SONO SOLO VITTIME

di Diego Matteucci

“Sono solo vittime ” di Diego Matteucci
Editore: Dunwich Edizioni
Genere: Gialli e Thriller
Pagine: 249
Edizione: 10 aprile 2020

Cari amici è con molto piacere che oggi vi parliamo del libro “Sono solo vittime”, un thriller estremamente avvincente e coinvolgente, pieno di colpi di scena che ci parla di come a volte la vita può portarti a perdere completamente il senno e di quanto sia pericoloso il fanatismo.
Non perdetevi l’indagine del bravissimo ispettore Luca Giatti sul Mostro di Ferrara, lo spietato serial killer che colpisce proprio i più deboli, i bambini!
Buona lettura!

a cura di Manuela Morana


Sinossi di SONO SOLO VITTIME

La stampa lo ha soprannominato il Mostro. Sulla sua testa pendono gli omicidi a sangue freddo di numerosi bambini.
L’ispettore di Polizia Luca Giatti sta seguendo il caso. È un padre di famiglia, ancora sconvolto dalla perdita del genitore, scomparso poco tempo prima.
Anche il Mostro era un padre di famiglia, sconvolto a sua volta dalla perdita del figlio a causa di un male terribile.
Entrambi combattono contro i propri demoni interiori e i sensi di colpa, trovando il primo nel male e il secondo nell’abnegazione al lavoro una sorta di catarsi che li vedrà sempre più vicini.

Recensione

“Sono solo vittime” è un thriller molto forte, capace di incatenarvi alle sue pagine e tenervi con il fiato sospeso dal primo istante.

Lo chiamano il Mostro, ma è un angelo.
Ci sono giorni in cui si guarda allo specchio e stenta a ricordare il proprio nome. In quelle occasioni osserva come i suoi occhi siano di un azzurro molto chiaro e non gli piacciono, perché vorrebbe che fossero più anonimi.
[…]
Forse non a caso Dio ha scelto proprio lui. E ora si trova nella Sua casa, nel Duomo di Ferrara.
È domenica mattina e sta assistendo alla funzione. Non c’è molta gente, anche le panche attorno a lui sono vuote.
«Hanno perso la fede», sussurra.
[…]
«Il Mentitore può assumere le forme più innocenti», mormora tra i denti il Mostro, contraendo con forza le mascelle, mentre scruta i bambini che ridono.

È con queste parole che ci viene presentato Giuseppe Pozzati. Si capisce sin da subito che la sua visione della realtà è del tutto distorta ed errata.
Lui è un uomo spezzato, un essere umano che è stato costretto ad affrontare la prova più dura e terribile che si possa immaginare: ha perso il suo amato bambino, una malattia gliel’ha strappato via per sempre e lui da quel momento è completamente impazzito ma questo non può giustificare ciò in cui si è trasformato.

Questo imperdibile thriller è ambientato a Ferrara, dove da giorni le pagine di cronaca nera sono riservate a notizie terribili e agghiaccianti.
C’è questo serial killer, soprannominato il Mostro, che semina dietro di sé scie di cadaveri di bambini.
Nessun segno di violenza sulle piccole vittime, esecuzioni pulite e veloci, pressoché indolore ed eseguite con precisione quasi chirurgica, nessuna impronta digitale, né segni di pneumatici o orme, nessun indizio che possa aiutare la polizia a risalire al colpevole.
L’ispettore Luca Giatti, incaricato di risolvere il caso insieme alla sua squadra, brancola nel buio e si sente sempre più frustrato, arrabbiato e colpevole nei confronti delle famiglie dei bambini che vengono ritrovati morti.

Luca è una persona capace di grande empatia, ha da poco perso suo padre, quindi sa benissimo cosa si prova a perdere una persona amata e inoltre ha un figlio, un bambino bellissimo che ama infinitamente.
Se la morte del padre l’ha segnato profondamente capisce benissimo che quella di un figlio lo distruggerebbe.
È per questo che quando torna a casa e trova ad aspettarlo il suo Matteo, la sua bella moglie Claudia e il loro fedelissimo labrador bianco Buc sente di essere fortunato e si tormenta pensando a quanto dev’essere terribile trovarsi al posto di quei genitori ai quali ogni speranza è stata tolta, ogni sogno negato e i loro amati figli sono stati strappati via per sempre da quel pazzo che lui non riesce proprio a trovare.
Il Mostro è estremamente bravo e meticoloso, non commette imprudenze né passi falsi, non si fa notare, le vittime sono sempre bambini, il modus operandi è sempre lo stesso: prima li avvicina con una scusa, poi li rapisce e li porta in posti isolati nei quali i loro corpi vengono ritrovati dopo qualche giorno in posizione composta e con un proiettile calibro 22 in corpo.

«Ciao, piccoli», dice il Mostro abbassandosi e mostrando loro il peluche di Peppa Pig.
Le due bestioline lo guardano un po’ dubbiose, ma quando spostano l’attenzione sul peluche sgranano gli occhi. Il fratello più piccolo si alza subito da terra, molla i sassi e gli va incontro a braccia spalancate. L’altro sembra più incerto.
«Forza, in macchina c’è anche George che ci aspetta», lo incita e intanto ha già preso un braccio il fratellino.
Senza aggiungere altro il Mostro si gira ed esce dal giardinetto. Apre la portiera posteriore destra dell’auto e carica la bestiolina.
[…]
Il Mostro sente lo scatto della serratura del portone d’ingresso del condominio. La sua espressione si incupisce e non perde altro tempo. Prende da sotto le ascelle il demone, il quale non emette più nessun stupido squittio, e lo infila in macchina, chiude la portiera e sale a sua volta alla guida. Preme un tasto sul cruscotto facendo scattare la chiusura centralizzata dell’auto e riparte, questa volta quasi sgommando.

Perché lo fa?
Perché un padre che ha perso un figlio uccide altri bambini e condanna altri genitori a provare quella stessa sofferenza che ha provato lui?
Nella mente delle persone sane nulla sembra avere senso ma lui la sanità mentale ormai l’ha persa da tempo, il suo fanatismo religioso ha preso il sopravvento e giorno dopo giorno è diventato fortissimo, le sue convinzioni sempre più assurde e pericolose e la sua folle missione semina terrore e dolore nella comunità ferrarese.
Cosa succede quando persino il migliore amico di Matteo sparisce?
Cosa prova un padre quando sente il pericolo incombere sulla propria famiglia?
Riuscirà il nostro ispettore a trovare il colpevole e ad assicurarlo alla giustizia?

Infine Buc sente la macchina della Donna che va via. Si zittisce un attimo e drizza le orecchie. Il rumore di un’altra macchina che passa, che lui non ha mai sentito, ma che porta con sé l’odore nero e cattivo.
Un odore nero e cattivo che adesso vuole cacciare il Bambino.
Buc ricomincia ad abbaiare, perché non può rimanere lì. Il Bambino è in pericolo e lui deve proteggerlo.
[…]
Continua così per molto tempo: scavando, mordendo e sbattendo con la testa, finché con il muso e le zampe anteriori completamente sporchi di sangue e terra riesce ad aprire un piccolo varco tra la base della recinsione e il suolo. Respira velocemente, è molto stanco, ma non può mollare. Si infila nel buco che ha creato, la testa e le zampe anteriori spuntano dall’altra parte, ma si incastra quasi a metà. Allora spinge ancora di più con le zampe posteriori e tira con quelle anteriori, finché sente il corpo che riesce a passare, ma alcuni ferri delle maglie rotte della recinzione gli incidono il pelo e poi la carne. Uggiolando per il dolore esce dall’altro lato.
[…]
Avverte subito la scia dell’odore nero e cattivo dietro a quello della Donna e del Bambino, e comincia a seguirlo.

“Sono solo vittime” è davvero un thriller coinvolgere e appassionante, pieno di colpi di scena e con un finale che vi lascerà completamente senza parole.
Amerete i personaggi di questo libro, soprattutto Buc, un cane, un amico leale e fedelissimo, un protagonista fondamentale nel racconto che tenta di proteggere la propria famiglia a ogni costo.
La penna di Diego Matteucci è fluida e brillante, la storia è avvincente e molto ben strutturata, a tratti risulta spaventosa per quanto plausibile e realistica. Spero di poter leggere presto altre sue opere!

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5




Si ringrazia la casa editrice per aver gentilmente fornito il materiale