di Mauro De Candia
Benvenuti al nostro appuntamento con la poesia.
Oggi proponiamo il commento di questa affascinante raccolta poetica: Sundara” di Mauro De Candia
Buona Lettura!
a cura di Elisa Mazza
Recensione
“[…] La psicopatia è forse una maniera migliore di osservare la realtà delle cose? […]”
Cit. Sfere, uccelli e sirene
Benvenuti in Sundara, un luogo selvaggio e misterioso, grande come un chicco di riso e piccolo come l’universo…
Evocativo, contraddittorio, onirico: sono solo alcuni degli aggettivi che mi rimbalzano nella mente. Uno spettacolo pirotecnico potente, un teletrasporto dentro un dipinto surrealista di Dalì.
Mauro De Candia ci pizzica la mente con una raccolta decisamente interessante. I versi sono come fuori binario, un di più, forse poesia a tre dimensioni: si può toccare la teatralità, l’introspezione e un certo sapore di futuro, avanguardia.
“[…] Ora che ho fermato con la mano
il vortichìo della stanza,
dalla mia testa larghissima
volano fuori come frecce
cartaplani e aeroclowns.
D’ora in poi, tutto il resto,
non so più descriverlo. […]”
Cit. La mia testa è una stanza larghissima
Se mi chiedo: potrei mai vivere senza? Sundara mi insegna di no.
Aprirmi a una percezione migliore, calibrarmi tra pensiero e immaginario, realtà e desideri, questa è la via per una crescita, una curiosa scoperta. Una sorta di cordiale che lenisce e fa riprendere le forze.
Lo stile del poeta è schietto, dinamico e ricco di aneddoti di attualità: può passare dal serio al faceto in un secondo, donando, oltre le verità che ho letto nella raccolta, uno spontaneo mezzo sorriso. Prestate attenzione, probabilmente è un effetto contagioso!
Sfilando i versi nelle pagine, vi troverete a desiderare di leggerne ancora e rendendovi un po’ tristi alla fine del testo.
“ […]Non una vita da rabbiosa caffettiera, non da formica,
non una vita
ciclica e regolata,
ma una vita sbilenca voglio,
deturpata:
una scacchiera con triangoli e cerchi, un orologio senza numeri, pieno di sterpi.
Io sono (…) oppure (…).
Di certo – io non lo voglio – non sono te.
(Alla tv, terminata la boxe, un uomo nella sit-com mi guarda e dice:
«Noi non ci assomiglieremo mai»).”
Cit. Noi non ci assomiglieremo mai
È la differenza che fa la differenza. L’uso generoso di parole percettive, abbondanti elementi come animali e natura, coronano questa lettura «paesaggistica», un viaggio d’avventura alla scoperta di…
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