Segnalazione: UNA FINESTRA SPALANCATA SULLA ROCCA

di Mary Manasseri e Lia Ricciardi

Una finestra spalancata sulla Rocca di Mary Manasseri e Lia Ricciardi
Genere:Romanzo storico
Editore: Autopubblicato
Pagine: 331
Edizione:11 Marzo 2021


Cari lettori bentrovati, è con estremo piacere che quest’oggi vogliamo segnalarvi un romanzo storico che ci trasporterà in Sicilia, precisamente a San Fratello: Una finestra spalancata sulla Rocca, scritto dalla nostra Mary Manasseri e da Lia Ricciardi.

Sinossi di UNA FINESTRA SPALANCATA SULLA ROCCA

Tre generazioni ci accompagneranno attraverso la storia di San Fratello, un paese arroccato sui meravigliosi Monti Nebrodi. “Una finestra spalancata sulla Rocca” è infatti un viaggio che parte dal lontano 1922, anno in cui la frana trascinò a valle buona parte del paese. Caterina e Nino ci raccontano quei giorni in cui il loro destino venne sconvolto, costringendoli a scelte che condizionarono inevitabilmente la vita di molti.
È un libro dedicato alle donne e al loro coraggio. Sullo sfondo tradizioni, miti e atmosfere della calda Sicilia, dove i protagonisti sono alla necessaria ricerca delle loro radici perdute. Saranno le vecchie foto, gli scritti e i racconti a ricordarci, in queste pagine, quale valore inestimabile sia la memoria e quale filo sottile unisca il complesso destino dei protagonisti di questa storia.

ESTRATTI

“ “Le coincidenze… non esistono” si disse. Ripercorreva nel ricordo desideri espressi e giorni vissuti. La linea discontinua che ne tracciava il destino si muoveva sinuosa tra le vie della sua vita, intrecciandosi con le scelte fatte e inciampando negli imprevisti incontrati. Non sapeva spiegare chi decidesse le direzioni: non sempre erano quelle che aveva in mente al momento in cui era partita. “La spinta che guida si muove di un soffio al di sotto dei nostri passi” pensò, stretta nella certezza che le coincidenze non esistono… … perché anche ciò che accade per caso, non è mai solo e davvero un caso. “



“Si sedette sul letto e nel silenzio della notte il suono continuò a perseguitarla, regolare, pesante e molto molto vicino: proveniva dalla porta di casa. Qualcuno bussava violentemente contro le assi scure dell’ingresso e gridava parole che non riusciva a comprendere. Caterina si liberò dalle coperte con movimenti incerti ma rapidi, quanto tempo fosse trascorso da quando si era addormentata non avrebbe saputo dirlo. La raccolta delle olive non era ancora terminata e lei e sua madre, dopo un faticoso ritorno a piedi, arrivate già a sera inoltrata, erano crollate dalla stanchezza. Prima di prendere sonno, l’ultimo pensiero l’aveva dedicato a Nino. Si mise sulle spalle il pesante scialletto di lana e in vestaglia scese le scale. Chi poteva essere a quell’ora così tarda? Corse verso l’entrata con il cuore che batteva a ritmo accelerato, spaventata da quelle grida e dal battere insistente e violento. Attraversò a grandi passi la cucina e aprì. Pietro le era di fronte, pallido e agitato ripeteva in continuazione che dovevano lasciare la casa, che si doveva andar via da lì. “Ma chi dì?” (Ma cosa dici?) gli chiese Caterina pensando che fosse ubriaco. “La Matrìci s’ni steaacalàn… ghj son sciachièzzi chi ghjtrèas m’pèntôcìandûMunicìpj… feacàunt u paies si n’achièla! Anàvinutucc!” (La Matrice sta andando giù… ci sono fessure nelle quali entra persino un piede nella piazza del Municipio… fra poco il paese va giù. Andatevene tutti) concluse il ragazzo gridando.”



“La donna si alzò dal divano e si avvicinò alle vetrate che davano sulla campagna. Il buio era già sceso senza che se ne accorgesse. Scorse sulla strada le luci dei lampioni e il vociare allegro in sottofondo le disse che in piazzetta c’era già chi chiacchierava. Passò dalla cucina e aprì uno dei piccoli mobili di legno scuro che, nel movimento, emise un leggero cigolio – ne trasse del pane fresco e un bicchiere che riempì di latte. Richiuse subito il grande frigo rosso all’americana – imponente, contrastava con i mobili antichi e in arte povera che erano già lì prima del suo arrivo. L’atmosfera che creava quell’abbinamento tutto personale la faceva sentire a casa e particolarmente soddisfatta delle scelte di arredamento che aveva fatto. Il contatto dei piedi scalzi sul pavimento irregolare, in pietra, la rilassava – con passi lenti e i pensieri sospesi si riportò sul divano. Non aveva sonno e la strada dei ricordi era ancora lunga prima che il nuovo giorno arrivasse…”



Lia ricciArdi

Lia Ricciardi  nel 1973 da genitori sanfratellani emigrati in Germania e dai 10 ai 34 anni vive a San Fratello in provincia di Messina, lavorando in campo sociale e pubblico. Vince numerosi riconoscimenti in vari concorsi letterari siciliani e nel 1999 pubblica la sua prima plaquette di poesie intitolata “Canzoni sotto la luna”. Nel 2001 pubblica con la casa editrice “Prova d’Autore” di Catania la raccolta di poesie in sanfratellano “U spicchìaudûTamp” (Lo specchio del Tempo), con la quale consegue nel 2001 il premio della giuria al prestigioso premio “Vann’antò”. Con Bettina Di Bartolo scrive un componimento teatrale in lingua gallo-italica dal titolo “U gighjnar” (Il giglio nero) sulla vita di San Benedetto il Moro, protettore di San Fratello. Attualmente lavora a Milano come agente di polizia locale. Dopo 10 anni di silenzio pubblica questo romanzo scritto a quattro mani con l’amica Mary Manasseri.

Mary ManAsseri

Mary Manasseri nasce nel 1973, da padre sanfratellano e da madre di Buggerru, Sardegna – vive in provincia di Varese. Diplomata in Ragioneria, è iscritta alla facoltà di Scienze dell’educazione presso la Bicocca di Milano. Profonda amante della lettura, del cinema e della scrittura, scrive recensioni letterarie e cinematografiche per il blog amatoriale monlaw – sito di cinema, letteratura e fotografia. Con alcune amiche, a marzo 2020, ha attivato inoltre il blog letterario dal nome lepenneirriverenti.Nel tempo libero si diletta anche nella pittura e nella decorazione di interni. Questa è la sua opera prima, scritta in collaborazione con l’amica Lia Ricciardi.