RIVIERA

di Valentino Ronchi

Riviera di Valentino Ronchi
Genere:Narrativa
Editore: Fazi
Pagine:150
Edizione: 29 Aprile 2021


Cari lettori,
con immenso piacere oggi voglio farvi conoscere un romanzo che mi ha letteralmente stregato, Riviera di Valentino Ronchi, un libro la cui tematica centrale è l’esistenza, trattata con una tale sensibilità e accuratezza da scuoterci e allo stesso tempo riscuotere in noi profonde meditazioni.


a cura di Rosa Zenone


Sinossi

Marianna Delfini nasce nella periferia di Milano. Non in una periferia qualunque, però, ma in Riviera: un angolo defilato della città, sotto la tangenziale, dove lungo l’argine del canale sorge una fila di villette ordinate che osservano placide lo scorrere delle stagioni. In modo tranquillo e defilato scorre anche la vita di Marianna, una bambina quieta e dolce che abita con i genitori e i nonni materni. La famiglia Delfini ha vissuto per generazioni lungo questa pittoresca sponda e, mentre Marianna cresce facendo i conti con le piccole gioie e gli inevitabili dolori di un’esistenza, il passato ogni tanto si riaffaccia per ricordare anche agli adulti com’è stato crescere e formare una famiglia. La migliore amica, la zia girovaga, la scuola, il primo amore, ma anche l’amara ingiustizia del lutto: le giornate della bella Marianna, insieme a quelle di chi le sta attorno, sono scandite e ricomposte come i riflessi della Riviera sulle acque del canale, attraverso una narrazione estremamente dettagliata che si sofferma con abilità sui momenti essenziali di una vita come tante, e quindi proprio per questo irripetibile e unica. Prova letteraria importante per il poeta Valentino Ronchi, Riviera è un romanzo delicato e costruito con grande cura. La vita di una famiglia nella periferia milanese, i cui piccoli attimi quotidiani sono raccontati con amore e gusto per i particolari, è illuminata dalla straordinaria sensibilità stilistica dell’autore che dimostra qui la sua spiccata e assoluta capacità di osservazione.

Recensione

“Una manciata di vecchie ville allineate, al margine estremo della città di Milano. Si affacciano tutte lungo il canale, che qui in questo punto si sfila dalle ultime case verso il niente, alla fine di via Padova, ben oltre il viavai di macchine e di genti. Attorno qualche orto, un po’ di boscaglia che borda il corso dell’acqua, tre, quattro vie che s’incrociano, una radura di avanzi di biciclette e rottami, di barattoli di vernici e vestiti, i rimasugli di una cascina che si allarga a nord. Il capannone di un timbrificio, una finitura metalli, qualche prato, e lunga la parata alta dei tralicci dell’elettricità che si allontana verso nord-est, puntando la pianura vuota.”

Riviera è la zona periferica di Milano in cui è ambientato il romanzo, e nella quale siamo proiettati fin dal principio e continuamente, attraverso lunghe sezioni descrittive, eleganti, vivide e percepibili. Viene a delinearsi un’atmosfera ovattata dai marcati contorni poetici, una peculiarità che connota il libro in toto.

L’ambientazione è colta nei cambiamenti che vi ha apportato il tempo, il quale si può dire che sia elemento focale nel suo inesorabile scorrere. Ma accanto al fattore temporale, altrettanto centrale è il tema della vita, intesa quale insieme di piccoli momenti quotidiani, di gioie e dolori comuni, elementi spesso associati a banalità per la propria universalità, ma che sotto la forza della prosa intensa di Ronchi diventano significanti e significativi, in un sovrapporsi di visioni induttive e deduttive.

La visuale che parte dall’alto della Riviera diventa man mano più specifica, come un volo d’uccello che dopo aver sormontato l’immensità decide di posarsi su un punto specifico terreno, rendendo l’idea di una compenetrazione tra mobile e immobile, tra ambiente e individui agenti: si va a soffermare su una delle ville ivi collocate, quella di proprietà dei Gorlich-Grigis e Delfini-Gorlich. Un’abitazione di due nuclei familiari, in cui viene al mondo e vive con i genitori e i nonni la protagonista, personaggio raccordo della trama, Marianna Delfini.

“In una delle ville, una di quelle più recenti, di colore giallo ocra, una casetta a circa metà della fila, con una terrazza in cima, al secondo e ultimo piano, un piccolo giardino, tre mandorli, un largo cespuglio di aristolochie, un’altalena di legno tirata fra un tronco e un gancio, una fontana di pietra e marmo, nacque e visse una ragazza, nell’ultimo tratto del Novecento.Una ragazza di una meravigliosa bellezza imperfetta, un corpo smilzo allungato verso “l’alto, come certi alberi inarcati, una linea interrotta dalla curva pronunciata dei seni. Lunghe le gambe, lunga la schiena, le braccia. Chiaro l’incarnato. I capelli, fittissimi, portati fra le scapole magre, un diadema di lentiggini, il naso appena pronunciato.”

Tramite un continuo andirivieni temporale, la trama si snoda attraverso le vicende dell’esistenza di questa famiglia, incentrandosi in particolar modo su quelle di Marianna. Marianna è quasi uno schizzo, appare in un’aura rarefatta, ma paradossalmente allo stesso tempo dotata di uno spessore che si potrebbe definire a tal punto materiale da bucare la pagina.

La sua vita, come quella degli altri personaggi, non ha nulla di eclatante, attraversa le diverse fasi e trascorre in modo ordinario, tra gli affetti familiari, la compagnia della migliore amica Barbara, il primo amore e lo studio; quest’ultimo la porta a coltivare una sconfinata dedizione alla lingua, alle parole e alla letteratura classica, ampiamente celebrata, che assurge a paradigma interpretativo di vita, una concezione ben ravvisabile da tutti noi che abbiamo condotto in tale ambito la nostra istruzione e non potrà non trasmetterci una forte carica di emozioni e di spontanea e profonda partecipazione. Marianna è lungimirante e arguta, e impegnata nel vivere non può fare a meno di riflettere in proposito e farci riflettere.

“Si ripeteva che le cose della vita si somigliano, somigliano sempre a qualcos’altro, che altri han già vissuto. Era questo pensiero un conforto, la vita non ce l’aveva con lei, era normale dover lottare, talvolta.”

Riviera è un romanzo di vita e sulla vita, del suo ciclo veloce, consueto ma imprevedibile, delle casualità che la costellano. Del suo ripetersi sempre uguale e diverso, di ciò che si conserva e di ciò che si disperde, di un perenne panta rei disseminato di un’ordinarietà condivisa che assume il carattere della straordinarietà rinvenibile nell’individualità dei propri momenti vissuti, in ciò che rende la pluralità preziosa singolarità.

“La vita imbastisce grandi cose con pochi tocchi.”

Valentino Ronchi ci avvolge nella sua scrittura sublime e suadente, invidiabile da molti e raggiungibile da pochi, e ci immette in una dimensione tenue e pacata, la cui quiete è uno strido silenzioso di una tensione crescente in grado di cingerci, ammantarci e trascinarci con sé in modo poderoso. Riviera è una lettura che si sente e si fa sentire, che si fa vivere, ma nel farlo trasmette tutto il peso della finitezza umana e ci affina a saper non disistimare gli aspetti usuali dell’esistenza, eccezionali nella fatalità della propria natura e nell’impossibilità di replicazione.

“Chi è attento, come attenti si dovrebbe essere, gira sempre con appresso una valigia di cose fatte e viste, amate, perdute. Una specie di sacca larga, a tracolla, da sport, cui via via aggiunge le nuove.”

Il nostro giudizio:

TramaVoto 5/5

StileVoto 5/5

PiacevolezzaVoto 5/5

CopertinaVoto 5/5

Voto finaleVoto 5/5

valentino ronchi

Nato a Milano nel 1976, nel 2019 ha pubblicato per Fazi Editore il libro di poesie Buongiorno ragazzi (Premio Luciana Notari 2020). Le sue precedenti raccolte poetiche sono state L’epoca d’oro del cineromanzo (2016, Premio Carducci, Premio Fogazzaro e Premio Mauro Maconi) e Primo e parziale resoconto di una storia d’amore (2017, Premio Città di Fermo), entrambe uscite per nottetempo.

Sì ringrazia la casa editrice per aver gentilmente fornito il materiale