ROSSO AUTUNNO

di Tina Mucci

“Rosso autunno” di Tina Mucci
Editore: Independently published
Genere: narrativa contemporanea
Pagine: 236
Data di pubblicazione: 28 marzo 2020

Cari amici è da poco iniziato l’autunno ed è per questo che voglio restare in tema e presentarvi la nostra recensione al libro “Rosso autunno” di Tina Mucci, un libro molto intenso e forte che ci dimostra come in pochi istanti tutte le nostre certezze possono crollare e come all’improvviso tutto può cambiare per sempre!
Buona lettura!

a cura di Manuela Morana

Sinossi di ROSSO AUTUNNO

Veronica ha 45 anni, è la moglie innamorata e realizzata di Goffredo, proprietario di un mobilificio. È ricca, appagata, serena. Ha due figli, Desirè, una adolescente capricciosa e ribelle che mette quotidianamente alla prova la sua pazienza, e Vittorio, un maschietto di dieci anni.
Poi, del tutto improvvisamente, la sua vita cambia.
Un incendio distrugge il mobilificio e Goffredo viene trovato impiccato all’interno della fabbrica stessa.
Da quel momento, oltre al dolore per la perdita del compagno, Veronica dovrà affrontare problemi anche più seri. Il marito viene accusato di aver appiccato l’incendio per riscuotere l’assicurazione e di essersi poi suicidato per il rimorso: l’attività sembra avere problemi economici seri, di cui nessuno era al corrente, e viene fuori addirittura una amante misteriosa.
Goffredo, insomma, non è più il marito fedele ed innamorato, o l’imprenditore onesto amato da tutti: diventa un uomo mediocre e bugiardo, che né Veronica, né la madre possono riconoscere.
Travolta da questi eventi, stordita, per staccare la spina, Veronica lascia la casa dove ha vissuto fino a quel momento e si rifugia in campagna, nella casa dove ha vissuto la sua amatissima nonna.
Qui, ritrova amici della sua giovinezza, ne conosce di nuovi, si dedica alla cucina e al giardinaggio, vive una vita semplice, lontana dai riflettori.
Forse qualcuno riuscirà addirittura a farle battere il cuore, ma soprattutto, in quell’esilio volontario, troverà la forza di affrontare la verità e fare luce sulla morte del marito.
Solo così potrà decidersi a guardare avanti…

Recensione

Veronica è una donna di 45 anni, ha una vita invidiabile, un marito amorevole e di successo che da sempre si impegna per non far mancare nulla alla sua famiglia, due bei figli che le vogliono bene (anche se la figlia maggiore è in piena crisi adolescenziale e spesso la fa disperare), un ottimo rapporto con sua suocera, una bella casa e tutto ciò che chiunque possa desiderare.
Durante le prime pagine del libro spesso mi sono ritrovata a chiedermi dove questa storia volesse andare a parare, sembrava tutto scorrere tranquillo, niente grossi scossoni, nessun evento davvero degno di nota, sembrava quasi la cronaca delle giornate di Veronica e, sinceramente, per me non erano più interessanti di quelle di chiunque di noi.
Ma poi ecco che un colpo di scena straordinario cambia tutto, il ritmo si fa più serrato e la storia sboccia diventando travolgente e appassionante arrivando quasi a potersi definire un vero e proprio giallo da risolvere.
Ma andiamo con ordine…

All’inizio Veronica, tra i suoi vari pensieri e ricordi, ci racconta di quando ha capito di essere innamorata di Goffredo: un giorno dovevano andare al cinema insieme a un gruppo di amici e lui non si era presentato all’appuntamento, sapendo quanto fosse preciso e ben educato lei si era stranita di quell’assenza ingiustificata e invece di proseguire con gli amici aveva preferito perdersi il film e andare a cercarlo direttamente nel mobilificio di famiglia, una volta trovato gli aveva chiesto come mai si fosse dimenticato del loro appuntamento.

“Aspettavamo il legname per costruire i mobili di una grossa commessa, purtroppo ci sono stati degli inconvenienti e, invece di ieri mattina, il carico è arrivato solo oggi pomeriggio, quasi ad orario di chiusura. Tutti gli operai si sono mostrati disponibili a restare per accelerare i tempi di scarico del materiale, sono andato anche io ad aiutare”.
“Sei un ottimo esempio”.
“Non si tratta di esempio. Questa azienda porta il nome della mia famiglia, ma è di tutti. Solo con il lavoro e il contributo di tutti riusciamo ad essere quello che siamo. Mio padre me lo ha insegnato da piccolo, così come mio nonno lo aveva insegnato a lui”.
“È una cosa molto bella, vi fa onore”.
[…]
Da quella sera, da quel film mancato, era nata la loro storia d’amore, una storia importante. Veronica era cresciuta tanto, insieme a Goffredo, aveva ribaltato le sue priorità ed aveva messo l’amore al primo posto.


Proprio quel senso del dovere e dell’onore avevano seminato nel cuore di Veronica il germoglio del loro amore che li aveva portati a un fidanzamento felice e ad un matrimonio che era come quello che la nostra protagonista aveva sempre desiderato.
Goffredo era un uomo buono e leale, dedito al lavoro e alla famiglia, una persona che cercava sempre di mediare e disinnescare gli eventuali litigi e Veronica era felice con lui ma a volte anche le certezze crollano improvvisamente…

Una sera, mentre Goffredo è via per un viaggio di lavoro arriva una notizia sconvolgente, il genere di notizia che nessuno vorrebbe mai sentire: il mobilificio è in fiamme.
Veronica si reca sul posto insieme ai vigili del fuoco, alle forze dell’ordine e a molti operai che attirati dal fumo e dalle fiamme sono accorsi per cercare di aiutare a domare l’incendio.
Veronica è disperata, sa che quel mobilificio per suo marito significa tutto, appartiene alla loro famiglia da generazioni e sa quanto per lui sia importante tramandarlo ai loro figli, al punto che già adesso il piccolo Vittorio, che ha solo dieci anni, partecipa alle visite guidate facendo da cicerone e gonfia il petto con orgoglio quando spiega ai ragazzi delle scolaresche quello che il mobilificio rappresenta per la sua famiglia.

Goffredo però non risponde alle sue chiamate, la situazione è sempre più pericolosa, il rischio di perdere tutto altissimo. Mentre Veronica parla con il maresciallo Cellini prova ancora a telefonare al marito ed è proprio così che sentono la sua suoneria provenire da dietro la porta di quello dell’archivio che però è chiusa a chiave.

Dopo un paio di spallate robuste, la porta si aprì e i carabinieri entrarono. Lei trattenne il respiro.
Quasi subito, udì una voce maschile esclamare:
“Maresciallo, venga a vedere!”
Il piantone si girò, distratto dall’urlo, e Veronica ne approfittò per superarlo e correre verso l’archivio. Non poteva più aspettare.
L’ufficio non era molto grande, era stretto e lungo, con una scrivania accanto alla porta, e lungo le pareti due lunghe file di scaffali alti fino al soffitto. Alcune travi di ferro sostenevano il peso, in cima agli scaffali: e da una di queste travi penzolava un corpo. I carabinieri lo avevano visto ed erano accorsi per tiralo giù, sperando che fosse ancora vivo.
Veronica arrivò nel momento in cui gli uomini cercavano di mettere a terra il corpo. Lei vide il volto. Era suo marito.
Goffredo era impiccato alla trave.


Da questo momento la vita di Veronica cambia radicalmente, tutte le sue certezze crollano, suo marito non avrebbe mai commesso un gesto del genere, non avrebbe mai messo consapevolmente fine alla sua vita lasciandoli nella disperazione più totale e privi di qualsiasi sostegno economico.
Queste frasi continuano a ronzarle nel cervello ma i fatti sembrano dire ben altro, la compagnia assicurativa si rifiuta di pagare i danni perché si sospetta che l’incendio sia stato appiccato dolosamente per frodare l’assicurazione e intascare il premio coprendo così i debiti che negli ultimi periodi si erano accumulati in seguito al misterioso annullamento di commesse importanti da parte di clienti che fino a quel momento erano sempre stati fedeli e affezionati.

Come se ciò non bastasse il giorno del funerale Veronica vede una bella e giovane donna che posa una rosa rossa sulla bara del marito e non le rivolge la parola nemmeno per farle le condoglianze.
Quando poco tempo dopo la rivede al cimitero non resiste e decide di parlarle.

“Ci conosciamo?”- le chiese Veronica.
Improvvisamente la tizia sembrò aver riacquistato padronanza di sé.
“No. Cioè, lei non mi conosce. Io so chi è lei”.
“Eri al funerale di mio marito, vero? Lo conoscevi?”
“In tanti lo conoscevano”.
“Sì, ma tu quel giorno gli hai portato una rosa rossa. E probabilmente, gliela porti ancora”.
La ragazza non disse niente, ma guardò a terra.
[…]
“Mi rispondi, per favore?”
“La prego, signora. Non è il caso”.
[…]
“Io e Goffredo avevamo una relazione”.


Davanti a quelle che sembrano schiaccianti e terribili evidenze anche tutto l’amore del mondo fa fatica a sopravvivere, dentro Veronica è arrivato inesorabile l’autunno, la stagione che vede tutto cadere e morire e dopo quest’ennesimo colpo il suo cuore si frantuma in milioni di pezzi.
Non vorrebbe dubitare di Goffredo e di quello che hanno costruito insieme in tutti gli anni che sono stati fianco a fianco ma come può ancora credere in lui quando tutto sembra portare a una verità diversa?

Solo Susanna, la mamma di Goffredo non si arrende, non può essere vero, è tutto un brutto sogno, lei sa di aver cresciuto un uomo per bene e non permetterà a nessuno di infangare così la memoria di suo figlio, anche se nessun altro al monde le crede lei dimostrerà l’innocenza del suo amato ragazzo che le è stato strappato via dalle braccia troppo presto e in modo così meschino e crudele.

“Non te lo so spiegare, è più che altro una sensazione, ma mi sembra tutto organizzato. È come se qualcuno volesse distruggere l’immagine di Goffredo, come imprenditore e come uomo”.
“Pensi ad un complotto? Addirittura? E poi, perché? Chi avrebbe interesse a fare una cosa del genere?”
“Questo non posso saperlo. Ma c’è sempre una grossa azienda in ballo e il mondo dell’economia è spesso senza scrupoli. Mio marito me lo diceva sempre, che era circondato da squali. Lui era di un’altra pasta, certo. Ma anche suo figlio”.


Veronica troppo provata dalla situazione e terrorizzata dal fatto che i suoi figli scoprano la verità sulla morte del padre decide di partire e allontanarsi dalla loro casa di famiglia, carica in auto lo stretto indispensabile per lei, Desirè e Vittorio e si rifugia nel suo posto felice, la casa in cui da bambina passava le estati insieme alla nonna Fabiola mangiando le sue ineguagliabili torte di mele.
Proprio poco prima che nella sua vita scoppiasse questa incredibile bomba distruttrice Veronica ha scoperto che nonna Fabiola e il suo compagno Oreste, le hanno lasciato in eredità questa casetta in un paesino dove la vita scorre lenta e tranquilla, dove le persone hanno sempre il tempo per scambiare due chiacchere e dove la frenesia della grande città sembra solo un pallido ricordo. E questo è proprio il momento di andare lì e ricaricare le batterie, staccarsi dai ricordi dolorosi, dalle paure, dai dubbi e andare via insieme ai suoi figli, trovare una tana accogliente dove leccarsi le ferite e sperare, prima o poi di guarire.

La vita di paese risucchia immediatamente i protagonisti di “Rosso autunno”, nuove ruotine, vecchi e soprattutto nuovi amici, giornate passate in cucina, uno stile di vita meno frenetico e veloce cambiano tutto.
Persino Desirè sembra finalmente maturare e diventare meno superficiale e più empatica.

A questo punto di “Rosso autunno” ecco che arrivano moltissimi altri personaggi interessanti: c’è Nicoletta con il suo matrimonio complicato e il suo bellissimo figlio, Rocco, che entra subito in sintonia con Desirè; c’è Diego, nipote di Oreste, che vive insieme a sua sorella Teresa e a sua figlia Linda, una ragazzina dolcissima che purtroppo è su una sedia a rotelle; c’è Pietro che gestisce il pub del paese. Vedrete che vi affezionerete tantissimo a tutti questi personaggi, troverete in loro una famiglia che vi accoglierà, gioirete con loro per le cose belle, avrete paura per il loro destino e vi addolorerete conoscendo il loro passato difficile senza mai annoiarvi un attimo.

“Rosso autunno” tratta moltissime tematiche: il superamento del lutto, la disabilità, la ricerca della verità, l’amore, il tradimento, il funzionamento dei matrimoni, i difficili equilibri da trovare, gli incidenti stradali, i problemi che possono creare alcune dipendenze, la fiducia, la lealtà, l’importanza del chiudere un capitolo prima di poterne aprire uno nuovo e tanto altro ancora. Lo stile di Tina Mucci è coinvolgente e la storia è davvero ben pensata e non presenta buchi di trama o mancanze, pur portando avanti in parallelo diverse vicende riesce a non tralasciarne nessuna e a dare unità e coerenza alla storia rendendola veramente intrigante.

Veronica resterà per sempre lontana dalla città o a un certo punto smetterà di scappare e deciderà di affrontare la sua vita cercando la verità? E questa sarà quella che sembra emergere dalle apparenze o no? In che modo si collega Klaus, il cugino tedesco di Goffredo, a tutta questa vicenda? Nicoletta riuscirà a salvare il suo matrimonio? Diego smetterà di essere perseguitato dai fantasmi del passato? Linda riuscirà a sbocciare e a diventare la giovane donna sicura di sé che merita di essere? Nascerà qualcosa tra Desirè e Rocco o resteranno solo amici? La giustizia troverà le risposte alla misteriosa morte di Goffredo? Il mobilificio Prandelli è finito per sempre o Veronica e i suoi figli riusciranno a rimetterlo in piedi e a cancellare qualsiasi macchia dal buon nome della famiglia? E ancora, il cuore di Veronica tornerà mai a fidarsi di un uomo e a ricominciare a battere?
Queste e tantissime altre domande vi aspettano durante la lettura di “Rosso autunno” se volete scoprire le risposte non vi resta che correre a leggerlo!

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 4


Voto finaleVoto 4,5



Si ringrazia l’autrice per averci gentilmente concesso il materiale.