STORIE RIBELLI

Luis Sepúlveda

Storie ribelli di Luis Sepúlveda
Genere: Narrativa
Editore: Guanda
Pagine: 300
Edizione: 14 Settembre 2017

a cura di Marinella Santopietro

Bentrovati amici lettori, con oggi si conclude il ciclo di letture dedicato a Luis Sepúlveda, ribelle per natura e scrittore per passione. Parleremo proprio di Storie ribelli, uno dei suoi ultimi libri in cui storia, vicende personali e viaggi nella natura si alternano inducendo chi legge alla riflessione. Spero siate pronti a conoscere meglio quest’uomo ‘poderoso’!

Sinossi

I racconti di una lunga vicenda umana, politica e civile che ripercorrono oltre quarant’anni di storia personale e corale. Pagine in cui affiora di continuo il narratore di razza. Si affacciano in questo libro temi come l’amicizia – con Saramago, Soriano, Neruda e altri -, il ricordo dei maestri, l’impegno per l’ambiente, la lotta per la libertà e per la difesa degli ultimi. “Storie ribelli” si apre con il racconto dedicato alla memoria di Oscar Lagos Rios, il più giovane della scorta che quel tragico giorno restò fino alla fine accanto al presidente Allende nel palazzo della Moneda, e si chiude con il testo scritto a caldo in occasione della morte di Pinochet. Nella prefazione Luis Sepúlveda rievoca il momento emozionante in cui gli viene finalmente restituita, dopo tanto tempo, la nazionalità cilena.

Recensione

Storie ribelli di Luis Sepúlveda necessita di una premessa affinché si possa comprendere meglio il genere di lettura a cui ci si approccia.

Quando la mia scelta è caduta su di esso, immaginavo di leggere aneddoti e vicende personali dello scrittore cileno a mo’ di racconto, con una trama, un inizio e una fine.

Già dalle prime pagine ci si rende conto che non si tratta affatto di un semplice racconto, ma di eventi strettamente legati ad un periodo storico orripilante per il Cile e per l’umanità tutta.  Sepúlveda analizza senza filtri, nero su bianco, fatti realmente accaduti in un passato molto vicino e che ancora oggi trova corrispondenza nelle dinamiche politiche e nelle problematiche che ne scaturiscono.

Storie ribelli non si legge tutto d’un fiato come molte altre sue opere, richiede al lettore massima attenzione, a tratti è paragonabile a un saggio e conoscere  l’ ambito storico e politico di cui si parla ne aiuterebbe la comprensione. Una data in particolare diviene il fulcro dell’intera opera, anche se gli argomenti trattati sono molteplici. L’11 settembre 1973, infatti, rappresenta per lui e per il popolo cileno la fine della democrazia e l’inizio della dittatura di Augusto Pinochet che, con un golpe militare, sottrae il potere all’allora presidente Salvador Allende.

“Quando era quasi mezzogiorno, le forze aeree bombardarono la Moneda, le fiamme cominciarono a divampare nel palazzo ma il GAP non molló[…]sopravvissuti di quel pugno di poliziotti e uomini del GAP uscirono dalle macerie e furono immediatamente fatti salire su un camion militare con destinazione ignota”.

Una serie interminabile di torture, ingiustizie e sparizioni segnano gli anni successivi. Sepúlveda, in quanto guardia personale del presidente spodestato, subisce gli orrori della dittatura e, sopravvissuto al carcere e alle torture, viene privato della cittadinanza ed esiliato.

In questo libro il combattente Sepúlveda continua la sua lotta contro il dittatore e contro il sistema di ‘ingiustizia’ che penalizza le vittime e premia i carnefici con onorificenze. È un libro in cui la speranza di vedere Pinochet e il suo seguito punito per i tanti delitti si riaccende con il mandato di cattura internazionale emesso dal giudice Baltasar Garzón.

“La giustizia arriva goccia a goccia, con esasperante lentezza”

Storie ribelli è un atto di denuncia che non risparmia uomini potenti, con un chiaro ruolo di burattinai e che vengono menzionati senza la minima paura, perché Sepúlveda non aveva peli sulla lingua e credeva fermamente nei valori della vita: l’onore, la lealtà, la giustizia, la fratellanza, l’amicizia, la famiglia, la libertà, l’amore per il Cile, il rispetto per il nostro pianeta e potrei continuare ancora. Neruda, Soriano, Saramago, Ernesto Che Guevara, Michelle Bachelet sono solo alcuni dei personaggi che popolano quest’opera e che hanno rappresentato tanto per Sepúlveda.

L’amore per la Patagonia, la terra alla “Fine del mondo”, la denuncia dei soprusi che gli uomini hanno perpetrato sia nei confronti degli indigeni che nei confronti della natura stessa rappresentano un altro argomento caro all’autore, che si è sempre battuto in difesa del nostro pianeta.

[…] “ovunque mi trovi mi basta guardare verso sud per sentire sulla faccia l’aria australe, che nella mia memoria ostinata profuma sempre di solidarietà, di fratellanza e della volontà di costruire un paese migliore”

Alle volte argomenti così diversi all’interno dello stesso libro danno l’impressione di discontinuità. Questo è dovuto al fatto che alcune parti sono state estrapolate da sue opere precedenti.

Leggere Storie ribelli non è stata una passeggiata per me, ma se avessi dovuto sottolineare le cose più importanti, credo che nessuna delle sue pagine sarebbe rimasta immacolata.

Augurandovi buona lettura, spero di conoscere presto anche le vostre opinioni.
Alla prossima avvincente avventura!

Il nostro giudizio:

Tramavoto 4,5/5

StileVoto 5/5

Piacevolezzavoto 4,5/5

Copertina voto 4,5/5

Voto finalevoto 4,5/5

LUIS SEPÚLVEDA

È stato uno scrittore cileno. Militante di Unità popolare, fu costretto a lasciare il paese in seguito al colpo di stato che mise fine al governo di Allende. Il suo impegno di militante ecologista lo spinse a partecipare a diverse missioni dell’organizzazione ambientalista «Greenpeace». Esordì nella narrativa con la raccolta di racconti Cronache di Pietro Nessuno (1969), cui sono seguiti Le paure, le vite, le morti e altre allucinazioni (1986) e Taccuino di viaggi (1987). Si impose definitivamente con il romanzo Il vecchio che leggeva romanzi d’amore (1989), cui fecero seguito Il mondo alla fine del mondo (1989), Un nome da torero (1994), storia di spionaggio ambientata fra la Patagonia e la Germania, La frontiera scomparsa (1994), l’originale libro di viaggi Patagonia Express (1995) e la favola-parabola Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare (1996). Il piacere di narrare e l’impegno politico e ambientalista s’intrecciarono nelle opere successive: Incontro d’amore in un paese in guerra (1997), Diario di un killer sentimentale (1998), Cronache dal cono sud (2006), che dall’opposizione di principio a qualunque guerra estrae una riflessione amara e lucida sui primi anni del millennio e il libro di racconti La lampada di Aladino (2008). Tra gli ultimi romanzi ricordiamo: Ritratto di gruppo con assenza (2010), Ultime notizie dal sud (2011), Tutti i racconti (2012), Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico (2012), Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza (2013) e L’avventurosa storia dell’uzbeko muto (2015), Storia di un cane e del bambino a cui insegnò la fedeltà (2015), a fine della storia (2016), Storie ribelli (2017). A fine febbraio 2020 viene ricoverato a Oviedo per aver contratto il coronavirus, a seguito di una lunga degenza muore il 16 aprile 2020.