fama lo precede, quindi non mi resta che augurarvi buona lettura!

a cura di Manuela Morana


Sinossi

Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca per la sua propensione a combinare guai, è lo scalmanato figlio un notabilato fiorentino di inizio Novecento. Il giorno del suo nono compleanno, riceve dalla madre un quaderno che utilizza come diario, per raccontare le sue avventure e sfogarsi quando è in punizione – quasi sempre.
Già, perché, nei suoi continui tentativi di aiutare gli altri, finisce sempre per fare pasticci, tanto che il padre lo fa rinchiudere in collegio.
Ma anche in collegio Giannino ne combina di tutti i colori, nel generoso tentativo di aiutare i compagni in difficoltà.

Tra denti cavati a ignari vecchietti, sedute spiritiche, segreti svelati, fughe e perfino un intrigo politico, Giannino vive un’infinità di esilaranti avventure. E non illudetevi, alla fine del diario sappiamo che Giannino ne vivrà molte altre…

Recensione

Cari amici parlare di quest’opera è molto meno semplice di quello che sembra, “Il giornalino di Gian Burrasca” è un classico intramontabile, una storia davvero entusiasmante e divertente che fa parte del bagaglio culturale di quasi tutti noi, quindi il rischio di risultare banale o di dire cose che per la maggior parte di voi sono scontate è altissimo perché, quando un libro è così famoso è quasi superflua qualsiasi parola…
Ma come si può resistere a Gian Burrasca?
Impossibile!!!
Ecco perchè sono qui a raccontarvi di questo inguaribile monello che nella sua vita ne combina davvero di tutti i colori.
Il suo soprannome, Gian Burrasca, è un nomignolo che reputa crudele e lo fa soffrire, lui infatti non capisce il perché tutti continuino a ripetergli che è una disgrazia, un delinquente e un combina guai.
Il nostro povero Gian non percepisce minimamente quali possano essere le conseguenze catastrofiche delle sue azioni e, secondo una logica tutta sua, agisce per aiutare chi gli sta accanto: le sue sorelle, i suoi genitori, i suoi compagni di collegio e chiunque abbia bisogno di aiuto per essere felice.
Giannino Stoppani è il bambino più incredibile che io abbia mai incontrato in vita mia, le sue intenzioni sono sempre buone ma quando poi fa qualcosa o apre la bocca non fa altro che combinare disastri e arriva anche a mettere in pericolo diverse vite, come quando, dopo aver verniciato con tinta ad olio (che non va più via) gli animali dei contadini e il cagnolino della zia, decide di appendere a un albero il più piccolo dei figli dei contadini, un bimbetto di appena due anni e mezzo, per fargli fare la scimmia che sta attaccata agli alberi con la coda.

– Cominceremo dal fare il leone, – ho detto.
A questo scopo avevo portato con me dalla villa, Bianchino, il vecchio can barbone della zia Bettina, al quale ella è così affezionata.
[…]
Poco distante da noi c’era una pecorella che pascolava; l’ho legata alla stanga del carro, accanto al cane, e ho detto:
– Questa la trasformeremo in una bellissima tigre. –
[…]
– Sapete che cosa farò? Io cambierò questo maialino in un coccodrillo! –
[…]
Dopo aver legata anche questa belva alla stanga del carro da buoi, ho pensato di farne un’altra servendomi dell’asino che ho preso nella stalla e che, essendo di color grigio, si è prestato benissimo a far da zebra.
[…]
Infine, siccome per rallegrare la scena mancava la scimmia, con lo stesso colore ho tinto la faccia di Pietrino.
[…]
Poi, per rendere la cosa anche più naturale, ho pensato che il vedere la scimmia sopra un albero avrebbe fatto un bellissimo effetto e perciò, aiutato da Angiolino, ho messo Pietrino su un ramo dell’albero che è accanto all’aia, assicurandolo con una fune perché non cascasse.
[…]
In quel momento, voltandomi, ho visto il babbo e la mamma d’Angiolino, che venivano giù dal campo trafelati. Il contadino gridava:
– Oh, il mi’ maialino!… –
E la contadina sporgeva le braccia verso quel moccione di Pietrino che seguitava anche lui a piangere, e diceva:
– Uh, povera la mi’ creatura!… –
È inutile. I contadini sono ignoranti, e perciò in tutte le cose si lasciano sempre trasportare all’esagerazione.


Le peripezie del nostro Gian sono veramente continue e lui appunta meticolosamente tutto ciò che gli succede nel suo giornalino, apprezzatissimo regalo ricevuto dalla sua mamma per il suo nono compleanno.
Come dice Alessandra Micheli nella sua prefazione: Gian Burrasca non è un bullo. È deliziosamente se stesso, deciso a vivere la sua gioventù con garbo e qualche innocente dispetto. Ma soprattutto è buono. E ogni sua “marachella” è il tentativo di fare, in fondo del bene.

Peccato che nel suo caso buone intenzioni e buone azioni non coincidano mai e lui risulti sempre irriverente e a volte persino maleducato come quando al matrimonio di sua sorella parla con la zia Bettina e le dice chiaro e tondo che al posto della coperta fatta con le sue mani poteva e doveva regalare a sua sorella i diamanti che la giovane sposa sperava di ricevere in dono.

È arrivata anche la zia Bettina per assistere allo sposalizio, e così ha rifatto la pace con tutti. Però,mentre la Luisa si aspettava da lei in regalo quel paio di diamanti che ebbe in eredità dalla povera nonna, ha avuto invece una coperta da letto di lana gialla e celeste che la zia Bettina aveva fatto con le sue mani.
Luisa è rimasta mortificata, e io ho sentito che diceva a Virginia:
– Quella vecchia dispettosa si è voluta vendicare dell’altra volta che venne da noi. –
[…]
– Vo via, anzi, perché mi si rispetta troppo; e dirai a Luisa che se vuoi rispettarmi anche meglio, mi rimandi la coperta di lana che io ho avuto la stupidaggine di farle con le mie mani. –
E così se n’è andata via senza voler dire altro.
Il bello è che io solo so il vero motivo della partenza della zia, ma non lo dico per non guastare la bella sorpresa che avrà mia sorella.
Un’ora fa io ho detto alla zia Bettina:
– Cara zia, vuole un buon consiglio? Riporti via quella copertaccia di lana che ha regalato a Luisa e le regali invece i diamanti ai quali mia sorella aveva fatto la bocca… Così si farà più onore, e mia sorella non avrà più ragione di trattarla da vecchia dispettosa! –
Ebbene, bisogna che riconosca che questa volta la zia Bettina si è condotta molto bene. Ella deve aver capito di avere sbagliato, perché ha accettato il mio consiglio e se ne va di corsa a casa sua a prendere i diamanti per Luisa che sarà felicissima, e tutto per merito mio.
Ecco che cosa vuoi dire essere un buon fratello!

Lo stile di questo libro è veramente fresco e simpatico, perfetto per far appassionare i più piccini alla lettura ma estremamente godibile anche dagli adulti che sicuramente non riusciranno a trattenere più di una risata nel corso della lettura. La storia è fluida e vien voglia di non separarsi mai dal piccolo Gian e di accompagnarlo nella sua crescita per vedere se e quando cambierà e smetterà di essere così scalmanato.

Infine volevo riportarvi l’augurio rivolto a tutti i bambini da Alessandra Micheli:
“Divertiti e rifletti su una cosa: non sono le voci che ti circondano a doverti dire chi sei. Ma la tua anima che, in fondo, si fa beffe dei compromessi e dell’ipocrisia. E se non sai cosa significhi ipocrisia, te lo svela Gian Burrasca: ogni idea che non è nata in seno alla tua anima, al tuo cuore, che è molto più giudizioso e ricco di quello di noi adulti”.

Queste parole tenere e sincere racchiudono infatti l’essenza del libro, nessuno dovrebbe farsi ingabbiare dalle definizioni che ci vengono cucite addosso.
Quello che la gente dice di noi non dovrebbe importarci, l’unica cosa che conta davvero è agire con il cuore, essendo convinti di fare del bene al prossimo e comportandoci in modo da poter sempre essere fieri di noi stessi e delle nostre azioni, in modo da poter sempre camminare a testa alta e senza vergogna.

Gian Burrasca in fondo ci insegna proprio questo, certo lo fa commettendo molti sbagli, ma la sua ingenuità, il suo buon cuore e la sua spontaneità non possono lasciare indifferenti coloro che decidono di leggere le sue avventure e vi assicuro che tra una risata e l’altra vedrete che inevitabilmente questo discolo vi conquisterà.

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5



CARD ESTRATTO da IL GIORNALINO DI GIAN BURRASCA

Si ringrazia la casa editrice per aver gentilmente fornito il materiale